Prato, parroco arrestato per spaccio di droga acquistata con le offerte dei fedeli: i festini a casa del compagno

da Il Corriere della Sera
La storia

Prato,

parroco arrestato per spaccio di droga

acquistata con le offerte dei fedeli:

i festini a casa del compagno

Don Francesco Spagnesi, 40 anni, è stato arrestato per spaccio e importazione di sostanze stupefacenti, la cosiddetta «droga dello stupro»
di Giorgio Bernardini
Un prete di 40 anni è stato arrestato per spaccio e importazione di sostanze stupefacenti. Don Francesco Spagnesi, che da pochi giorni ha lasciato gli incarichi di parroco della parrocchia dell’Annunciazione nel quartiere pratese della Castellina, è finito in manette nell’ambito di una clamorosa indagine su festini a base di cocaina e di Gbl, la cosiddetta «droga dello stupro». Il parroco è stato messo agli arresti domiciliari dopo che il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Prato, Francesca Scarlatti, ha accolto la richiesta di misura cautelare presentata dalla procura. Secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile che ha effettuato le indagini per conto della procura, il parroco avrebbe importato dall’estero, nel corso del tempo, quantitativi di Gbl compresi tra mezzo litro e un litro per volta assieme ad un complice, Alessio Regina, di 40 anni. Proprio grazie all’individuazione dell’attività criminale di quest’ultimo e al suo arresto avvenuto a fine agosto per importazione di droga dall’Olanda, gli inquirenti hanno scoperto del coinvolgimento del parroco. La droga sarebbe stata pagata con le offerte dei parrocchiani e destinata a persone contattate tramite siti di incontri sessuali.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori i festini sarebbero stati organizzati in un’abitazione nella disponibilità dell’altro indagato, anche lui agli arresti domiciliari. Una decina i partecipanti agli incontri su un totale di circa 200 contatti rinvenuti sul telefonino del prete, nel quale sono state «individuate tracce evidenti – spiegano dalla questura – dell’attività illecita dell’uomo». Don Francesco Spagnesi aveva lasciato su sua richiesta la guida della parrocchia dell’Annunciazione e la cura pastorale dell’Arciconfraternita della Misericordia di Prato due settimane fa. Il sacerdote aveva chiesto e ottenuto dal vescovo Giovanni Nerbini «di poter vivere un anno sabbatico per motivi di salute». Secondo gli investigatori della procura negli ultimi tre anni il parroco avrebbe invitato parrocchiani e conoscenti a far fronte a opere di carità e questo gli avrebbe consentito di mettere insieme i soldi necessari all’acquisto della cocaina e della «droga dello stupro».
«Movimenti sospetti sul conto della parrocchia». Ad aprile la confessione
«Dolore e sgomento». Il vescovo di Prato Giovanni Nerbini esprime così il suo stato d’animo alla notizia dell’arresto di don Francesco Spagnesi, ex parroco dell’Annunciazione alla Castellina. «Sono notizie che un padre e Pastore non vorrebbe mai avere – afferma mons. Nerbini – e che colpiscono l’intera Diocesi. In questo momento voglio farmi vicino particolarmente alla comunità parrocchiale della Castellina, condividendone la sofferenza e il disagio». La Diocesi informa che il vescovo era da tempo a conoscenza di un forte stato di sofferenza fisica e psicologica del sacerdote. «Nessuno però – spiega Nerbini – avrebbe mai potuto immaginare che avesse problemi di tossicodipendenza. Per molto tempo era rimasto un disagio personale». Ad aprile, messo alle strette, don Francesco ha rivelato la causa della sofferenza: l’uso stabile di droghe. È a quel punto che il Vescovo gli ha imposto un cammino di riabilitazione psicoterapeutica con uno specialista. «Quando – continua Nerbini – abbiamo avuto notizia di movimenti sospetti sui conti della parrocchia, ho provveduto a ritirare il potere di firma esclusiva del parroco, per poter così procedere ad una verifica della situazione». Nerbini chiese subito conto a don Spagnesi di quelle operazioni bancarie: «Ogni volta mi veniva spiegato che si trattava di aiuti per persone bisognose della parrocchia». A giugno il Vescovo ha comunicato al sacerdote che lo avrebbe sollevato dalla parrocchia, in modo da potersi dedicare completamente alle cure: il provvedimento è divenuto operativo dal primo di settembre. Sono state, infine, le indagini della magistratura, di cui il vescovo “ha piena fiducia”, a dar conto degli esatti contorni della vicenda e delle contestazioni riguardanti lo spaccio di droga.

1 Commento

  1. Luigi Egidio ha detto:

    “La luce venne nel mondo, ma gli uomini preferirono le tenebre alla luce”. Succede a chi ha una fede che si trasforma in sabbia, in questo caso in polvere bianca (cocaina). Che differenza c’è tra la fede nella polvere bianca e la fede nelle reliquie? Un tremendo vuoto interiore. Lo stesso vuoto esteriore che separa le galassie tra loro. Come colmare il vuoto interiore? Con la Mistica? Con il Silenzio? Questo parroco figlio della luce e quel suo compagno figlio delle tenebre è lì che possono trovare la salvezza? Si può attraverso la Mistica o il Silenzio essere liberi anche dietro le sbarre del carcere. Si può attraverso la Religione e la Fede fatta di sabbia essere schiavi negli spazi liberi che la natura offre.

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