Mi pento e non mi pento…
di don Giorgio De Capitani
Settimana scorsa, un collaboratore di Giuseppe Cruciani (La Zanzara – Radio24) mi aveva chiesto se ero disponibile per una intervista radiofonica. Subito, ho rifiutato. E non mi sono pentito. Del resto, non era la prima volta che in questi tre anni avevo detto di no. Per quali ragioni? Per non essere di nuovo strumentalizzato? Per obbedire ad un preciso divieto della Curia milanese, risalente agli ultimi mesi della presenza a Milano di Dionigi Tettamanzi?
Sabato scorso, 12 novembre, verso le 10.30, mi manda un messaggio un giornalista di La7, chiedendomi se ero disponibile per una breve intervista (di un minuto circa da trasmettere), che sarebbe andata in onda lunedì successivo, 14 novembre, durante il programma Tagadà condotto da Tiziana Panella, dalle ore 14.20 in poi. Dico di no, per le stesse ragioni che avevo dato a Radio24. Qual era il tema? Spiegare le mie ragioni per il Sì alla Riforma costituzionale. Interessante la premessa: erano riusciti a trovare subito il prete del No, ma non avevano ancora trovato un prete del Sì disposto a farsi intervistare. Già conoscevano la mia decisione per il Sì, e puntavano sul sicuro. Dopo uno scambio vivace di battute sulla possibilità di intervistarmi, senza uscire di persona con la macchina da presa, rinunciavo, anche se, sinceramente, non mi sembrava corretto che si lasciasse solo al prete del No di esprimere le sue opinioni. E la par condicio? Comunque, speravo che il giornalista prima di lunedì trovasse un altro prete del Sì disposto a farsi intervistare. L’Italia è grande, e non c’è solo Milano o la Brianza. Lunedì pomeriggio, mando un messaggio al giornalista per sapere se avevano trovato un prete per il Si. Risposta: No, non lo abbiamo trovato. In quel momento mi sono sentito in colpa, sperando comunque che, per par condicio, non venisse trasmesso neppure l’intervista del prete del No. E invece… rivedendo in seguito il programma, ecco l’intervista a don Paolo Farinella, prete di Genova, con cui, oltre ad aver firmato insieme il documento sul testamento biologico, recentemente avevo firmato con lui anche un documento sulle unioni civili. Conoscevo la sua avversione al Governo Renzi, per cui non mi aspettavo che votasse per il Sì.
Che dire della correttezza di La7 di mandare in onda solo la dichiarazione di un prete per il No? Beh, in realtà avevano cercato anche un prete per il Sì, ma non lo avevano troovato.
Mi pento di aver rifiutato? Sì e no. Sì, perché ho lasciato la possibilità a un prete del No di dire la sua, come se tutti i preti la pensassero come lui. No, perché, visti i precedenti – chi non ricorda l’intervista da me rilasciata (due ore o quasi ridotte poi a 5 minuti, facendo un collage delle mie affermazioni più “scandalose”, tolte dal loro contesto), per Exit condotto allora da Ilaria D’Amico, che mi aveva creato rogne a non finire anche con la Curia milanese? –, non volevo di nuovo farmi infinocchiare.
NOTABENE
Per chi non lo sapesse, perché estraneo al mondo televisivo, posso garantire che l’intervista a don Paolo Farinella è stata una messinscena creata apposta per l’intervista. Nulla di naturale, tutto artificiale: certo, le parole (magari tagliate) sono di don Farinella, il quale solitamente si presta a fare l’attore.
Don Giorgio, ha fatto benissimo, NON SI DEVE PENTIRE!
Non sprechi energie per gettare perle ai porci!
Il parroco Farinella (a mio avviso) avrebbe fatto bene ad astenersi atteso il suo ruolo, ma visto che ha ritenuto di farlo avrebbe dovuto argomentare meglio…… A questo punto due sono le spiegazioni: o non ha capito nulla circa il tema del referendum oppure (strumentalmente) ha ritenuto dare una mano ai suoi Padroni….. spero che il Papa Francesco gli faccia pervenire una “tiratina” di orecchie…. Come sempre Don Giorgio finisce per avere ragione|
Don Farinella non è di per sé parroco, ma si è creata una comunità tutta sua, con la Messa che dura due ore circa. Puoi immaginare chi sono i suoi seguaci.
Anche a me una volta è capitato di andare in televisione, a Rai 1, presso gli studi di via Tiburtina a Roma. L’invito mi era stato fatto su iniziativa di un odontoiatra che cura gratuitamente i pazienti disabili e non collaboranti, a cui mi ero rivolto per motivi famigliari. Fu tutto molto professionale e ben organizzato, mi vennero perfino a prendere a casa con un auto di servizio che, una volta finita l’intervista, mi riaccompagnò. La trasmissione era rigorosamente in diretta, ma domande e risposte erano state accuratamente preparate nei giorni precedenti, per impedire che si sforasse il tempo a disposizione, restando bene attenti a non divagare. E tutto sommato rimasi soddisfatto del risultato, nonostante il poco tempo a disposizione (circa 5 minuti), perché pur seguendo la traccia impostami, avevo potuto esprimere liberamente il mio pensiero, usando le parole che mi venivano spontanee, senza altri condizionamenti né suggerimenti. So per certo, però, che spesso, se la trasmissione viene registrata e mandata in onda successivamente, in fase di montaggio può accadere che venga manipolata, magari solo per motivi “tecnici”.
Invece tutte le mie esperienze sono state negative. Veramente negative.
Mi pare uno dei tanti che spiegano con una mera tautologia le proprie ragioni, come in una canzone di Iannacci…no perchè no……
Anche sul governo Renzi, uno dei tanti, che non sanno dire nel merito perchè no, al di là di ragioni meramente emotive, come antipatia et similia……
Probabilmente lo stesso dicasi dell’opinione su questo pontificato, cioè mai che si entri nel merito.
A mio avviso, è anche grazie a comportamenti di questo genere, ed a gente come don Farinella o come si chiama….se l’Italia ha ancora molto da fare sulla strada delle riforme e del progresso….per me don Farinella rappresenta, con queste pseudoargomentazioni quanto di più oscurantista esista, appunto, quasi come se dogmaticamente uno dovesse bere piscio perchè qualcuno che si crede investito di virtù dogmatiche ti dice che lo devi fare…
meglio perdere che trovare gente del genere….
Non so se vincerà il SI oppure il NO. Ma nel caso dovesse perdere il SI non sarà di certo colpa della scarsa esposizione mediatica dei sostenitori del SI o di una presunta violazione della par condicio a favore del NO.
No ho mai visto una propaganda così martellante e insistente (stesso fastidio provo per le campagne pubblicitarie commerciali). Sia durante i telegiornali smaccatamente per il SI, sia nei frequentissimi e costosi spot pubblicitari quotidiani “apparentemente” neutri.
Vien quasi da chiedersi se questa insistenza non faccia più danno che bene al SI. Sarà anche vero che il popolino bue va conquistato con questi mezzi, ma l’esempio americano ci dovrebbe insegnare una cosa : che quando si tira troppo la corda la corda si rompe e le conseguenze sono imprevedibili: contro tutte le previsioni ha vinto Trump purtroppo (e sottolineo purtroppo) nonostante tutti i giornali e televisioni appoggiassero la Clinton.
Fausto
Fausto ha proprio ragione, gestire la comunicazione è un’arte.
Esprimere il proprio pensiero serve solo ad esternare le proprie idee.
E’ molto difficile che questa comunicazione porti ad incidere sul pensiero del tuo interlocutore: dipende da quanto sei credibile verso di lui: Se manca questa credibilità è meglio non dire nulla, per non ottenere l’effetto opposto.
Io penso ad esempio che Berlusconi abbia conservato il consenso elettorale per tanti anni anche grazie a Santoro e Marco Travagli. Nelle loro trasmissioni lo criticavano in un modo che irritava i suoi simpatizzanti, che erano così portati a fare quadrato intorno al loro leader. Senza peraltro farsi lontanamente scalfire dal dubbio che forse qualcosa di giusto Santoro e Travaglio lo stavano dicendo.
Peccato che lo stesso effetto non si ripete per Renzi. Non ho l’impressione che le continue e assillanti accuse di Travaglio giovino a Renzi come giovavano a Berlusconi, il quale purtroppo rimane il maestro di manipolazione dell’informazione.
Il suo segreto è non avere nessuna opinione ed esprimere volta per volta il concetto che può creargli vantaggio, senza curarsi di essere coerente.
Come l’ultima sparata di oggi: “Renzi è l’unico leader vero in politica”. Non è importante se lo creda o meno. Lui sa benissimo che questa frase buttata lì da lui in questo momento è come un sasso gettato nello stagno già torpido.
Vedo già quanti nel PD e fuori, verso sinistra, si stracceranno le vesti, scandalizzati dal fatto che Renzi abbia ricevuto un complimento da quello che dovrebbe essere il nemico di tutti, salvo poi schierarsi con Berlusconi stesso votando per il no. Chi è il vero amico del giaguaro? E chi lo sta smacchiando in modo efficace e non solo a parole?