Voglia di menarsi

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Voglia di menarsi

di ALESSANDRO TROCINO
Il film sta finendo, scorrono i titoli di coda, gli spettatori della sala gremita sono ancora immersi nelle loro poltroncine, quando improvvisamente, da lontano si vede un gruppetto di giovani alzarsi e scontrarsi. Sì, si stanno picchiando. Roteano braccia, caricano destri, jab, montanti. Chi l’ha detto che i film in sala non emozionano più? Che non scaldano la platea? Tornato a casa un po’ scosso, accendi la tv. Ci sono due ragazze una di fronte all’altra che si guardano. Non parlano. C’è un momento di attesa, intorno gente che guarda. Una ragazza sembra concentrata, è immobile. Poi carica il sinistro e schiaffeggia con violenza l’altra, con in sottofondo la voce del presentatore che commenta «Oh my gooood». Il volto della giovane colpita si contrae in una smorfia al rallentatore, il corpo si accartoccia e lo schiaffone entra di diritto nella top 5 dei knock-out.
Che sta succedendo? Le notizie che arrivano dalle sale francesi e dagli schermi tv sembra vogliano mettere a dura prova la nostra renitenza al moralismo. La notizia è che Creed III, il fortunato spin off di Rocky sta sbancando ai botteghini, in tutto il mondo, ma in Francia le proiezioni terminano di solito in rissa. No, non si tratta di scontri ideologici tra spettatori insoddisfatti della qualità del film o pacifisti indignati. Non hanno niente a che vedere neanche con le turbolenze che coinvolsero gli spettatori delle serate futuriste all’inizio del ‘900, tumulti con lanci di ortaggi e vere e proprie risse, per la gioia di Tommaso Marinetti e dei suoi accoliti, entusiasti corifei della violenza come igiene del mondo.
No, qui semplicemente ci si picchia. Sabato 4 marzo a Saint-Etienne ci sono stati anche 20 arresti. Risse in diverse città, à Thionville (Moselle) et Charleville-Mézières (Ardennes) e diverse altre ancora, tutte riprese dai cellulari e finite sui social e in rete. Il sindaco di Cogolin, nel Var, ha sospeso le proiezioni. La simpatica idea è stata emulata anche in Italia, all’Uci di Piacenza, dove all’uscita dalla sala, i ragazzi hanno provato a imitare le tecniche di combattimento viste sul grande schermo. Quasi che Creed III fosse un tutorial di pugilato e non un film.
Dopo il melodrammatico «Voglia di tenerezza» degli anni ‘80 sembra arrivata l’ora di un più robusto «Voglia di menarsi». Prendi Power Slap, programma televisivo lanciato qualche mese fa sulla rete americana Tbs. I concorrenti si schiaffeggiano a vicenda, così, senza un perché. Per vedere l’effetto che fa. È un vero e proprio torneo: vince chi schiaffeggia più forte. Bello, no? Se pensate sia un’americanata, sappiate che Dazn ha i diritti per trasmetterlo in Italia. Alessandro Gasmann su Twitter si è già indignato: «Due imbecilli che si prendono a pizze in faccia. È la fase più bassa dell’evoluzione umana». Il bravo attore è ottimista: si può fare peggio.
Intanto, pare che siano già partite delle gare per schiaffeggiarsi nei parchi, nelle piazze. Uno sport come un altro, dicono i sostenitori. Se ci si può prendere a pugni nella nobile arte, perché non schiaffeggiarsi? Vengono un po’ da rimpiangere i tempi nei quali uno schiaffo aveva un senso. Non tanto quelli moralisti che il presidente Oscar Luigi Scalfaro si dice abbia rifilato a una signora, causa eccessivo décolletè (episodio che ispirò Fellini ma che fu fieramente smentito). Quanto quello del poeta Dino Campana che scrisse diverse lettere a Giovanni Papini e Ardengo Soffici. I due felloni avevano incredibilmente smarrito il suo manoscritto Il giorno più lungo. Campana poi lo riscrisse a memoria nei magnifici Canti Orfici, ma nel frattempo minacciava di andare a piedi a Firenze da Marradi e scriveva: «Vengo a ceffonarvi».
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