Sotto accusa il Seminario di Venegono Inferiore

Sotto accusa il Seminario di Venegono Inferiore

di don Giorgio De Capitani
Potrei associarmi al coro degli scandalizzati, per fatti di pedofilia che stanno coinvolgendo una diocesi già in coma per tante altre serie ragioni.
L’altro giorno è morto un sacerdote giovane della diocesi milanese, caduto in un burrone. Stimato e ben voluto da tutti. Un vuoto incolmabile. La Diocesi se ne è accorta? Sicuramente Franco Agnesi se n’è fregato! Almeno sulla sua pagina facebook.
Oggi un altro giovanissimo sacerdote (non è il primo) finisce agli arresti domiciliari per abusi sui minori. Colpevole oppure no, è un prete già distrutto, tutti ne hanno parlato, anche la tv.
Mi pare giunto il momento, penso comunque di averlo già fatto, di accusare il Seminario di Venegono di grave incapacità nell’educare i giovani seminasti al sacerdozio. Un seminario dove tra l’altro è vivace un buon numero di lefebvriani. Il che fa paura!
Appena usciti dal seminario, i giovani preti sembrano in balìa del nulla o di una imbecillità che li spinge ad assaporare ogni novità soprattutto nel campo web.
Ciò che impressiona è vedere questi giovani sacerdoti, fragili e precari, sessualmente problematici, uscire nelle parrocchie in balìa di una carnalità impressionante. Eppure, dicono che i giovani preti siano in continuazione affiancati da psicologi e psicoterapeuti. Probabilmente avrebbero più bisogno di un ottimo Padre spirituale, e di una buona dose di Grazia divina.
In Seminario ci sono ancora educatori validi, come lo erano ai miei tempi, e parlo di 60 anni fa? Probabilmente no. Le nuove generazioni sono figlie dei loro tempi, vuoti d’essere.
I giovani entrano nei seminari vuoti d’essere, ed escono vuoti d’essere.
Forse i seminari non si sono ancora resi conto che il problema educativo è gravissimo e non basta certo riempire la testa di dogmatica, di morale, di scrittura, ecc. quando non si è ancora capito che per prima cosa bisognerebbe insegnare la Mistica. Se questi giovani sono fuori, tutto è vuoto dentro, il che fa paura.
Visto che, per un motivo o per l’altro, i preti diocesani milanesi stanno calando, o comunque numerosi hanno gravi problemi di salute, quando l’arcivescovo si accorgerà che ci sono preti in diocesi ancora attivi, ma con l’unico handicap di essere resi inutili?
E da ultimo dicono che ci siano altri preti in diocesi con il vizio di toccare i minori, parroci con il debole verso i seminaristi, e tanti altri che se la spassano su internet con i maschi, altri che spudoratamente se l’intendono con i ricchi, e altri con politici di destra e della lega. Alla faccia del Vangelo!!!
Ma c’è qualche gerarca in diocesi che sta facendo penitenza, magari mettendo il cilicio per ottenere qualche grazia dal cielo che purifichi una Diocesi macchiata di lordure carnali?
No, si continua ancora a far fuori preti dissidenti: il pensiero, questo sì, va castrato!!!
***
dal Corriere della Sera
DIOCESI DI MILANO

Busto Garolfo,

arrestato don Emanuele Tempesta:

«Abusi sessuali su minori dal 2020 al 2021»

Il sacerdote 29enne agli arresti domiciliari. Più di cinque episodi contestati. L’inchiesta partita dalle denunce di alcune mamme. La Diocesi: mai giunta alcuna segnalazione relativa ai fatti oggetto dell’indagine. Delpini: vicino alle comunità parrocchiali
di Redazione Milano
Don Emanuele Tempesta, sacerdote della Diocesi, è stato arrestato dalla Squadra mobile e si trova ora agli arresti domiciliari, in base a una ordinanza firmata dalla gip Luisa Bovitutti. Secondo le prime informazioni raccolte dalla Diocesi, che al momento non ha ricevuto comunicazioni ufficiali da parte dell’autorità giudiziaria, don Tempesta è accusato di abusi sessuali su minori compiuti nel periodo che va dal febbraio 2020 al maggio 2021. Sono più di cinque gli episodi contestati. Gli abusi sarebbero avvenuti nella casa del sacerdote e i minori avrebbero tra i 10 e 16 anni. L’indagine della Squadra mobile di Milano, coordinata dalla pm di Busto Arsizio Flavia Salvatore, è nata dalle denunce di alcune mamme ed è proseguita con le audizioni protette degli adolescenti. È fissato per domani l’interrogatorio di garanzia per don Tempesta davanti alla gip. Quando ieri gli investigatori della quarta sezione, diretti dal primo dirigente Marco Calì, si sono presentati a casa dell’uomo per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare, il 29enne è rimasto in silenzio.
Nato nel 1992 a Rho, dopo l’ordinazione sacerdotale avvenuta nel giugno 2019 don Tempesta ha ricevuto l’incarico di Vicario parrocchiale a Busto Garolfo (Milano), nelle parrocchie di Santa Geltrude e dei Santi Salvatore e Margherita. «La Diocesi di Milano prende atto con stupore e dolore di questa notizia e si impegna sin da subito ad approfondire i fatti, applicando le indicazioni del diritto universale della Chiesa e della Cei e a seguire le indicazioni che le verranno date dalla Santa Sede», si legge in una nota della Diocesi: «Nell’assicurare la più completa disponibilità alla collaborazione con l’autorità giudiziaria per accertare la verità dei fatti, la Diocesi desidera altresì precisare che non è mai giunta alla Curia, al Vicario di zona e al parroco alcuna segnalazione relativa ai fatti oggetto dell’indagine. L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, esprime la propria vicinanza alle comunità parrocchiali di Busto Garolfo e in particolare a tutti i soggetti in vario modo coinvolti nella vicenda».
Nel ribadire «il suo impegno per garantire la migliore tutela a tutti i minori coinvolti nelle iniziative pastorali», la Diocesi ricorda che il 23 novembre 2019 è stato costituito il «Referente diocesano per la tutela dei minori» che, seguendo adeguate modalità di contatto, «ha la finalità di accogliere le segnalazioni relative a presunti abusi su minori e di raccogliere gli elementi per una prima valutazione dell’Ordinario».
***
da Rete L’ABUSO
di Francesco Zanardi
16 luglio ore 14.45
Sono sette i bimbi di età compresa tra i 7 e gli 11 anni che sarebbero stati vittime di violenza sessuale da parte del sacerdote di 29 anni Emanuele Tempesta, arrestato dagli agenti della Squadra Mobile di Milano a Busto Garolfo (Milano). Ordinato nel 2019, il 29enne era al suo primo incarico. Nei prossimi giorni il pm di Busto Arsizio Flavia Salvatore sentirà i minori (già ascoltati in audizione protetta) con la formula dell’incidente probatorio.

3 Commenti

  1. MaM ha detto:

    È sempre difficile in questi casi dire qualcosa, anche proprio per la delicatezza del caso.
    Forse però bisognerebbe sempre andare a fondo e non limitarsi al gesto compiuto. Si sa che più a fondo si trova il perché. Non si giustificano assolutamente certe cose, ma allo stesso tempo non si può neanche fermarsi solo alla superficie.
    Anche i seminari hanno un peso in questi contesti, ma prima?
    Il discorso è molto complesso.

  2. Simone ha detto:

    Rileggendo il mio commento ammetto di esser stato poco lucido e forse troppo generalista.
    La notizia è stata divulgata su FB dalla Diocesi di Milano e mi sono soffermato sui commenti al post che mi sembra rappresentino a pieno il sentire del popolo.
    C’è chi dice preghiamo per i sacerdoti, chi é sicuro di un complotto contro la Chiesa, chi afferma che é impossibile perché i sacerdoti son i prediletti di Maria e chi spera che il don possa difendersi. In molti lo definiscono una mela marcia al cospetto dei tanti sacerdoti che si spaccano la schiena…come se gli altri, gli uomini comuni o meglio i poveri pirla come il sottoscritto, si grattino la pancia tutto il giorno. Quanti luoghi comuni banali e inutili!
    Questo è il livello del cristiano medio che davanti ad uno scandalo enorme o si arrampica sugli specchi o crede che con la preghiera avvenga il miracolo.

    Io ho provato ad incentivare un po’ di autocritica nella formazione e nell’atteggiamento del clero.
    Ho un sacco di amici preti a cui devo moltissimo ma, sarò presuntuoso, non vedo alcuna superiorità rispetto agli altri.

    Io spero che il don dica la verità e non ricorra ai trucchetti suggeriti dagli avvocati per ridurre la pena.
    Che si difenda se ha ragione o che chieda pubblicamente scusa e aiuto se ha sbagliato.
    Vorrei che nel rispetto del don non lo si chiami pedofilo fino a sentenza definitiva e che nel rispetto dei bambini non si parli di presunte vittime perché a questo punto sono già pienamente vittime.

    La nostra umanità ha perso la misura. Siamo davanti ad un gesto gravissimo…mai toccare i bambini, lo dice pure la ‘legge’ dei carcerati.

    In un commento un fanatico ha spiegato il simbolo dell’abito talare col significato del numero dei bottoni. Un commento impensabile di chi crede più ai simboli che ai valori. Di chi crede che basti il titolo per essere innocente e intoccabile. Questo va scardinato…ciò che per anni ha permesso di insabbiare ogni cosa in virtù della presunta santità terrena del clero.

    Detto ciò la curia ha scelto di esporlo al giudizio pubblico e credo che sia un segnale forte di discontinuità e trasparenza. In una fase preliminare non era necessario.
    É venuto forse il momento di far pulizia?

    Non so io vorrei che la comunità colpita più che investigare e chiedersi il perché, trovasse la forza di aiutare le famiglie colpite e il don. Senza giudicare o schierarsi da una parte o l’altra. Aiutare entrambi. Questa sarebbe una bella testimonianza di chiesa più dei miei commenti o delle tante baggianate lette sul web. Chiuso.

  3. simone ha detto:

    Provo ad intervenire evitando di giudicare il caso del sacerdote di Busto Garolfo, prete da soli 3 anni.

    Mi sembra di percepire un perfetto allineamento tra la logica del mondo e la logica dei preti. Superbi, superuomini, mezzi dei, alla ricerca del protagonismo e riconosciuti da tutti infallibili.
    E’ la stessa logica del mondo che rottama i deboli e fragili marcandoli come persone inutili.
    Ebbene questo egocentrismo sfrenato lo si rileva anche in molti sacerdoti che in questi anni mi sembra abbiano perso il senso del loro servizio: mai per il loro successo ma perché si manifesti la potenza di Dio.

    Ecco mi sembra che si faccia sempre più fatica a mettersi a servizio e questo sentirsi centro della comunità, anche se oggi si è centro di pochi vecchietti che pendono ancora dalle labbra del parroco, fa perdere i tratti del discepolo.

    Quanti casi di gestione non trasparente dei soldi della parrocchia! Quanti casi di violenza psicologica verso la comunità!
    Il prete opera in una condizione assolutamente difficile, vi mando in mezzo ai lupi, ma ultimamente lo fa coi tratti sbagliati.
    Lo fa trasmettendo arroganza, onnipotenza.
    Ha dimenticato la mitezza, l’umiltà, la pazienza.

    Ecco i reati van sempre puniti e non si giustificano ma mi sembra che oggi manchino quei tratti umani per poter concedere qualche attenuante in più. Questi bambinoni viziati e onnipotenti mi fan incazzare; da prendere a schiaffi da mattina a sera.

    Mq questi tratti di uomo superiore, incorreggibile, sempre al centro dell’attenzione vengono proprio inculcati in seminario che come giustamente evidenzia don Giorgio è FINALMENTE sotto accusa.

    Son più di 15 anni che sforna in maggioranza preti arroganti, pieni di sé. San Paolo ricorda più volte che è nella debolezza che lui si sente forte….ma sembra che il prete non sia più toccato dalla parola di Dio, sembra quasi che non si rivolga a lui in quanto superiore, sopra gli uomini e forse anche sopra a Dio.

    A me sembra che manchino i tratti base per mettersi a servizio del popolo di Dio; mancano gli elementi preliminari.
    Certo i preti son sempre meno e le maglie si sono allargate ma certe scelte son assolutamente scriteriate e i risultati si vedono.

    Da più anni chiedo che i seminaristi vengano mandati in missione, anche tutte le estati, per capire veramente cosa significa servire l’umanità.
    S,ì van mandati in mezzo alla merda per capire bene che il prete è SERVO e non PADRONE.

    Troppo quadrata la formazione, troppo rigida.
    Il tema della sessualità non viene nemmeno discusso, si impone il celibato che chiaramente la maggioranza del clero non rispetta…altra barzelletta a cui non crede più nessuno.

    Leggendo l’articolo sul caso di Busto Garolfo stamattina mi veniva il vomito. Quanta ipocrisia, quanta finzione. Che schifo!
    Pizzi e pianete, prediche altisonanti per poi violentare i bambini?….è questa la coerenza di vita che predicate? E’ questa la testimonianza che date?

    Bisogna assolutamente rinunciare alla struttura, scostarsi dai problemi numerici e ricominciare ad educare efficacemente i ragazzi in seminario. Non per farli diventare preti, obbedienti e rispettosi delle regole, ma per farli diventare UOMINI. Poi chi avrà realmente la vocazione si riconoscerà dalla scelta di una vita di servizio, umile e sobria.
    Gli altri saranno uomini pronti per affrontare la vita.

    Ecco mi piacerebbe anche che la Diocesi smettesse di emettere comunicati dove afferma che nessuno sapeva niente. Sembra che gli piaccia far la figura degli imbecilli o forse crede che tutti noi siamo imbecilli. Come se nessuno fosse andato dal parroco o a confessare a qualcun’altro questo problema….da un giorno all’altro tutti e 5 i casi sono usciti allo scoperto dal nulla.

    Assurdo. I preti vivano insieme controllandosi e correggendosi a vicenda. I vicari stiano vicini ai preti come padri raccogliendo le confidenze del cuore. Lo stesso faccia il vescovo. Invece tutti divisi e sospettosi gli uni verso gli altri per ambire ad una briciola di potere. Finirete per eliminarvi con le vostre stesse mani: lì ricostruiremo una chiesa autentica non questo sepolcro imbiancato.

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