Diaconato femminile: tanto rumore per nulla
di don Giorgio De Capitani
Ancora una volta, i mass media italiani hanno creato un altro caso che non esiste o, se esiste, è solo una delle tante dichiarazioni di papa Francesco, che non hanno nulla di nuovo.
Che cosa effettivamente è successo?
Il Papa, rispondendo a una delle domande delle Superiori delle religiose delle diverse parti del mondo, ha parlato solo di una Commissione per studiare la questione del diaconato delle donne. Una questione, come ha poi spiegato il Direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, «di cui si è molto parlato anche in passato e che nasce dal fatto che nella Chiesa antica vi erano donne chiamate “diaconesse”, che svolgevano certi servizi nella comunità». «Si sono fatti anche diversi studi storici su questo fatto, e il Papa vi ha fatto qualche cenno – ha sottolineato padre Lombardi -. Inoltre, c’è un documento importante del 2002 della Commissione Teologica Internazionale che ne ha parlato. Il Papa dice che pensa di costituire una Commissione che riprenda queste questioni per vederle con maggiore chiarezza. Ma bisogna essere onesti: il Papa non ha detto che abbia intenzione di introdurre un’ordinazione diaconale delle donne, e meno che meno ha parlato di ordinazione sacerdotale delle donne. Anzi, parlando della predicazione nel corso della Celebrazione eucaristica ha fatto capire che a questo non pensa affatto». «Ma è sbagliato ridurre tutte le molte cose importanti che il Papa ha detto alle religiose a questa sola questione», ha concluso.
Ecco gli accenni che ha fatto il papa Francesco. Testualmente:
«Io ricordo che era un tema che mi interessava abbastanza quando venivo a Roma per le riunioni, e alloggiavo alla Domus Paolo VI; lì c’era un teologo siriano, bravo, che ha fatto l’edizione critica e la traduzione degli Inni di Efrem il Siro. E un giorno gli ho domandato su questo, e lui mi ha spiegato che nei primi tempi della Chiesa c’erano alcune “diaconesse”. Ma che cosa sono queste diaconesse? Avevano l’ordinazione o no? Ne parla il Concilio di Calcedonia (451), ma è un po’ oscuro. Qual era il ruolo delle diaconesse in quei tempi? Sembra – mi diceva quell’uomo, che è morto, era un bravo professore, saggio, erudito – sembra che il ruolo delle diaconesse fosse per aiutare nel battesimo delle donne, l’immersione, le battezzavano loro, per il decoro, anche per fare le unzioni sul corpo delle donne, nel battesimo. E anche una cosa curiosa: quando c’era un giudizio matrimoniale perché il marito picchiava la moglie e questa andava dal vescovo a lamentarsi, le diaconesse erano le incaricate di vedere i lividi lasciati sul corpo della donna dalle percosse del marito e informare il vescovo. Questo, ricordo. Ci sono alcune pubblicazioni sul diaconato nella Chiesa, ma non è chiaro come fosse stato. Credo che chiederò alla Congregazione per la Dottrina della Fede che mi riferiscano circa gli studi su questo tema, perché io vi ho risposto soltanto in base a quello che avevo sentito da questo sacerdote che era un ricercatore erudito e valido, sul diaconato permanente. E inoltre vorrei costituire una commissione ufficiale che possa studiare la questione: credo che farà bene alla Chiesa chiarire questo punto; sono d’accordo, e parlerò per fare una cosa di questo genere».
In conclusione: papa Francesco ha espresso la volontà di voler pensare di istituire una Commissione di studio sul diaconato femminile nella Chiesa primitiva. Tutto qui.
Qualche riflessione personale.
A questo punto, mi viene un dubbio, ovvero che le sparate giornalistiche sulle presunte aperture in genere di papa Francesco non siano che il vivo desiderio della gente comune perché si arrivi a qualcosa di effettivamente concreto. In altre parole, da questo Papa così popolare si vorrebbe che finalmente la Chiesa torni a parlare evangelico, tanto più che all’inizio del cristianesimo lo Spirito santo soffiava forte e in libertà, senza distinzione tra uomini e donne, senza ancora quelle barriere che, poi man mano lungo i secoli, si creeranno per proteggere una istituzione sempre più gigantesca, prettamente dogmatica e autoritaria, fondata sul maschilismo più esclusivista.
Se fosse così, ovvero che i mass media di proposito sfruttino ogni occasione, appena questo Papa parla, per farne un caso plateale, tale da suscitare interesse e stimolare ulteriori riflessioni, ciò ben venga, ma temo fortemente che serva a qualcosa, perché, passato il polverone mediatico, tutto torna come prima. Dico di più. Questo può servire a suscitare ulteriori violente reazioni da parte di quelle forze fondamentaliste che, appena si accorgono che la Chiesa-struttura è in pericolo, invocano in loro aiuto anche il demonio, il quale è sempre pronto a intervenire per sostenere i cultori del dio fasullo, che è la maschera del Maligno.
Ma il padre eterno ha scritto che non ci possono essere donne prete? O come per il celibato dei preti e’ solo una regola umana?Non e’ ora di cambiare?Ricordatevi che le donne non sono il sesso debole pertanto sanno cavarsela meglio negli uomini nelle difficolta della vita e poi ci sono anche piu vedove che vedovi e nella societa’ civile occupano posti importanti e hanno sete di potere.
Ancora una volta grazie per come ci aiuta a riflettere in un mondo dominato dalla superficialità dell’informazione e dalla velocità con la quale si dimentica una “importantissima” notizia per lasciare il suo posto ad un altra novità.
Pur sentendomi “positivamente” attratto dalla figura e dai pensieri di Francesco stento a vedere l’applicazione del suo pensiero nella Chiesa, nella mia poi, quella ambrosiana, direi per niente!!! Omelie che ben si guardano dal toccare le esternazioni del Papa ma che invece soddisfano e gratificano il cuore e le coscienze della borghesia benpensante..
Anni fa mi ero scandalizzato sentendo il compianto Don Gallo rifiutare l’appellativo di sacerdote in quanto lui non si sentiva legittimato ad insegnare il sacro per investitura…Ecco, ora lo ammiro come ammiro e ringrazio lei per tenerci aperti gli occhi e deste le coscienze..
Quanto ai diaconi e alle diaconesse (sarebbe ora che ciò accadesse) è solo questione di prassi, ma come vorrei vedere un sorriso in tanti diaconi mentre celebrano… !!Chissà perché ma tutti quelli che ho incontrato sono talmente compresi nella loro funzione da voler apparire più “prete” del prete…. mi perdoni la battuta.
LA realtà storica del ruolo e della funzione della diaconessa in tempi antichi, è stata come dire..obnubilata da documenti liturgici, che cercavano di sottacere una certa realtà.
MA alcuni studiosi, caparbi oltre la volontà della chiesa di nascondere certe realtà, sono andati oltre.
Per comprendere compiutamente tale realtà, occorre considerare gli aspetti di maggior congiungimento tra chiesa terrena ed espressione su questa terra di presenze metafisiche, come evidenti, ad esempio, nelle funzioni dell’esorcismo ed altre analoghe, ed anche su questo oggi non è che la chiesa tenda a fare molta chiarezza.
Sotto tale profilo, è risultato che in origine, la vera funzione della diaconessa non fosse quella poi residuata a tutt’oggi in alcune chiese, non solo protestanti, ma anche ortodosse, cioè una funzione di servizio, che secondo la maggioritaria corrente di studi teologici contemporanea non avrebbe comportato, a differenza del sacerdozio, una effettiva consacrazione in un ordine particolare, anzi.
La funzione vera ed iniziale, valevole sia per uomini che per donne, si legava alla necessità di compiere opere che anticamente la chiesa riteneva rientranti nelle proprie funzioni, come quelle della taumaturgia, nonchè dell’esorcismo, in una visione elitaria di un vero e proprio ordine considerato segreto, ed infatti noto solo ad alcuni all’interno della stessa chiesa, venuto alla luce grazie, come dicevo, all’opera di taluni studiosi che hanno incontrato una seria opposizione di certi ambienti.
Successivamente, il significato originario si perse, e tutto si trasformò come una sorta di servizio, che alcune donne potevano dedicare sopratutto a malati e via dicendo.
E’ forse plausibile che al tradizionale ordine elitario si sia affiancata una figura di diaconessa diciamo…minore. che nulla aveva in comune con l’originaria funzione……
A questo punto, ovviamente una commissione di studio dovrebbe porsi quanto meno i seguenti quesiti:
ripristinare il diaconato femminile come poi trasformatosi, o come era all’origine, in tal caso prevedendo una sorta di ordine elitario per uomini e donne, senza esclusione di sesso, ma su base elitaria?
Ma, in tal caso, si tratterebbe di accomunare tale funzione a quella del sacerdote esorcista, per certi versi, e questo ne dovrebbero far parte?
A questo punto probabilmente, sarebbe opportuno distinguere tra una funzione sacerdotale elitaria, come quella a cui sono ammessi alcuni e solo alcuni sacerdoti che divengono esorcisti, senza esclusione di sesso, ed invece istituire un comune diaconato, che però non pare contenesse un inquadramento nell’ordine liturgico.
Il fatto è che realtà storica iniziale e successive trasformazioni, spesso conoscono situazioni totalmente divergenti rispetto all’origine di taluni istituti, e quindi si tratta di capire, nel caso si ripristinino, se ripristinarle come in origine, o nella loro versione storicamente modificata.
Anche l’occhio (e l’orecchio) vuole sua parte, perciò è più che comprensibile tanto clamore attorno alle parole di Francesco. Poi che abbiano un peso effettivo e si possano rivelare determinanti per un cambiamento concreto nella chiesa cattolica, tanto refrattaria alle novità suggeriti dall’evoluzione dei tempi, è tutta un’altra faccenda.
Ma coloro che chiedono il diaconato (non mi interessa se sono uomini o donne) sanno che significa “servizio”? Oppure vogliono soltanto esibire una stola trasversale, per avere qualche simbolo del potere clericale? Un giorno venne da me un diacono, che (non so se anche nel rito ambrosiano, ma in quello romano avviene così) indossò sul camice la stola messa in modo trasversale e un chierichetto, innocentemente, mi disse: “Don, guarda…quel signore è vestito come miss Italia”
Non capisco il suo intervento: ciò significa che tutti quelli che entrano in seminario per diventare sacerdoti non lo fanno per servizio ma per aspirare a un pezzo di potere clericale? Esiste ancora un potere clericale?
Capisco l’intervento spiritoso del suo chierichetto, ma non il suo.
Io penso che in una società come la nostra una persona arriva a mettersi a disposizione per il Diaconato solo dopo una riflessione importante.
Se uno oggi cerca potere e facili guadagni ha ben altre strade più facili da percorrere.
Ringrazio per il suo ottimismo: l’esperienza, al di là delle battute, mi dice il contrario: purtroppo anche oggi chi aspira al potere clericale esiste eccome, anche fra i seminaristi. Potere non significa necessariamente una posizione socialmente elevata, bensì un atteggiamento interiore di superiorità….vorrei essere ottimista come lei, ma vedendo i seminaristi attuali (non tutti per fortuna, ma una parte considerevole sì) non riesco ad avere questa visione ottimista.