Tanto tuonò che scese dall’alto una misera goccia d’acqua…

Tanto tuonò che scese dall’alto

una misera goccia d’acqua…

di don Giorgio De Capitani
Quando ho saputo che il centro vaccinale di Olgiate Molgora (Lc) di nuovo chiudeva dopo la somministrazione della seconda dose di vaccino per gli Over 80, di istinto mi è venuto un brutto pensiero: questi sindaci locali (di Olgiate, di Calco, di Brivio, di Airuno, de La Valletta Brianza e di Santa Maria Hoè) in effetti che cosa di concreto hanno ottenuto con la loro protesta (quasi una passerella mediatica, anche discutibile per qualche sindaco)?
Sembrava che avessero ottenuto il massimo, e invece solo un misero contentino. Non se ne fanno un esame di coscienza: sul come lottare insieme, sul come stare uniti, su quale migliore strategia scegliere? No, un momento di gloria, e poi tutti a casa a loro, a fare l’individualista.
Sì, tanto tuonò che scese una misera goccia dall’alto, chiuso dall’ottusità politica regionale e provinciale. Una ottusità che, per trafiggerla, richiederebbe ben altro che una esposizione mediatica di sindaci locali che si coalizzano solo per un momento, senza una strategia unica.
Questi sindaci che contano poco o nulla, quando si tratta di far valere le ragioni del bene comune contro una dissennata politica di gerarchi regionali e provinciali, privi di ogni competenza e di ogni buon senso.
Se si deve lottare, occorre scegliere vie più efficaci, e affilare le armi per trafiggere ogni burocrazia e l’imbecillità di chi ha responsabilità e che sembra preso dal gusto satanico di disfare le cose più giuste.
Siamo nelle mani di povera gente, che imbecilli cittadini votano a occhi chiusi, e che poi difendono a occhi chiusi.
La rivoluzione deve partire dal basso, dal locale: dai sindaci e dai cittadini locali. Con armi affilate, scendendo in piazza, sfidando i potenti nel loro palazzo. A oltranza.

2 Commenti

  1. Luigi Sirtori ha detto:

    Questi sei sindaci sono dei fenomeni da baraccone? Ho torto o ho ragione? Non amano le luci della ribalta come evidenzia don Giorgio? Come settantenne posso accedere alla prenotazione Covid 19 online della Regione Lombardia. Cerco un centro vaccinale vicino. Subito liberi posti a Besana Brianza (una quindicina di km) o a Lecco Maggianico (una ventina di km). Al secondo tentativo solo a Lecco Maggianico e precisamente al Palataurus appena inaugurato dal dr. Paolo Favini dell’ASST di Lecco. Sapevo della Technoprobe di Cernusco più vicino, ma non compariva. La mamma di mio genero aveva già la prenotazione. Poi leggo su Merateonline che è pronto ad aprire e il ritardo è dovuto alla burocrazia. Una persona intelligente si chiede: perchè a Besana Brianza e a Lecco ci sono già posti liberi e a Cernusco non ancora e a Olgiate hanno richiuso? Perchè l’ASST di Lecco preferisce dirottarli sul Palataurus di Maggianico dove c’è dietro anche Bertolaso oltre a Favini? Perchè i sindaci della Brianza contano come il due di picche a briscola? Perchè alcuni suoi rappresentanti sono legati al bauscia milanese dalle querele facili che fa politica più sui social e nelle interviste che in parlamento? Perchè il Calimero pulcino nero che ha messo in Regione sa che i sindaci sul territorio vanno per ordine sparso e basta qualche dolcetto per tranquillizzarli? Oppure si accontentano un po’ di luci di ribalta? Perchè … e non continuo per non stressare chi legge. Un ultima considerazione: i sei fenomeni sono tutti uomini. E qui don Giorgio mi darebbe una tirata d’orecchi dicendo che ha già avuto una donna sindaco e te la raccomando. Chi ha ragione e chi torto? Voglio seguire il consiglio di Bertolt Brecht e “preferire sedermi dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti sono occupati”.

  2. MaM ha detto:

    Don Giorgio, ha proprio ragione. Sembra che ci sia stato un po’ di fermento e poi tutto si è subito spento. Se andiamo come stiamo andando (male) è proprio perché nelle piccole realtà locali non c’è nessuno che sappia e abbia il coraggio di affrontare tutto questo sistema corrotto e di corrotti. Il cerchio si stringe nel senso che dal macro si va al micro e il micro è ognuno di noi. I nostri sindaci sono il nostro specchio che a loro volta lo sono delle province e via dicendo fino a salire.
    Al momento si sta dando libera strada a un populismo disastroso e si dimostra sempre più che si è individualisti e basta.
    In più di un anno non ho mai visto e sentito una grande compattezza da parte di tutte queste realtà locali, attaccate territorialmente una all’altra ma totalmente divise.
    Don Giorgio aveva ragione e ancora ha ragione.

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