Il Giubileo va sospeso!

giubileo
di don Giorgio De Capitani
Indipendentemente dal terrorismo internazionale, il Giubileo non s’ha da fare!
Anche senza volerlo, sembra che siano in contrapposizione due visuali opposte della salvezza: una visuale buonista, quella cattolica, e una visuale violenta, quella fondamentalista di stampo islamico.
Due contrapposizioni che faranno scintille!
Anche se non entreranno direttamente in competizione l’una contro l’altra, magari senza neppure sfiorarsi, le conseguenze sulla società saranno inevitabili, e di entità incalcolabile.
La storia insegna: più prevale l’ottimismo di una religione che però, subdolamente, impone la sua redenzione sull’intero globo, più si scatena la violenza dell’altra, che da secoli, a differenza di quella cattolica, è ancora legata al fondamentalismo ideologico che facilmente si traduce in violenza fisica.
Insomma, in gioco c’è il destino religioso, anche se il vero motivo è tutt’altro che sacro.
Se è vero che l’Isis prende dio come un paravento, dietro cui nasconde ben altri intenti, è altrettanto vero che, pur sotto forme più moderate, la Chiesa cattolica usa anch’essa dio ai propri fini.
E non dimentichiamo che, nel passato, la Chiesa cattolica si è comportata, più o meno, forse ancor peggio, dell’attuale Isis.
È vero che la Chiesa ha fatto passi quasi da gigante, abbandonando i metodi violenti, come mezzi repressivi della Coscienza, ma è anche vero che il dio in cui essa crede e che tuttora impone da credere, è lo stesso, ovvero uno pseudo-dio.
Ed è per questo che oggi la Chiesa, pur usando metodi più suadenti, è ancor più pericolosa, in quanto fa passare come vero un dio più accettabile.
Non vogliamo capire che il problema islamico, anche nella sua migliore dolcezza, e il problema cattolico sono identici. Ma non si tratta di risolverlo, da parte di ciascuno, presentandosi al mondo con un volto più rassicurante.
Dunque, in entrambe, ovvero nella religione islamica e in quella cattolica, il dio di fondo è falso. E, essendo questo dio ben nascosto, sotto tenaci apparenze, ovvero dovendo scavare in profondità prima di rendersene conto, i credenti resteranno ancora a lungo schiavi della menzogna religiosa.
Ecco perché il buonismo cattolico da una parte e il fondamentalismo islamico dall’altra non potranno mai servire l’Umanità migliore. Entrambi procureranno mali a non finire, generando falsità di coscienze e comportamenti dis-Umani.
È per questo che il Giubileo cattolico, proposto con tanta faciloneria (quella stessa che sta caratterizzando questo Papato!), non contribuirà affatto alla causa della pacificazione univerale.
Il Giubileo, volere o no, sarà una imperdonabile contrapposizione tra due visuali di fede, il cui dio, lo ripeto, è il medesimo: un falso dio.
Il Giubileo, visto nella sua forma più esteriore (ma è tale, esteriore, perché voluta tale), non solo non servirà a renderci migliori, ma creerà ulteriori premesse per un mondo peggiore.
Questo Papa sta facendo più danni degli ultimi pontefici, usando il buonismo di una religione, che si insinuerà nelle coscienze di una massa ancor più rincoglionita.
Qualcuno si augura un antipapa, che possa contrapporsi all’attuale papa in carica. In realtà, l’antipapa ci sarebbe già: l’emerito Benedetto XVI che, nel silenzio del suo eremo, sta dando una “lectio magistralis” che solo i posteri potranno raccogliere.
Ciò mi fa seriamente riflettere, anche se la penso un po’ diversamente.
Vorrei vedere “oltre”, anche con i piedi saldamente per terra: vedere una Chiesa “altra”, tanto “altra” da chiedermi: dov’è?
Come posso vederla, se è “oltre”, è “altra”? 
Ma non è qualcosa di aleatorio, di evanescente, di utopico!
La Realtà non è quella che si vede: casomai la si può intravedere. La Realtà è talmente profonda che la Chiesa non potrà mai confrontarsi con la Coscienza universale, di cui ciascuno di noi è parte essenziale.
Più si scende, meno ci si divide. Ognuno, nel profondo di se stesso, potrà scoprirsi parte del Tutto, e perciò scoprire la fratellanza e la solidarietà.
Il buonismo è solo facciata, come facciata è il fondamentalismo. Solo scendendo nel profondo dello spirito, lontano da ogni forma religiosa, potremo ricostruire l’armonia, ovvero la pace universale. Lì, nel profondo, ognuno potrà intuire il vero Dio, e allora, solo allora, cadranno i veli della menzogna del buonismo e del fondamentalismo.
Oggi, come oggi, siamo ancora del tutto superficiali, per di più tra gli artigli, magari vellutati, di strutture religiose, in ogni caso violente, se a pagarla è sempre la Coscienza del nostro essere.
In questo senso, la Chiesa cattolica non è migliore dell’Isis!

 

6 Commenti

  1. GIUSEPPE ha detto:

    EGREGIO DON GIORGIO, CON MOLTO RAMMARICO DEVO DIRE CHE NON APPROVO E NON MI E’ PIACIUTO QUESTO ARTICOLO.

  2. Margherita ha detto:

    Mi perdoni don Giorgio, ma se non le va bene nemmeno Papa Francesco, che sta riavvicinando tante persone alla chiesa con il suo esempio di umiltà e semplicità, chi avrebbe preferito? Scola? O Bertone?

  3. zorro ha detto:

    Penso che non si debba parlare di guerra ma di difesa.
    L’europa ha il dovere di difendere il proprio territorio quindi rastrellamenti e perquisizioni a tappeto sui sospetti , blocco frontiere, stop vendita armi attraverso triangolazioni.
    Non bombardare le sedi ISIS in IRAQ e attuare embarghi con stati filo ISIS.
    Criterio di reciprocita dei luoghi di culto e quindi va da se chiudere le moschee presenti in europa anche perche i musulmani moderati si guardano bene di esprimersi contro i loro fondamentalisti pubblicamente.
    Attuare una politica di neutralita’ nei confronti dei territori caldi Iran Iraq Pakistan Libia.
    Implementare l’intelligence e lo spionaggio telematico della rete web
    Solo cosi’ in tempi rapidi si puo’ arginare l’escalation terrorismo.Sperando di avere dopo queste misure sufficiente petrolio x tirare avanti

  4. Giuseppe ha detto:

    E la sfida continua. In tutta franchezza ho l’impressione che il Giubileo proclamato in buona fede da papa Francesco, desti maggiore interesse (e inquietudine) per i suoi risvolti profani e turistico-mondani, piuttosto che per i contenuti sacri e religiosi. Prova ne sia che pur trattandosi di un evento promosso dalla chiesa cattolica, all’atto pratico l’onere della sua prepazione ed organizzazione ricade sulle autorità civili, specialmente del comune di Roma, che potranno così cogliere l’occasione per mettere mano a normative, infrastrutture e piani realizzati ad hoc, anche se la città li aspetta da anni, magari con l’obiettivo di renderli, se possibile, permanenti. È questo il motivo per cui il governo ha trasferito d’imperio da Milano a Roma alcuni di coloro che hanno reso possibile l’attuazione dell’Expo, offrendo loro la possibilità di mettere alla prova le proprie capacità confrontandosi con le complessità di in una città molto più grande e problematica, ecco perché ho parlato di sfida. Che tra l’altro sembra fatta apposta, dopo gli accostamenti tra il capoluogo lombardo e la capitale e gli apprezzamenti poco lusinghieri nei confronti della città eterna. Più che parlare di Giubileo, mi verrebbe quasi più spontanea la definizione di Expo 2016….
    L’altro aspetto di cui va tenuto conto, che desta non pochi motivi di ansia e giustificati timori nella popolazione, è la minaccia, ormai tangibile e non più remota di attentati da parte dell’Isis e degli altri terroristi sia politici che pseudo-religiosi. Alle follie di questa società malata, non c’era affatto bisogno di aggiungere alter cause di preoccupazione, ma l’insensata gestione della politica internazionale nel medio e vicino oriente con le sue contraddizioni ed una ingiustificata superficialità, è riuscita a provocare l’esplosione di qualcosa che sfugge al nostro raziocinio e con cui adesso siamo costretti a fare i conti. È inutile e controproducente nascondere le responsabilità del mondo occidentale nella situazione attuale. Sappiamo bene che le armi non esistono in natura né crescono come funghi ai piedi degli alberi, qualcuno perciò deve averle procurate al sultanato sunnita del levante e non certo i marziani o altre entità sconosciute. Prima di prendere misure irreparabili o lasciarsi trascinare dall’ondata di sdegno in un vortice senza fine, sarebbe opportuno, a mio avviso, fare un bell’esame di coscienza ed adoperarsi concretamente per trovare il modo di sventare le minacce, senza dover essere costretti a piangere ulteriori tragici spargimenti di sangue.

  5. GIANNI ha detto:

    Si leggono in questi giorni, in queste ore, tanti articoli, e altrettanti commenti sui drammatici eventi di Parigi, ma anche su cosa significhi una religione e sul suo impatto sulla società contemporanea.
    In questo mio commento, quindi, vorrei considerare un po’ tutto.
    A partire da chi si interroga, in primis, prima che sulle altrui colpe, sulle nostre, o meglio, quelle di noi occidentali, che non sono poche.
    Ed a tale riguardo, in effetti, va considerato anche quello che dicevo nel mio commento di ieri: bisognava definire le cose con chiarezza sin dall’inizio, senza ipocrisie politiche.
    Noi occidentali in genere, prima gli USA, poi anche vari alleati NATO, ci siamo schierati in una guerra da tempo.
    Prima era il conflitto tra arabi ed israeliani, ora ha assunto i connotati quasi di una nuova crociata, quella contro l’ISIS.
    Perchè, quindi, dico che dovevano essere definite le cose senza ipocrisia e con chiarezza sin dall’inizio?
    Proprio perchè è un’ipocrisia non solo quella di giornalisti, che fanno magari finta di essere dispiaciuti, ma in realtà si compiacciono di news sensazionalistiche, ma anche quella di politici, che si ergono a paladini di qualcosa….
    Intendo dire che si sapeva sin dall’inizio di tutta questa vicenda, che non nasce ora, o da quando c’è l’Isis, che si trattava, pur sotto forme particolari e diverse dal passato, di una guerra.
    I primi che non desiderano una guerra peraltro sono proprio i militari, (parlo di quelli occidentali, non dei terroristi, che si considerano militari), proprio perchè conoscono le conseguenze cui si va incontro, ma a suo tempo questa cosa era stata resa nota anche ai politici, non fosse che per le previsioni dei servizi di intelligence.
    Se si portava un attacco, o si realizzavano forme di collaborazione ed alleanza con chi portava un attacco, era evidente che poi anche paesi alleati potevano essere considerati nemici di coloro che erano attaccati.
    Pertanto, i fatti poi susseguitisi non hanno fatto altro che confermare questa analisi.
    L’islam fondamentalista, il terrorismo islamico, non ha fatto altro che estendere il concetto di guerra con Israele ed USA ai paesi alleati di USA ed Israele, volendo portare atti di guerra anche nel loro territorio.
    E, quindi, ecco l’attentato alla stazione spagnola, l’11 settembre americano, l’attentato di Londra, Charlie Hebdo, ed ora nuovamente Parigi.
    Ed un domani?
    Era chiaro sin dall’inizio che atti terroristici sarebbero stati, se non certi, molto probabili.
    Ma, sempre per ingannare un’opinione pubblica spesso rincoglionita o comunque disattenta, si è preferito sorvolare, anche su un’altra ipocrisia.
    Era chiaro sin dall’inizio che, quindi, o si sconfiggeva colui che era considerato il nemico, oppure semplicemente attaccarlo avrebbe poi scatenato un’offensiva terroristica in Europa.
    E così, secondo quanto previsto dagli apparati militari e di intelligence, è successo.
    Solo che, ovviamente, sempre per ipocrisia si preferisce nasconderlo, e si preferisce farsi passare come gli eroi di chi è alleato contro questo o quello.
    L’alternativa c’era, semplicemente non fare alcuna guerra…e smetterla di ergersi a paladini di una visione contro un’altra.
    Invece, delle tre opzioni possibili, si è scelta la peggiore.
    Le 3 opzioni erano, appunto, non entrare in nessuna guerra, dichiarare una guerra effettiva, fingere che questa guerra fosse solo un’operazione di polizia internazionale contro il terrorismo, che implica sopratutto attacchi aerei.
    La peggiore era la terza, quella che ha scatenato la situazione attuale, ed è stata scelta.
    Ma anche la religione, di suo, contribuisce certamente a creare steccati, anche quando si presenta sotto forme non violente.
    Ma la violenza è insita nel fondo di ogni religione, come violenza sula coscienza..o credi in questo e quello oppure..sei un infedele e quant’altro…….
    Nella disputa che seguì l’attentato a Charlie Hebdo mi schierai per coloro che dicevano je ne suis pas Charlie Hebdo, ed oggi, se viene confermato il Giubileo, questo dimostrerà una volta di più certa ottusità, e la dirà lunga su questo pontificato, ma chissà, coloro che inneggiano a questo papa senza se e senza ma, quindi acriticamente, forse ancora una volta non avranno nulla da ridire e da criticare.
    Direi quindi che bisognerebbe sopratutto fare, invece, due cose, non semplicemente sospendere il Giubileo, ma proprio annullarlo, ed a livello politico dichiarare formalmente chiusa una guerra che non ci riguarda, perchè non possiamo ergerci a paladini del mondo.
    Diversamente, dovremmo ad esempio fare guerra a tutti coloro che non rispettano la nostra visione, ma allora, chissà, magari dovremmo far guerra anche a qualche lontano stato asiatico e via dicendo.
    Sopratutto deve essere chiara una cosa: al politico fa molto comodo ergersi a paladino di certi principi, decidendo poi qualche attacco aereo, per pavoneggiarsi al tavolo degli alleati, peccato che questo non gli consentirà mai di vincere nulla, militarmente parlando, e che servirà solo a rendere maggiore il rischio di attentati sul proprio territorio.
    E la religione, se vuole realmente rendersi libertaria, eviti di voler condizionare la coscienza, peraltro a costo di maggiori attentati.
    Non dimentichiamo che è stato detto chiaramente: la prossima dovrebbe essere Roma.
    Per certi versi, siamo comunque in una situazione analoga a quella seguita all’attacco giapponese contro gli USA, da cui poi scaturì l’entrata degli USA nel secondo conflitto mondiale.
    L’america aveva capito che una guerra non si sconfigge con qualche attacco aereo, a meno di non parlare di attacchi di tipo atomico.
    Per sconfiggere la Germania nazista si dovette procedere ad un un’invasione di terra.
    Oggi abbimo un’opzione diversa: porre fine alla guerra, e diversamente, i politici si assumano le loro responsbilità e dicano apertamente quel che a loro già i militari hanno reso noto da temo: finchè verrà condotta una guerra senza intervento di terra, ci saranno rischi di attentati terroristici.
    Quindi, politicamente, scelgano tra la guerra e la pace senza infingimenti, rendendo noti alle popolazioni interessate i rischi che si corrono…
    Da parte sua il Vaticano non si erga a paladino della fede senza se e senza ma, ma si renda conto dei rischi che si corrono…….

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