da www.repubblica.it
I figli non sono pedine da spostare
di Michela Marzano
15 OTTOBRE 2024
Cosa intendeva il sindaco di Genova, Marco Bucci, quando ha detto che fare figli fa bene alla società? E quando ha annunciato che non averli non è solo un problema economico? Perché ha sentito il bisogno di precisare che vorrebbe che tutti i candidati alla presidenza di una regione li avessero fatti? Dopo le polemiche che si sono scatenate, Bucci ha dichiarato di essere stato travisato. Può darsi. Ma siccome, per spiegarsi meglio, ha aggiunto solo: “Vorrei che tutti avessero figli”, è difficile orientarsi. Non si capisce se mettere al mondo un figlio, per lui, sia un dovere, un desiderio, una qualità, un merito o una scelta. Né si capisce cosa significhi, per lui, essere un genitore. Un figlio non è un oggetto che si “fabbrica”, né, tantomeno, un appuntamento da mettere in agenda. Ci si può provare, per carità. C’è anche chi ci riesce, certo. Ma con quali risultati a lungo termine? Anche i figli, nei discorsi di alcuni, sembrano dover rientrare all’interno del paradigma del controllo: “voglio, faccio, ottengo”. E se, invece, la genitorialità fosse uno di quegli eventi che sfuggono completamente al controllo? Qualcosa che capita, oppure no, talvolta indipendentemente da ciò che si vuole. Un sogno, che per alcuni non si realizza. Una speranza, che talvolta viene delusa. Oppure anche un incubo, perché non è il momento, non si è pronti, non ce la si fa, non si è in grado.
Se c’è una cosa che mi infastidisce, è questa tendenza tutta contemporanea alla banalizzazione e alla semplificazione dei problemi più complessi. Questo modo di parlare dei bambini e dei giovani come se si trattasse di pedine da spostare sulla scacchiera della società, come pezzi di un gioco che, tanto, li esclude poi sistematicamente dalla partita. Si gioca sulla loro sorte, esattamente come si gioca sul destino del nostro paese. Strumentalizzando al tempo stesso i genitori e i figli. Sembra che fare figli sia come sfornare pagnotte: li si deve fabbricare per far andare avanti la società. Senza mai interrogarsi su come li cresce, sulle possibilità che si offrono loro, sul futuro incerto che gli si sta lasciando in eredità. E poi, se vogliamo dirla tutta, ci sono pure persone che, forse, avrebbero dovuto pensarci due volte prima di fare un figlio, e poi disinteressarsene. Nessuno di noi chiede di nascere, e accade che la vita possa diventare una maledizione. Cosa ne pensano, tutte coloro che amano tanto la retorica della famiglia tradizionale, papà, mamma e figli, di quei ragazzi che oggi stanno male, e attraverso i propri sintomi, talvolta devastanti, ci buttano in faccia le menzogne e la retorica con cui li abbiamo cresciuti? Su un punto, allora, Bucci ha ragione: quando si parla di figli, non si parla solo di un problema economico. Diventare madre o padre, quando si ha la chance di poter mettere al mondo un figlio, cambia tutte le coordinate di un’esistenza. Cambiano gli equilibri e cambiano le priorità. Cambia il modo in cui ci si proietta nella vita. Cambia tutto. Ovvero, dovrebbe. Perché poi il problema è proprio questo: talvolta non si è disposti a cambiare nulla, e i figli servono solo per dirsi: anche questa è fatta. Una casella spuntata nella lista delle cose da fare.
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da genova.repubblica.it
15 OTTOBRE 2024
Marco Bucci:
“Fare figli contribuisce al successo della società.
Tutti i candidati dovrebbero averli”.
Bufera sul sindaco-candidato alle Regionali liguri.
Il Pd:
“Offende chi non può averli, parole da Medioevo”.
Lui: “Travisato da sinistra che non ha argomenti”
a cura della redazione Genova
Il caso durante un dibattito elettorale in Curia a Genova
Scintille lunedì sera durante un confronto tra candidati alla presidenza della Liguria promosso dalla Curia genovese dove sono stati affrontati alcuni temi tra i quali la denatalità. Alla domanda sulla scarsità di nuove nascite ha risposto per primo, in ordine alfabetico, il candidato del centrodestra, il sindaco di Genova Marco Bucci: “Quello della denatalità è un problema italiano, non solo ligure, bisogna aiutare le famiglie, lo ha fatto la Regione in questi anni e continueremo a farlo con voucher asilo, ad esempio, bisogna che ci sia un welfare che supporti le famiglie ma – aggiunge Bucci – siamo di fronte a un problema sociale, educativo, che va affrontato con l’aiuto delle associazioni, a livello della cosiddetta società civile, se non si fanno figli non è solo un problema economico ma di altro tipo, e io vorrei che tra noi candidati tutti noi avessimo fatto figli, fare figli fa bene alla società. Dobbiamo dare il grande messaggio che chi fa figli contribuisce al successo della società”. Brusio nella sala particolarmente affollata perché è noto che Bucci ha due figli mentre Orlando non ne ha.
La risposta di Orlando è arrivata poco dopo: “Io non ho ricette contro la denatalità ma sono sicuro che non sia un problema che si risolve criminalizzando le persone che non hanno figli perché non li hanno potuti avere. Oggi fare un figlio costa – ha detto Orlando – il 50% delle famiglie monoreddito vive sotto la soglia di povertà, è un altro aspetto è quello che vede ancora scaricare sulle donne il lavoro di cura in una famiglia, le famiglie restano organizzate ancora su vecchi schemi, dobbiamo lavorare non per negare la realtà, ma riconoscere che la Liguria è in una situazione critica, con dati record negativi sulla denatalità, bisogna lavorare, tra le altre cose, per garantire il diritto universale alla sanità, perché anche perché curare i bambini è diventato sempre più difficile”.
Le affermazioni di Bucci hanno suscitato un diluvio di reazioni da parte del centrosinistra. “Bucci dovrebbe chiedere scusa a tutte le donne. Chi si candida a governare una regione deve rispettare e non giudicare e criminalizzare tutte quelle persone che per scelta, esperienze, dolori personali non hanno potuto o voluto avere figli. Dire che chi fa figli contribuisce al successo della società è un’affermazione da medioevo, da oscurantismo, per nulla liberale”, scrive Valentina Ghio vicepresidente Pd alla Camera.
“Chi si candida a governare una regione dovrebbe avere rispetto e la capacità di proporre ricette per sostenere la natalità e le donne in percorsi di vita e lavoro sempre più complicati. Dovrebbe parlare di superamento del gender pay gap, di congedi paritari retribuiti, di rafforzamento dei servizi di welfare. Questo serve per sostenere la natalità – scrive Ghio -. Non il giudizio di Bucci, che ieri alla sala Quadrivium di Genova, durante il confronto tra candidati, ha scritto una bruttissima pagina. Ci auguriamo che nel centrodestra qualcuno alzi la voce e riprenda Bucci per le sue deliranti affermazioni.
E visto che Bucci rivendica di essere stato scelto come candidato da una telefonata della Meloni, cosa ne pensa la presidente del Consiglio di queste affermazioni che colpevolizzano le donne? Ne prende le distanze?”
“Le parole di ieri del candidato del centrodestra Bucci sulla denatalità sembrano uscite dal Medioevo. Non tengono conto della situazione delle persone che non possono avere figli e denotano una sottovalutazione di tutti gli ostacoli di natura economica, perché non bastano bonus estemporanei per sostenere la natalità e la genitorialità. Infine sono parole che alludono a una considerazione delle donne che definire antiquata è un eufemismo, non toccando temi come il sostegno all’occupazione femminile o la parità salariale, che sono centrali. Se il livello del dibattito a destra sulla natalità è quello di Bucci, c’è da mettersi le mani nei capelli.
Auspichiamo prese di distanze anche da destra rispetto a parole imbarazzanti come quelle pronunciate dal sindaco di Genova”, dichiara la vicepresidente dem del Senato, Anna Rossomando.
“Gli errori vanno riconosciuti. Avevo definito il programma di Bucci degno della sceneggiatura di un nuovo film di Cetto La Qualunque ma invece più passano i giorni e più assomiglia alla trama di un film horror. Per presentare il suo programma sulla denatalità Bucci ha affermato che chi fa figli contribuisce al successo e chi non procrea no. Queste affermazioni gravi, inascoltabili, sprezzanti e penose aprono in molti di noi ferite che con il tempo abbiamo provato a cucire”. Così Davide Natale, segretario Pd Liguria.
“Sì, caro Bucci, credo di poter parlare a nome di migliaia di cittadini e cittadine che hanno rincorso quel sogno di poter avere figli ma che purtroppo non sono riusciti a realizzarlo e dirti che non ci può essere nessuna campagna elettorale, nessun traguardo da raggiungere, nessuna competizione da vincere e nessuna ragione che possa giustificare certe frasi – prosegue Natale -. Il successo della società è il frutto del lavoro, nascosto e prezioso, di tantissime persone che quotidianamente mettono un mattoncino per costruire un futuro migliore.
In trenta secondi, oltre a affermare un concetto da Medioevo, che si pensava superato, hai fatto un danno che non ti immagini nemmeno a tanti che hanno ancora ferite aperte, che bruciano – conclude -. Le battute a effetto a volte sono dei boomerang e questa volta, caro Bucci, ti torneranno indietro più di altre perché hai colpito la carne viva di tanti”.
“Pura speculazione di chi travisa le parole – la replica di Bucci in una nota -. Ho soltanto detto che vorrei che tutti avessero figli. Potete riascoltare la registrazione. Credo che sia l’augurio di tutti, anche di chi purtroppo non può averli, ma vorrebbe. Anzi immaginiamo un supporto anche per chi ha queste difficoltà”. “Noi vogliamo una Liguria giovane, dinamica, rispettosa delle generazioni – ribadisce Marco Bucci – Senza giovani, anzi, senza figli la Liguria non può esserci. Orlando e il Pd soffrono di vittimismo e non hanno argomenti con i quali parlare ai liguri”.
“Le parole di Marco Bucci, candidato della destra in Liguria, riguardo a chi non ha figli sono inaccettabili. Affermare che coloro che non hanno figli abbiano meno valore o siano meno partecipi della società è un attacco alle scelte di vita e alla dignità di migliaia di donne e uomini che, per motivi diversi e del tutto personali, non hanno figli o non li possono avere. Il suo è principalmente un attacco alle donne e le sue sono parole degne delle peggiori destre internazionali: una dichiarazione programmatica che sottende un attacco ai diritti riproduttivi e all’autodeterminazione delle persone”. Lo afferma Roberta Mori, portavoce della Conferenza nazionale delle donne democratiche.
“Questa visione retrograda e discriminatoria offende la dignità di chi ogni giorno vive, lavora, studia e partecipa alla vita della comunità, a prescindere dalla propria condizione familiare. La maternità e la paternità sono scelte personali che meritano rispetto, non strumenti di giudizio morale o sociale.
Come Conferenza delle Donne Democratiche, ribadiamo con forza che questi sono attacchi indecenti e retrogradi ed è nostro dovere continuare a lottare contro ogni forma di discriminazione e difendere il diritto dei cittadini e delle cittadine a non essere considerati solo in funzione del loro contributo riproduttivo mentre il lavoro di un amministratore è quello di creare le condizioni perché le persone abbiano figli, non quello di obbligarle con la vergogna e lo stigma. Invitiamo Bucci a riflettere e a ricordare che il motto ‘far figli, molti figli, per dare soldati alla patria’ è stato bocciato dalla storia. Solo una società inclusiva e giusta con servizi alle persone, lavoro stabile e remunerazioni adeguate oltre gli stereotipi di genere potrà favorire l’inversione della curva della natalità. La strisciante colpevolizzazione, invece, della libertà di scelta in particolare delle donne rappresenta l’oppressione culturale che i cittadini, e in questo caso soprattutto le cittadine della Liguria sapranno giudicare”, conclude.
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