Il silenzio degli omertosi, bugiardi e reticenti
di don Giorgio De Capitani
In data 7 novembre 2016 ho inviato a Roberta Trabucchi, sindaca de La Valletta Brianza (Lc), una lunga lettera che potete leggere in questa pagina. Fino ad ora non ho ricevuto alcuna risposta. È passato più di un mese!
Non so se la mia lettera sia stata letta nel Gruppo consiliare e quale sia stata la reazione dei Consiglieri. Nulla!
Sono fatto così: se sono preso nei modi dovuti, ovvero secondo le regole della correttezza, so anche farmi addomesticare, ma se mi accorgo che mi prendono per i fondelli, allora divento una iena.
E la lotta continua, e continuerà a oltranza. Chiedo e voglio la verità, e che si faccia giustizia!
Lo chiedo e lo pretendo da cittadino. Ne ho il diritto. E nel caso in cui di mezzo ci fossero i diritti degli altri, allora per me diventa un dovere di coscienza.
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Quella che vi voglio raccontare è una storia che non saprei come definirla: grottesca o criminosa? Diciamo che è semplicemente “oscena”, dal punto di vista umano, sociale e politico.
Dico solo che, quando un assessore comunale “ruba”, nel significato più stretto della parola, un diritto di prelazione ad una famiglia del paese (se anche di un altro, la cosa sarebbe grave), questo gesto lo chiamerei per lo meno “criminoso”. E dico anche che, quando i membri del Comune, Giunta e Gruppo consiliare, tacciono, questo è per lo meno “omertoso”.
Inoltre, chiarisco che il fatto che io mette ora in pubblico tutta questa “oscena”, ovvero criminosa e omertosa, faccenda, ciò non è dettato da alcun senso di vendetta, ma da tanta rabbia sì, soprattutto però da quella voglia matta di giustizia che va oltre un singolo fatto criminoso, ma per chiedere che questi fatti non succedano più.
Questo video vuole essere un monito, un avvertimento alle amministrazioni attuali e future, perché si liberino al più presto di eventuali farabutti. Certo, non basta l’onestà personale; occorre, oltre all’onestà, anche capacità e professionalità conformi al compito di servire al meglio il bene comune.
Iniziamo la storia. Vi proporrò documenti e testimonianze. Ciascuno poi valuterà. Dirò la mia, ma attenzione: è quella di un cittadino comune, e già questo mi mette in uno stato di svantaggio di fronte agli enti statali, che dalla loro parte hanno la possibilità di insabbiare ogni porcata. Mi chiedo e vi chiedo: tra la parola di un cittadino onesto e la parola di un amministratore per lo meno omertoso, a chi bisogna credere?
Iniziamo…
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In data 18 agosto 2016, ho inviato a Roberta Trabucchi, sindaca de La Valletta Brianza e Presidente dell’Unione dei Comuni Lombarda della Valletta, questa lettera:
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In data 13 settembre 2016, ricevevo la risposta.
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La risposta cita una interrogazione del Gruppo consiliare di minoranza Lega Nord-Popolo della Libertà, a cui ha fatto seguito la discussione nel Consiglio comunale dell’ex Comune di Perego del 29 marzo 2011. Riporto in fotocopia il verbale.
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Anche perché la sindaca Roberta Trabucchi si era messa a disposizione per un eventuale incontro, ci troviamo anche con la presenza del vicesindaco, Emiliano Tamburini (era il 19 settembre scorso), per approfondire la mia richiesta e trovare una soluzione. Dopo una animata discussione, si decide che il caso venga portato da discutere al’interno del Gruppo consiliare. La sindaca mi chiede un altro mese, prima di darmi la risposta sull’incontro che nel frattempo si sarebbe organizzato. Accetto.
Ci sarebbe da aggiungere che avevo più volte fatto notare, anche in quel colloquio a tre, la anomalia politica di avere una Maggioranza senza la Minoranza. Successivamente, mi era stato suggerito di proporre l’introduzione anche nel Comune La Valletta Brianza della figura del Difensore Civico Territoriale. Lessi su un giornale locale la disponibilità del sindaco alla proposta, ma seppi poi che tale figura verrà introdotta dopo Natale.
Terminato il mese dall’incontro a tre del 19 settembre, sollecito la sindaca perché mi faccia conoscere l’esito della discussione sul caso all’interno del Gruppo consigliare. Mi risponde che non l’aveva ancora fatto, e di darle altro tempo. Il 4 di novembre ricevo finalmente la risposta.
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In data 7 novembre 2016, inviavo questa lettera/risposta a Roberta Trabucchi, e per conoscenza a tutti i Consiglieri:
Alcune considerazioni finali
1. Non chiedevo che l’attuale Amministrazione de La Valletta Brianza si assumesse tutta la responsabilità del fattaccio riguardante l’assessore dell’ex Comune di Perego, PierLuca Fumagalli.
2. Tanto meno chiedevo che l’attuale Amministrazione facesse qualcosa, entrando nel merito della causa giudiziaria, per appoggiare i diritti della famiglia Comi.
3. Chiedevo che l’attuale amministrazione facesse una pubblica dichiarazione “politica” di esplicita condanna di quanto accaduto, visto che ciò non era mai stato fatto nel passato, visto che l’attuale Comune è nato dalla fusione di Perego con Rovagnate, ereditando dunque il bene e il male, anche le rogne e i misfatti delle precedenti amministrazioni, e visto che nell’attuale amministrazione sono ancora presenti l’ex sindaca Paolo Panzeri e alcuni consiglieri della sua ex amministrazione, al cui interno c’era anche Pierluca Fumagalli. Inoltre chiedevo che per lo meno questi ex collaboratori di PierLuca Fumagalli si facessero un serio esame di coscienza se restare o andarsene dall’attuale Amministrazione.
Non è successo nulla di tutto questo. Si è preferito chiudere tutta la faccenda, che non è ancora chiusa dal punto di vista giudiziario, e metterci una pietra sopra, sostenendo sì che è una brutta faccenda, ma che riguarda il passato, dimenticando che la fusione ha ereditato il bene e il male dei due ex Comuni, e, da parte dell’ex sindaca Panzeri e dei suoi ex consiglieri, Roberta Trabucchi, Pierantonio Cogliati e Antonella Ghezzi, lavandosene le mani in quanto non al corrente di ciò che aveva fatto Pierluca Fumagalli. Anche in tal caso, l’ignoranza non scusa.
Che almeno l’aver sollevato da parte mia il caso dell’ex assessore di Perego ai Lavori Pubblici, che ha tentato e tuttora tenta di rubare il diritto di prelazione di una famiglia del paese, valga come monito per il presente e per il futuro. Ma ne dubito, visto che i furbi e i farabutti troveranno sempre il modo di uscire dalla porta per rientrare poi dalla finestra. E a pagarne le conseguenze saranno sempre gli onesti, costretti a subire le angherie anche delle istituzioni locali nei suoi membri più loschi, ma gli effetti negativi cadranno anche sulle stesse istituzioni democratiche, verso cui i cittadini onesti perderanno via via sempre più credibilità.
Infine, vorrei chiarire ancora una volta che tutta questa brutta faccenda non mi riguarda personalmente, ma solo come cittadino incazzato nel vedere come anche nei nostri piccoli paesi ci sia tanta disonestà negli amministratori., Non ho mai lottato, per difendere un mio diritto personale, ma mi sono sempre battuto per il bene comune. Questo sia chiaro.
cito Gianni:”La solita politica che dice di nulla sapere, quando invece già sapeva, tutto perchè certi potentati politici non sono mai messi in discussione.” quindi parliamo anche del sindaco di Milano Sala, o no?
con una differenza fondamentale.
Pur esponenti della stessa parte politica, Sala si è autosospeso, segno rispettoso delle istituzioni, invece gli amministratori locali hanno fatto finta di niente.
Aggiungiamo, per chi non lo sapesse, che di Sala i procuratori che curavano le indagini avevano richiesto l’assoluzione.
Infatti si trattava solo dell’ipotesi di una retrodatazione, che non pareva aver modificato a favore di nessuno alcuna situazione giuridica.
Pertanto, come si dice tecnicamente, falso giuridicamente irrilevanti, che non costituisce reato.
Poi la procura generale, ci ripensò, e decise, in virtù del suo potere gerarchico sugli altri pm, di procedere diversamente.
Sala però ha una carta in mano che non si sa perché non ha mai giocato: rendere pubblico il bilancio di Expo, cosa che non ha mai fatto: perché? Cosa aspetta? O forse non gli conviene?
Poi Sala rischia di finire a processo per la gestione del maxi appalto (270 e passa milioni di euro) che ha avuto un percorso “tortuoso” durante l’affidamento veramente poco trasparente.Fu data copertura a un’impresa illecitamente favorita.
Alla fine c’è una condotta di Sala che tutto sembra tranne quella incentrata alla tutela del bene pubblico e alla gestione trasparente di un’opera strategica. Eppure, ed ecco il paradosso, per questo aspetto il sindaco di Milano ed ex ad di Expo non rischia alcuna imputazione. Ma ripeto: visto che ha avuto l’onestà di auto sospendersi perché non rendere pubblici i bilanci di Expo? Un dubbio mi rimane.
non sono il legale di Sala.
Mi limito ad osservare una differenza di comportamento rispetto alla carica assunta, nel senso di autosospensione di Sala e non di altri.
Questo nulla toglie e nulla aggiunge ad eventuali responsabilità dei singoli amministratori, Sala compreso.
Spiace che lo scivolone lo compia un uomo pure attento e corretto (sino a prova contraria) come il sindaco Sala. Più ancora dell’eccesso di zelo (tutto da appurare) che avrebbe avuto sugli atti dell’Expo, quel che davvero colpisce è questa annunciata autosospensione da sindaco in carica.
Ma le cariche pubbliche non sono porte girevoli o semafori che ciascuno utilizza a suo piacimento. Oggi sì domani no. Ed è banalmente per questo che l’autosospensione da una carica pubblica, elettiva e per di più monocratica, semplicemente non esiste. Altrimenti, giusto per fare un esempio, a tutti gli amministratori basterebbe autosospendersi prima di commettere quello che altrimenti sarebbe un reato e poi bellamente riacquisire la carica vergini e nuovi di zecca. E’ un esempio.
Si può essere ovviamente (e peraltro in via del tutto eccezionale) sospesi soltanto per legge; giammai per atto o capriccio volontario; o per esigenza mediatica e per evitare offensive politiche dei propri avversari. Lì servono argomenti, spalle e carattere per rispondere, non alibi istituzionali. Anche lo Statuto di Milano è sul punto estremamente chiaro, articoli 38 e seguenti: la sospensione è solo per legge; il vicesindaco sostituisce il primo cittadino solo per assenza o impedimenti temporanei.
Sala potrebbe al limite assentarsi, fermo restando che le istituzioni di controllo (e lo stesso consiglio comunale) avrebbero tutto il titolo di chiedergliene conto; e se tale disfunzione dovesse perdurare allora sì il prefetto dovrebbe intervenire, ma per sciogliere il comune, non certo per consentire quel che è vietato.
Ecco perché, spiace dirlo, la bugia dell’autosospensione, ha per legge le gambe corte e a Sala non resta che parlar chiaro.
Dovrebbe dire cosa pensa dell’indagine, dare le sue spiegazioni; ma nel frattempo delle due l’una: continuare a fare il sindaco come è insieme suo diritto e suo dovere o sulla base delle sue valutazioni dimettersi. Vie di mezzo davvero almeno con i doveri istituzionali, non ce ne sono.
Colgo in questo intervento almeno due temi interessanti: l’autosospensione è legittima?
Inoltre, quale rapporto tra autosospensione ed eventuali illeciti, penali o amministrativi?
Per la verità, sul primo tema esistono diversi orientamenti di pensiero giuridico, come si può desumere dalla lettura di opere di diversi amministrativisti, cioè giuristi specializzati in diritto amministrativo, e più specificamente ancora nel diritto degli enti locali.
Ma su questo non mi dilungo, rischiando peraltro di andare fuori tema.
In ogni caso, l’autosospensione non interferisce con illeciti amministrativi o penali commessi antecedentemente, perchè il presupposto dei medesimi è l’esercizio di pubbliche funzioni.
Pertanto, neppure si avrebbe la possibilità di commetterli, se non si esercitano queste ultime.
Se poi si guarda alla prevenzione, appunto, l’autosospensione semmai impedirebbe di commettere illeciti funzionalmente collegati all’esercizio di pubbliche funzioni, dal momento che certi atti presuppongono il potere di compierli, nell’esercizio appunto di funzioni pubbliche.
Ne consegue che autosospendersi non serve nè a evitare indagini o condanne su eventuali illeciti commessi, nè a evitare indagini su illeciti potenziali e futuri, visto che proprio l’autosospensione comporta che non si possano commettere, se non nell’esercizio di certe funzioni.
Tanto per fare un esempio, se un pubblico ufficiale non esercita funzioni ricollegate a tale posizione, ma atti che riguardano solo la propria vita privata, certo non può essere considerato responsabile di abusi in atti d’ufficio.
Tutto il mondo è paese. Mi sembra evidente che il malcostume non ha abbia alcun certificato di identità e di residenza e non sia retaggio esclusivo di alcune provincie del mezzogiorno, notoriamente esposte al ricatto della malavita organizzata. Il fatto è chela fragilità dell’essere umano si manifesta in qualunque ambito e sotto qualsiasi latitudine, rendendolo un facile bersaglio della bramosia del possesso e della voglia di soddisfare i propri istinti, anche a costo di commettere ingiustizie ed iniquità, prevaricando i diritti altrui. A maggior ragione se ci si può avvalere delle “opportune conoscenze” e, magari, si rivesta un ruolo che possa facilitare tutto ciò. Tanto, a certi livelli, il silenzio dell’omertà e la connivenza finiscono spesso per essere una forma di assicurazione perché, prima o poi, qualcun altro verrà a trovarsi in una situazione analoga e ci sarà l’occasione di ricambiare il favore.
Che dire?
I fatti direi che si commentano da soli.
La solita politica che dice di nulla sapere, quando invece già sapeva, tutto perchè certi potentati politici non sono mai messi in discussione.
Magari se questo assessore fosse stato, invece, uno che contava poco o nulla, ad esempio in termini di voti, allora ecco che chissà…magari poteva essere anche sacrificato…invece in questo caso…..
MA, francamente, cosa c’è di nuovo?
Nulla, se non il fatto della fusione amministrativa, solo che cambiano magari i comuni, le loro denominazioni, ma non cambiano usi e costumi degli amministratori.
Questo è il problema!