Giubileo, come un boomerang
di don Giorgio De Capitani
L’ho già anticipato, nella solitudine del solito bastian contrario: il Giubileo di papa Francesco sarà la consacrazione del fallimento del Cristianesimo.
Beh, in realtà il Cristianesimo era già fallito sul nascere, quando a prevalere fu la Chiesa gerarchica di Pietro sulla Chiesa carismatica di Giovanni l’evangelista. Due personaggi, Pietro e Giovanni, che rappresentano anche simbolicamente due contrapposizioni che, via via lungo i secoli, si dilateranno dando spazio all’aspetto strutturale di una Chiesa, sempre più saldamente fondata sulla roccia del potere.
Ciò che papa Francesco sta facendo in questi ultimi anni non è altro che dare più credibilità visiva, con il solito gioco del prestigiatore che incanta con illusioni, ad una Chiesa oramai al tramonto. Benedetto XVI aveva intuito stava per affondare con il bastimento e che perciò non gli rimaneva che lasciare il comando ad un altro capitano, nella speranza di un miracolo.
E “Qualcuno” intervenne, mettendo sul soglio pontificio un brande illusionista, che ogni giorno riesce a inventare prodigi d’ogni tipo per buttare fumo negli occhi della gente. Eppure noi credenti, che diciamo di conoscere Gesù Cristo, dovremmo aver imparato a memoria ogni sua parola. Ma ci sono parole del Vangelo che preferiamo ignorare.
C’è un preciso avvertimento, quando Gesù invita a diffidare del potere di seduzione del demonio, il quale non ama fare il mestiere del terrorista, ma subdolamente tenta di sostituire Dio, usando anch’egli il potere di compiere prodigi sapendo che sono i miracoli il punto debole dei credenti.
La “lunga manus” del demonio non è la perversione di gente come Hitler o l’Isis di oggi. Questi sono solo schegge impazzite che lo stesso demonio rifiuta, perché sa di perdere credibilità. La sua credibilità sta nel rendersi idolo appetibile con parvenza di bontà.
Giudicatemi come volete. Secondo me, la parte più diabolica della Chiesa non è stato il periodo di papa Borgia o delle Crociate o dell’Inquisizione, ma la Chiesa-religione dei pseudo-santi. Nel periodo più oscurantista del Medioevo (anche il Medioevo ha avuto momenti di splendore nella Chiesa profetica!), la Chiesa-struttura si è persa, ma per colpa di quel potere che era sfuggito allo stesso demonio, il quale ha dovuto riscattarsi, restituendo alla Chiesa-struttura quella purezza istituzionale che l’avrebbe poi rimessa di nuovo in gioco, facendosi credere come la nuova Chiesa di Cristo.
Ma voi credete che l’intento del demonio sia quello di distruggere la Chiesa-istituzione? Vi sbagliate di grosso. Sta qui l’inganno già preannunciato da Cristo, ma ignorato dai credenti. L’inganno del Maligno sta nel tener in vita il più possibile una Chiesa-istituzione che inganna; e inganna, più essa appare accattivante e capace di catturare il consenso della gente.
Cristo ha detto: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. E oggi la Chiesa perché si lamenta di essere perseguitata, chiedendo di essere difesa anche dagli Stati? Non è forse nella sua stessa natura essere perseguitata? Che cosa vuole?
Cristo ha scelto la via della Croce, e la Chiesa fa di tutto ancora oggi per battere la via opposta, dicendo a tutti che bisogna star bene, che i poveri sono dei disgraziati da rendere felici, che la giustizia sociale è ridare diritti (i suoi naturalmente) a tutti, ecc. ecc. Non importa che per duemila anni ha combattuto la libertà di coscienza e ancora oggi parla di valori cattolici, da difendere anche a danno dei diritti civili.
Ogniqualvolta la Chiesa combina guai, suscitando scandali d’ogni tipo, perde credibilità ma non è questo che il Maligno vuole. Il Maligno si insinua nella parte apparentemente “migliore”, inoculando il suo inganno.
Anche qui Cristo che cosa aveva detto? “State attenti: non fatevi ingannare!”. Da chi? Dai falsi profeti! E chi sono i falsi profeti? Non sono forse coloro che servono fedelmente la Chiesa nella sua struttura religiosa, tanto da essere poi canonizzati santi?
Ecco perché il Maligno non teme questi falsi profeti e neppure i santi canonizzasti dalla Chiesa, anzi fa di tutto per servire al meglio la Chiesa-struttura-religione. Egli teme i veri profeti, coloro che la Chiesa condanna come eretici: costoro rappresentano il vero pericolo, in quanto smascherano l’inganno della Chiesa e perciò del Maligno.
E la Chiesa come inganna? Offrendo la parte migliore della sua struttura-religione, perciò mettendo a disposizione del mondo i suoi favori “religiosi”, di quel dio-fantoccio inventato per concedere grazie a tutti, purché rimangano perenni alienati.
Gli stessi teologi ci dicono che, dopo naturalmente il Dio dell’Essere, il demonio è l’intelligenza più acuta che esista, e combatte il Dio del Bene usando sempre il meglio della sua intelligenza, ovvero con l’inganno. C’è solo una realtà che può contrastare l’azione intelligentissima del demonio: lo spirito di libertà, che risiede nel profondo del nostro essere. Ecco perché il Maligno fa di tutto per farci vivere “fuori di noi”.
E la Chiesa-religione che cos’è se non una struttura che pretende di far suo anche l’essere interiore, chiamandolo ora anima, ora spirito, imponendoci sopra il cappello di un dio su misura di una gerarchia di potere mai sazio di incatenare coscienze, con l’appoggio di un alleato: quel Maligno che gioca bene le sue carte tra incensi e canti, tra documenti e consenso popolare, con cui la Chiesa trionfa ovunque?
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GIUBILEO, OVVERO UNA TRISTE STORIA
DI PORTE APERTE E DI PORTE CHIUSE
di don Giorgio De Capitani
Lo spiritello diabolico che c’è in me non tace neppure quando dovrebbe rispettare certe regole di buona creanza (vivi e lascia vivere!), oppure il ruolo specifico dei campi (qui, su questa pagina di carattere politico-amministrativo, non si mischia sacro e profano!). Ma lasciamogli la possibilità di porci alcune domande, anche se irriverenti:
1. L’apertura delle porte del Giubileo non dovrebbe essere un momento di gioia, e allora perché preti, monsignori, vescovi e il papa si sono vestiti quasi a lutto, come se fosse morto il Padre Eterno?
2. Se le porte si sono aperte dappertutto, vuol dire che prima erano chiuse, e perché?
3. Se il Giubileo è un evento straordinario che capita ogni 25 anni, e che durerà solo un anno, allora vorrà dire che le porte torneranno ad essere chiuse per altri 25 anni?
Lo spiritello vorrebbe porre altre domande irriverenti, ma lo zittisco. Sono già abbastanza deluso, per sopportare eventuali depressioni. Ma una cosa è certa: questa Chiesa non conosce il fondo dell’ipocrisia!
Giorgio carissimo
Sei troppo pessimista e vedi demoni vincenti ovunque. Certo ci sono e ci saranno sempre anche nella Chiesa e trà i suoi sommi sacerdoti, i suoi scribi e farisei di adesso e di sempre, convinti e forse anche in buona fede, di essere veri evangelizzatori.Ma c’è ancora tanto di buono e tanti che non cercano santità ufficiali e canonozzazioni ma che con i loro piccoli o grandi gesti e sacrifici tengono viva la Chiesa, la tua Chiesa con tutte le sue contraddizioni e le sue (e le mie e le tue) ipocrisie.
Non ti abbattere e non disperare. Ha detto “io ho vinto il mondo” Sapeva che tutti ci dobbiemo convertire, che tutti sono e saranno peccatori. Per questo credo che anche questo strano giubileo al di là del colore dei paramenti e delle liturgie possa servire a sanare e non ad aggravare in noi quella malattia che nemmeno Gesù ha potuto guarire: la stupidità che si manifesta come arroganza, presunzione, autosufficenza.
Misericordia è una parola da riscoprire, perchè è tenerezza, è gioia, è voglia di capire il messaggio di Cristo
Ciao
Certamente la potenza del maligno supera la nostra immaginazione e, sono convinto che senza un minimo di fede e una grande determinazione, sia quasi impossibile resistergli. Da sempre, oltretutto, il diavolo cerca di seminare scompiglio nell’opera del Creatore, stravolgendo tutto ciò che può parlarci di Lui, della sua infinita misericordia (tema del giubileo) e del suo amore premuroso verso l’umanità. Nemmeno Gesù Cristo ha potuto sottrarsi alle sue tentazioni, anche le più ardite e provocatorie, specie nel Getsemani, quando sarebbe stato umanamente più facile rinunciare alla sofferenza , fare un passo indietro e mollare tutto, mandando a monte la sua missione salvifica. A maggior ragione la Chiesa, nonostante l’assistenza dello Spirito Santo, è costretta a subire la presenza ingombrante del tentatore che, se serve, è capace di assumere le sembianze del bene e della virtù, confrontandosi continuamente con i suoi inganni. Se, in certe occasioni, riteniamo opportuno ricorrere a qualsiasi mezzo, anche sleale, per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissi, tanto più questa regola varrà anche per chi è così potente e senza scrupoli.
Caro don Giorgio, io non so se tu hai ragione riguardo a papa Francesco, ma francamente mi riesce difficile capire ed accettare un giudizio tanto severo. Allo stesso tempo però, penso anch’io che sia necessario stare in guardia e fare molta attenzione, perché pur senza voler cadere nella trappola della diffidenza per partito preso, sappiamo bene che il male può arrivare da ogni parte, anche dalle situazioni e dalle persone più insospettabili.
Sulle domande che hai posto ho riflettuto. Sul n. 1 però non sono d’accordo: il viola, prima di essere colore del lutto (anche se è vero che, nelle esequie ha sostituito ormai il nero, che era ancor più lugubre!) in realtà è colore di penitenza: e mi sembra questo l’atteggiamento più appropriato per la Chiesa all’inizio di un anno giubilare. Ecclesia semper reformanda, quindi bisognosa di purificazione e di penitenza. Sugli altri punti sono d’accordo: la porta aperta nel giubileo dovrebbe insegnarci delle aperture abituali e quotidiane. Facile aprire le porte, ma, purtroppo, nella Chiesa diventa ancor più facile chiuderle!
Colgo l’occasione per augurare a te don Giorgio un buon Natale, essendo ormai iniziata la novena. Le antifone che iniziano con l’esclamazione “O” e che scandiscono la liturgia di questi giorni ravvivino nel cuore di tutti lo stupore per il mistero dell’Incarnazione, il Natale “vero”
Sul colore viola o morello (più scuro quasi nero) posso discutere. Noi di rito ambrosiano lo usiamo per l’Avvento, quando ero prete di Monte lo sostituivo con il verde. L’avvento non è il tempo dell’attesa e della speranza, come si può usare un colore di penitenza?
Non conosco il rito ambrosiano: anche quel colore morello che tu hai citato mi è estraneo. Ci sono indubbiamente delle differenze tra i due riti. Comunque, nel rito romano, una delle quattro domeniche di avvento è dominata dalla figura del Battista e dal suo forte invito alla penitenza e alla conversione. Già da qualche anno il lunedì dopo quella domenica io colloco la liturgia penitenziale con lo scopo di inserire meglio il sacramento della penitenza nel contesto penitenziale che deriva dalla predicazione del Battista… e anche per evitare di ridurre la confessione ad una formalità natalizia da sbrigare frettolosamente negli ultimi giorni in mezzo alle preoccupazioni per i panettoni!
Con quali azioni e strumenti allora la chiesa deve evangelizzare e proporsi a tutti?
Mi e’ difficile trovare risposta
Se vuoi provaci tu a darmi una traccia
È da anni e anni che lo spiego, non posso in tre righe riassumere.
Penso che il problema stia proprio nell’impossibilita in tre righe di spiegare argomentazioni difficili.Allora l’uomo semplice viene coinvolto con la forma e l’immagine.Altrimenti segue le letture del vangelo che pero’ vanno prese solo dai teologi?
In effetti, anche sotto il profilo teologico, quanto magari detto volutamente in senso figurato, potrebbe invece essere benissimo la realtà.
Chi sono, infatti, i demoni?
Nient’altro che angeli decaduti e ribelli al volere di Dio.
E cosa immaginare di più vicino a Dio di un angelo?
Credo nulla.
Se, quindi, il demonio, ex angelo, ha potuto ribellarsi a Dio, non credo vi sia, proprio nel senso metafisico del termine, un ostacolo rappresentato da persone o luoghi sacri.
Non va dimenticata quella ricca messe di testimonianze che spesso indicano futuri santi tormentati da potenze demoniache anche i certi luoghi.
Perché, quindi, teologicamente non ammettere che il demonio possa infiltrarsi nella chiesa stessa?
In fondo è considerato un essere dai mille volti, dalle mille sembianze.
SI dice che il demonio non può infiltrarsi nella chiesa:
Beh, mi pare non vero, ed anzi contraddittorio, proprio con quanto riportato dalla chiesa stessa.
Non vanno infatti dimenticati casi di indemoniati, soggetti a esorcismo nei locali stessi della chiesa, eppure, se valesse il principio per cui il diavolo non entra…allora non potrebbe entrare, anche se dentro il corpo di chi posseduto, eppure, a quanto pare, non è così.
A parte tali considerazioni prettamente teologiche, ovviamente non possiamo sapere come stiano le cose, ma certamente è insito in una struttura gerarchica un elemento fortemente negativo, rappresentato quanto meno dalla tentazione della piaggeria e del potere.
E questo binomio vive pienamente nel e del giubileo.
Pensiamoci bene: il giubileo piace e sale alla ribalta mediatica, e di qui forse anche una certa piaggeria, ma poi le porte, aperte e chiuse, rappresentano l’elemento di un potere che può discrezionalmente essere esercitato da una gerarchia dogmatica, che continua ad essere depositaria del potere di definire chi, cosa, quando e come perdonare e chi, cosa, come e quando non farlo.
Siamo sicuri, quindi, che non rientriamo in una sorta di chiesa medievale, ma, come vorrebbero i tanti apologeti dell’attuale pontefice, di una chiesa all’insegna della riforma e della modernità?
Io non credo.
Se proprio papa Francesco avesse voluto esprimere una chiesa di questo tipo, avrebbe semmai potuto lasciar da parte il giubileo ed indire, invece, un terzo concilio vaticano.
Non è moderna la chiesa che ripercorre vie trite e ritrite e, forse, chissà, magari utilizzate per i propri fini anche da chi, secondo la teologia, ex angelo, o angelo decaduto.