L’imbecillità di fondo di una Chiesa istituzionale perdente, o forse già perduta

L’imbecillità di fondo

di una Chiesa istituzionale perdente,

o forse già perduta

di don Giorgio De Capitani
Sì, chiamerei imbecillità ciò che sta alla base o al fondo di un abisso, da cui la Chiesa istituzionale di oggi non sa più come uscirne.
Ci è caduta da anni, forse da secoli, forse da millenni.
Qualcuno dice che la Chiesa istituzionale è sempre riuscita a galleggiare, tanto più che essa si crede di istituzione divina, e quindi indistruttibile.
Che sia di istituzione divina distinguerei: in quanto Cristianesimo, certamente, ma il problema è che la Chiesa istituzionale fin dall’inizio lo abbia tradito, rientrando in quel gioco perverso in cui già l’ebraismo era caduto, il motivo per cui Cristo lo aveva duramente contestato, fino a distruggere le due colonne: la Legge e il Tempio, e non aveva avuto un benché minimo dubbio nel porre fine ad ogni religione.
Sulle ceneri della religione Cristo aveva “inventato” il Cristianesimo: “inventato”, cioè scoperto le origini del Pensiero trinitario.
Il Figlio di Dio si era incarnato, ma non per farsi carne putrefatta da millenni e millenni di una religione, che era riuscita a contaminare ogni Idea bella del Divino.
Il Cristianesimo, originato dal Pensiero trinitario, di cui il Logos dall’Eternità è della stessa essenzialità, non poteva certo sopportare la carnalità storica, che riesce sempre, in ogni caso, a far prevalere il suo potere distruttivo.
È la legge innata in ogni religione a non permettere che il Cristianesimo si incarni nella precarietà di una storia, sempre soggetta all’implacabile procedere del tempo, che non perdona chi parla di Eterno presente.
E la Chiesa istituzionale pretese di fagocitare il Cristianesimo, rinchiudendolo nella prigione del tempo, con cui la Chiesa istituzionale è sempre rimasta alleata.
Ma il mistero c’è perché la Chiesa resista nei tempi come istituzione.
Nonostante tradimenti, crimini, oscenità di ogni tipo, la Chiesa istituzionale resiste al tempo, forse perché essa è intimamente legata al tempo, e il tempo la rispetta e la protegge.
Parlare di Spirito santo e della sua presenza come anima eterna della Chiesa istituzionale sarebbe come urlare al mondo una bestemmia.
Lo Spirito Santo c’è, ed è altrove. Non si sa dove, e non si sa perché. Lo Spirito è fatto così, lo ha detto lo stesso Cristo a Nicodemo: «Il vento soffia
dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va».
Il Cristianesimo, d’altronde, non è del tutto invisibile: è presente nell’essere umano, e l’essere umano è anche psiche e corpo.
Ma il problema è se l’essere umano sia umano, ma senza l’essere in quanto realtà spirituale.
È nell’essere interiore che la presenza dello Spirito è reale. Tutto sta se nella sua realtà storica la Chiesa istituzionale mantenga in vita la realtà spirituale.
Il problema non è lo Spirito santo, ma è la Chiesa istituzionale e i suoi adepti, tenuti a freno, anche per il collare, da una religione che parla di salvezza e di dannazione, come fossero di sua proprietà.
La Chiesa istituzionale ha sempre fatto valere, anzi prevalere il suo diritto di redenzione o di condanna, promettendo salvezza eterna ai castrati nello spirito, e dannazione agli spiriti liberi.
E la domanda è: fino a quando lo Spirito sopporterà una istituzione religiosa, che sta mandando in crisi il Pensiero trinitario del Risorto?
Se Cristo ha distrutto l’ebraismo, non distruggerà anche la Chiesa istituzionale?
Ma forse non ce n’è bisogno, visto che fin dalla nascita Cristo è sempre rimasto nel Cristianesimo, sempre pronto a riscattare il suo primato, fondato sull’Essere in quanto tale, che è presente in ogni suo figlio. Siamo figli del Figlio, perché è il Logos che ci rigenera ogni giorno.
Io mi sento figlio anche del Cristianesimo, e non di una Chiesa che in quanto istituzionale ha tradito il Pensiero trinitario del Risorto.
Io mi sento figlio del Risorto, e non di quel Gesù di Nazaret che è morto definitivamente come uomo sulla Croce, o, meglio, mi sento figlio di quel Dono del Cristo che, mentre moriva sulla croce, ci ha donato il suo Spirito.
Il problema della Chiesa di oggi rimane quello di tutti i tempi, da quando il Risorto ha “inventato” il Cristianesimo: non capire che anche il tempo prima o poi tradirà i suoi figli più devoti.
Se la Chiesa istituzionale è sempre riuscita finora a barcamenarsi e a galleggiare, arriverà il momento in cui soccomberà, perché finalmente il Cristianesimo allo stato puro riemergerà dal fondo dell’anima dell’essere umano, imponendo la coscienza dell’Eterno presente.
Ora l’Eterno non ha ancora spazio sufficiente per imporsi, ma appena l’avrà, l’Utopia divina prenderà “luogo” in un mondo in cui il Bene sembra ancora impossibile, ma a Dio tutto è possibile.
Le possibilità divine sono sempre pronte a realizzarsi: basterebbe poco, rientrare in noi stessi, e qui scoprire il Segreto del regno di Dio.

Lascia un Commento

CAPTCHA
*