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Don Roberto, non chinare il capo
né ai giornalisti prezzolati di Berlusconi
né ai fascisti di destra
e neppure ai tuoi paolotti parrocchiani
e nemmeno al tuo Vescovo
Meno male che c’è un prete, almeno uno, che, oltre il sottoscritto, abbia il coraggio di denunciare con schiettezza come stanno le cose, perché disgustati, amareggiati, incazzati neri, costretti ad assistere quasi impotenti – nella più totale indifferenza generale di una società oramai senza testa e di una Chiesa istituzionale allo sbando totale – a una oscena farsa di un tribunale della giustizia (ma quale giustizia!), prono al più lurido politico che per più di vent’anni, insieme a Lega Nord e Comunione e liberazione (tre cancri lombardi!), ha in lungo e in largo s-governato l’Italia, facendo uno scempio di ogni realtà istituzionale.
E la Democrazia è sparita da tutta l’Italia, al nord, al centro e al sud, sotto gli occhi di tutti, in particolare di un popolo bue che, quando vota, usa il ventre e il culo.
BASTA!
Lo urlo con tutta la mia forza che ho ancora addosso.
BASTA!
Siamo in un Paese che si diverte nelle sue istituzioni più gerarchiche a calpestare ogni diritto, ogni senso di pudore, e poi, noi preti, che discorsi facciamo alla gente per educarla, già sconnessa nella testa, per cui non percepisce più nemmeno l’abc dei Valori più essenziali, lasciamo stare di Cristo o no, Valori che fanno parte dell’essere umano?
È ora che vescovi e preti la smettano di restare prigionieri di un silenzio colpevole: qui nella Diocesi milanese c’è un vescovo che parla sempre a vuoto, come un ebete, e va in giro a vanvera, e c’è un clero che preferisce salvare il proprio cadreghino.
E poi ci si lamenta perché le chiese si svuotino ogni domenica che passa. Ma è chiaro!
E la gente, se è così malconcia, lo è perché nessuno tra i preti, o ben pochi, cerchi di risvegliarla, scuotendola a più non posso, in chiesa o fuori chiesa, lanciando invettive anche dai bollettini o nelle omelie o mediante youtube, quando ci sono personaggi politici o non politici da smerdare.
Mi raccomando, don Roberto, non fare come qualche prete ambrosiano qualche anno fa, che dal pulpito aveva avuto il coraggio di dirne quattro a Matteo Salvini, e poi? Tutto era rientrato perché un superiore era intervenuto a farlo zittire.
Non so da voi, ma qui da noi, oltre un clero che non alza mai la testa, tranne pochissime eccezioni che poi durano poco, abbiamo un vescovo e abbiamo superiori alla don abbondio, incapaci forse per diplomazia o forse per paura di qualche ritorsione, che sono come pompieri che, appena vedono un accenno di fuoco, corrono a spegnerlo, eppure Cristo aveva detto: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!”.
In casi estremi, si ricorre al brianzolo biblista monsignor Gianfranco Ravasi, il quale tira sempre fuori una spiegazione accomodante, visto anche il suo diplomatico stile nel saper stare nel mezzo, senza mai sbilanciarsi nel campo sociale e politico.
Da anni aspetto che qualche altro prete si unisca alla mia lotta, sia quando contesto la Chiesa istituzionale sia quando lotto contro i politici corrotti. So che anche loro, almeno alcuni, borbottano, e a tu a tu, ma non pubblicamente, mi esprimono il loro malcontento. Altri forse di più mi emarginano come un lebbroso: votano Lega o Destra.
A maggior ragione non mollo, e affondo ogni giorno il bisturi nelle ferite di una Diocesi ammalata di tristezza e di rassegnazione, in attesa che…
Aspetto…
***
da www.ilgazzettino.it
17 Febbraio 2023
Sacerdote contro Berlusconi
sul foglio parrocchiale per il caso Ruby.
Forza Italia: «Si deve scusare»
Il prete nel mirino dei forzisti è don Roberto Trevisiol, 73enne parroco di Chirignago, fratello di don Armando
di Fulvio Fenzo
MESTRE – Non la “butta in politica”, come precisa fin dall’inizio, ma va giù duro. Solo che lui indossa un abito talare e quelle parole contro Silvio Berlusconi le ha pubblicate sul foglio parrocchiale, finito subito nelle mani di Michele Zuin, coordinatore veneto di Forza Italia ed assessore al Bilancio del Comune di Venezia, il quale lo invierà al leader degli azzurri e al Patriarca Francesco Moraglia. «Per chiedergli – spiega Zuin – se ritiene giusto che un sacerdote si esprima così su un bollettino della parrocchia».
È un vero e proprio editoriale quello vergato da don Roberto Trevisiol, 73enne parroco di Chirignago a Mestre, tra l’altro fratello di don Armando, il sacerdote che ha creato importanti strutture per anziani e poveri della città. Don Roberto, nel foglio “Proposta” pubblicato da ieri su carta e sul sito web della parrocchia, dedica le sue riflessioni all’assoluzione di Berlusconi nel processo Ruby ter. All’inizio, come si dice, la tocca piano chiedendosi come mai “per arrivare ad una sentenza definitiva si debbano attendere ben undici anni”, ma poi inizia ad affondare la lama: «In ogni aula di tribunale c’è scritto che la legge è uguale per tutti. Forse la legge lo è, ma non lo sono le tasche dei cittadini. Un poveraccio, seppur innocente, non avrebbe avuto tante risorse per pagarsi tanti avvocati per tanti anni». E poi arrivano le parole “incriminate”: «Sia distinto il verdetto legale dal verdetto morale: quale esempio ha dato non solo ai giovani, ma a tutti i cittadini italiani, un primo ministro, un presidente di partito che si circondava di ragazze come se avesse avuto un harem (e questo lo sanno anche le pietre) ottenendone le grazie non perché giovane, bello, affascinante, ma per via delle sue infinite possibilità economiche?».
E a questo punto il parroco non si ferma più, mischiando religione e politica: «C’è un comandamento che dice: “Non nominare il mio nome invano”. E troppe volte il nome di Dio, o della religione cristiana, è stato pronunciato in un contesto morale che con Dio e con Gesù Cristo non avevano e non hanno nulla a che fare. Questi signori difendevano la società cristiana o il regno del bunga bunga?».
LA DIFESA
«Un attacco del tutto ingiustificato, di cattivo gusto e che non c’entra nulla con le funzioni di un parroco – commenta il coordinatore degli Azzurri -. Uno può avere tutte le opinioni che vuole, ma un’altra cosa è esporle su un foglio parrocchiale. Questo sacerdote esordisce scrivendo “Non buttiamola in politica, ragioniamo liberi da scelte elettorali o di partito”, e poi finisce con cose come queste nei confronti di un politico che è stato assolto? Questo è fare politica su un foglio parrocchiale, approfittando della sua posizione». E prosegue Zuin: «Sono cristiano e praticante, ma questa uscita non posso farla passare via come se niente fosse. Difendo il mio presidente da questo attacco fuori luogo e porterò questo foglio parrocchiale all’attenzione di Berlusconi, affinché decida che iniziative intraprendere. Ma lo sottoporrò anche al Patriarca di Venezia per capire se è corretto che un parroco commenti le sentenze esprimendosi in questo modo. Come minimo, mi aspetterei delle scuse nei confronti di Berlusconi».
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Ah, ah, ah… ed ecco il Giornale, giornalaccio al servizio di Berlusconi, cosa dice… contro l’esternazione del prete.
Il serpente velenoso è sempre pronto a denigrare gli onesti e a falsificare i fatti.
da Il Giornale
Il don insulta il Cavaliere
“Uscita inopportuna”
Storia di Francesco Cramer
A Chirignago, due passi da Venezia, c’è un parroco che fa più rumore delle campane della sua chiesa. Don Roberto Trevisiol, infatti, per un attimo ha smesso la tonaca per indossare la toga, forse sentendosi una novella Ilda Boccassini. E s’è lanciato in un pistolotto anti Cav che ha indignato non poche pecorelle della sua comunità. Una di queste s’è rivolta persino al Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Il prete Roberto ha infatti dato alle stampe sul foglio parrocchiale la sua personale opinione sul verdetto di mercoledì scorso. Una sorta di «FattoQuotidiano» in salsa clericale. «Berlusconi», è il titolo del suo articolo a cui chiede ai fedeli di ragionare. Il trafiletto è una Bibba di contraddizioni. «Non buttiamola in politica», è l’esordio del suo scritto tutto politico. «Non sono esperto di diritto per cui non parlo di quello che non so». E poi, giù a discettare di diritto e parlare di legge: troppi undici anni per una sentenza; un «poveraccio non avrebbe avuto tante risorse per pagarsi tanti avvocati». Quindi arriva la sua di sentenza: «Sia distinto il verdetto legale da quello morale – predica il don – Quale esempio ha dato il premier che si circondava di ragazze come se avesse avuto un arem (senz’h ndr.) ottenendone le grazie non perché giovane, bello, affascinante, ma per via delle sue infinite possibilità economiche? È questo quello che vogliamo insegnare a chi si affaccia alla vita?». Quindi parla di «Regno del bunga bunga» e termina con un «Che desolazione». Tutto nero su bianco.
A tanti esce fumo (non incenso) dal naso dalla rabbia. O quanto meno stupore. Tra questi, il coordinatore regionale di Forza Italia Michele Zuin. Il quale prende carta e penna e scrive al superiore del don. «Resto alquanto sconcertato sulla necessità di inserire tale scritto all’interno di un foglio parrochiale, premettendo il pieno di rispetto delle opinioni altrui – è l’obiezione -. Mi chiedo, però, se l’opinione personale del Parroco ampiamente rappresentata, dando per certe alcune cose (smentite proprio dall’assoluzione con formula piena) e commentate personalmente, debbano essere così divulgate».
Non solo: «Personalmente trovo del tutto inopportuna questa uscita, ma lascio a Lei ogni ulteriore riflessione, anche se mi piacerebbe conoscere il Suo pensiero su questa questione». Una bomba in curia che, fino a ieri sera, non era dato sapere quali effetti abbia avuto.
Se non bastassero le testimonianze e le indiscrezioni rivelate negli anni, è bene ricordare che la deflagrazione degli scandali è stata alimentata dall’intervista che l’allora consorte del sor Silvio rilasciò a Repubblica.
È ancora troppo poco! Un sedicente leader politico che, purtroppo, ha segnato un’epoca della nostra storia, non può fingere di essere una creatura innocente. La “giustizia” umana non è infallibile e, ahimé, spesso commette errori imperdonabili oltre ad essere mansueta nei confronti dei ricchi e potenti corrotti. Il “bungabunga” e la cerchia delle olgettine sono cose reali e non invenzioni.