Vigilate e… attenzione agli inganni
L’EDITORIALE
di don Giorgio
Vigilate e… attenzione agli inganni
Se il periodo quaresimale sembra preferire o marcare quell’ordine perentorio di Cristo: “Metanoèite!”, ovvero cambiate il vostro modo di pensare, e da qui la conversione, ovvero l’inversione a U per tornare radicalmente all’intelletto puro per schiarirci le idee e perciò le nostre scelte anche comportamentali, il periodo d’avvento invece preferisce marcare due parole in particolare: stare svegli o vigilanza, e attenzione agli inganni.
Una cosa subito da dire: sembra che la liturgia già dalla prima domenica di Avvento scelga letture quasi apocalittiche, che a noi sembrano del tutto esagerate, perché intese in senso negativo, opprimente, un peso che ci rattrista, ci amareggia, tanto più che spesso proprio in questo periodo succedono ovunque cataclismi d’ogni genere.
Eppure già la parola “apocalisse” nella sua etimologia significa “rivelazione”, ovvero ri-velare significa togliere un velo, manifestare qualcosa di divino, e questo qualcosa di divino appare nella sua luce proprio nelle tenebre. Le stelle brillano di notte.
Il problema dell’uomo moderno è il suo quasi totale accecamento, per cui non si accorge di essere immerso nelle tenebre più fitte, e si rinchiude nel suo piccolo bunker illuminato da qualche lampada che emana qualche fioca luce artificiale.
Già la parola “artificiale” oggi va di moda, pensate alla “intelligenza artificiale”, un meccanismo del tutto carnale privo di puro intelletto. Tutto ciò che è artificiale è un sistema del tutto meccanico che, quando sfugge di mano, può indurre alla perversione umana. Eppure, “artificiale” contiene la parola “arte”, ma di quale arte si tratta?
Verrebbe voglia di dire che nell’inganno siamo tutti bravi artisti, abili nel dipingere l’inganno in modo del tutto splendente, e, quando luccica, ogni cosa attira soprattutto gli allocchi.
Cristo sapeva qualcosa del cuore umano: Lui, il Logos eterno, la Verità assoluta fattasi carne, non per perdere la sua lucidità intellettuale, ma per illuminarci nella nostra carne, così da toglierne ogni crosta di troppo.
Cristo si è fatto carne per ri-velare il Divino più puro, in noi. Quell’”accanto a noi”, o “con noi” non mi appaga per nulla, anzi mi sembra una misera e deplorevole riduzione del Mistero divino, che non opera restando accanto a noi, o con noi, ma nel nostro essere.
Non bastano luci che provengono dal di fuori, se dentro siamo già ingannati da un ego, che è la “longa manus” del maligno.
Cristo si è fatto carne per disincarnarci dalla nostra perversione o cecità umana. Non è venuto semplicemente per dirci: “Ti voglio bene, sono accanto a te, ti sono vicino, sto dalla tua parte, ti comprendo, perdono i tuoi peccati”.
Cristo rimane il Logos eterno, Luce per illuminare dal di dentro popoli traviati, a partire da ogni singolo, perché è semplicemente sciocco parlare di umanità nella sua astrattezza. Non esiste l’umanità, ma esseri umani, che però richiedono di essere risvegliati nella loro singolarità di esseri divini.
Solo chi è attento, e resta attento, solo chi è sveglio non si fa ingannare. Sulla parola “attenzione” dovremmo rimanere a lungo, pensando anche alla particolare importanza che le ha dato la filosofa francese Simone Weil.
Per essere attenti, come dice etimologicamente la parola (dal latino ad-tendere), bisogna stare in movimento, non farci prendere dal sonno, elevando il nostro spirito al Divino. Tensione anche contemplativa, anzitutto mistica. Non si tratta di un movimento fisico, ma interiore.
E l’inganno del maligno sta nel togliere o anche solo allentare la tensione al Divino, mettendo al posto dello Spirito quell’ego che crea altre tensioni, ben più allettanti, carnali, ma che tagliano la gola.
Ogni inganno affonda le sue radici nella carnalità che attira imbecillendo, togliendo l’intelletto e rendendolo incapace di capire l’inganno.
Gli esseri umani, accecati dall’inganno, vedono solo con gli occhi fisici appannati dalle apparenze.
Avvento, perciò, tempo di vigilanza e di attenzione. Ma non vedi che il mondo intero è vittima della più brutale forza di strapotere, vittima a sua volta di un maligno che inganna sia i carnefici che le vittime?
Attenzione, dunque: riprendiamoci l’intelletto, sorgente della luce divina.
16 novembre 2024
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