L’EDITORIALE
di don Giorgio
Sempre più deciso
a provocare con l’intelletto gli imbecilli
Ho la prova che questo sito sia visitato da numerosi malati di mente, fondamentalisti, ottusi e balordi, con la testa fasciata, e ciò mi fa anche piacere, chiedendomi: chissà, forse prima o poi qualcuno non si toglierà la fascia dalla testa per poi rinsavire?
Momentaneamente ho dovuto togliere la possibilità di porre commenti a causa di questi idioti anonimi pezzenti, poi si vedrà.
Solo un commento sono riuscito a leggerlo, ma poi, siccome non bastava una veloce risposta, l’ho messo da parte.
Prima o meno questa era l’accusa: che io mi limiterei solo alla “pars destruens”, tralasciando la “pars costruens”. In parole povere: mi limiterei solo alla parte distruttiva, senza proporre nulla di valido.
Non so se quel tizio sapesse di citare il metodo di Francesco Bacone (1561-1626), sta di fatto che, se non conosceva il metodo del filosofo inglese, tanto meno conosce il mio, anche perché del mio pensiero egli conosce solo qualche estremità pungente, dimenticando che dietro c’è tutto un profondo discorso, che faccio in continuazione, ma che scivola via sulla tabula rasa del suo cervello lucidato con cera grey.
È chiaro che per rispondere all’accusa che io farei solo la parte distruttiva, dovrei citare tutta la parte costruttiva, il che sarebbe impossibile, dovendo riportare infiniti articoli, citare numerosi libri che ho scritto, e invitare a vedere altrettanto numerosi video in cui espongo il mio pensiero che già dire mistico dovrebbe far riflettere anche gli analfabeti. Immaginate anche solo tentare di inserire, nella testa bacata di questi soggetti da ricovero psichiatrico, anche un solo granello della sapienza mistica medievale? Abituati come solo a sguazzare nel pantano, non riuscirebbero neppure a elevare i loro occhi di un solo millimetro dalla fogna.
Dimenticavo: ogni domenica durante la Messa tengo un’omelia apprezzata dai numerosi fedeli presenti in chiesa (se sono tanti vorrà già dire qualcosa o no?), e non perché urlo contro la Meloni o contro Salvini, ma perché espongo la parola di Dio in modo così assennato da sentire volare una mosca.
Anche se è vero che mi conoscono come il prete anti-Berlusconi, oppure l’anti-Salvini e oggi l’anti-Meloni – la gente fa in fretta a etichettare le persone –, è anche vero che, soprattutto oggi, don Giorgio è anti perché è pro. L’anti-potere si fa sempre più duro quando più elevato diventa il mio senso del bene comune.
Chi vive di forti ideali non sopporta quanti li sotterrano, tanto più se a farlo sono coloro che, avendo forti responsabilità nel campo istituzionale, dovrebbero essere i primi a servirli. Ed è proprio colui che si mette contro il bene comune che va contestato proprio in nome del bene comune, che perciò deve essere come l’anima del contestatore. E non sarebbe ridicolo solo contestare per il gusto di essere anti, senza avere come scopo anzitutto quello di salvare dalle grinfie i valori democratici, o, meglio i cittadini perché si rendano conto che solo in una vera democrazia essi possono essere felici?
Il problema dunque è semplicemente questo. Questa gentaglia che accusa solo seguendo gli stimoli del proprio ventre o del proprio culo, è impossibile da convertire, nel senso che è del tutto inutile parlar loro di qualcosa di così altamente intellettuale da richiedere tutta la luce divina. Sono spenti nel cervello, e schiavi di una carnalità così putrefatta da contaminare l’infinto cielo di aria pura.
In fondo, lo ripeto con altre parole: questo sito vuole raggiungere un duplice scopo: stanare gli imbecilli, e permettere ai normali di riflettere seriamente sui valori della vita.
15 giugno 2024
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