L’EDITORIALE
di don Giorgio
“Mettere ordine nella nostra vita”
«Senza che ce ne accorgiamo, la vita si disordina, si frammenta, si logora. Occorre rimettere in ordine i pezzetti del nostro tempo, del nostro corpo, del nostro cuore».
Queste parole del cardinale Carlo Maria Martini ci aiutano a entrare nel tempo della Quaresima.
Diciamo subito una cosa, con la solita chiarezza. Oggi si preferisce dire che la Quaresima non è il tempo di una penitenza esteriore. Dipende: se per penitenza esteriore significasse fare solo qualche “fioretto” rinunciando ad esempio a fumare o a bere il caffè o a vedere troppo spesso la tv, ecc. allora diciamo che è troppo poco, tanto più che, passata la Quaresima, magari il giorno stesso di Pasqua riprendiamo a pieno ritmo i vizi precedenti.
Quando i Mistici medievali parlavano di distacco intendevano anche il distacco dai beni materiali inutili: è vero che già il desiderio è da frenare, purificare, ma è ciò che già abbiamo che andrebbe messo in discussione, togliendo il troppo, l’eccessivo, il superfluo, anche se, ripeto, anche il solo desiderio ci porta, stressandoci psichicamente, ad avere il troppo, ed è sui desideri che il consumismo agisce: la gente la si conquista con i desideri del troppo facendolo apparire necessario, e così in molti ci cascano nell’inganno, e i primi ad essere ingannati possono essere proprio i poveri privi del necessario, che, con il bombardamento mediatico, si allarga all’inutile più inutile.
Ma secondo i Mistici il distacco non è fine a se stesso, per punire il corpo facendolo soffrire e così acquistare meriti davanti a Dio. Il distacco mistico è in vista della purificazione del mondo interiore, togliendolo dalle varie schiavitù, prodotte da quell’ego che i Mistici chiamavano “amor sui”.
Dunque, il distacco dai beni materiali inutili è in vista della libertà del nostro essere, sciogliendolo dai legami dell’ego che offusca l’intelletto “attivo”, quello illuminato dall’Alto, come scriveva Aristotele, riducendolo a intelletto “passivo”, soggetto all’ego.
È chiaro che ogni giorno occorre distaccarci dall’inutile, perché ogni giorno siamo tentati dall’inutile.
Ma la Quaresima, oltre l’Avvento, almeno per noi credenti è un’altra occasione “favorevole”, come direbbe la Liturgia rifacendosi alle parole di San Paolo, per prendere più coscienza di rimettere ordine in noi stessi.
La nostra libertà si misura ogni giorno con la tentazione di essere altro da ciò che siamo e di puntare la vita verso l’ego invece che verso Dio. Chiamatelo come volete, ma chi usa un po’ di intelletto “attivo” capisce che esiste Qualcosa o Qualcuno superiore, capisce quanto siamo fragili e incapaci di tornare da soli alla unità originaria.
Più siamo “fuori”, in balìa di una società alienata e alienante, che ci separa dalla Sorgente, sarà impossibile mettere ordine alla nostra vita. Quando dico “ordine” penso al “logos” degli antichi pensatori greci, che avevano già intuito l’Ordine universale, l’Armonia cosmica, retta da quella legge, ecco il “logos”, per cui il Creato, venuto dall’Uno, deve tornare all’Uno.
Il Creato siamo anche noi, e dentro di noi c’è quel “logos”, o legge universale di ordine e di armonia, per cui siamo parte dell’unità divina, ma a patto che ci liberiamo dai legami dell’ego che divide, separa l’essere dalla Sorgente divina.
17 febbraio 2024
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