Stop al riconoscimento dei figli delle coppie lgbt, Giuseppe Sala: «Serve una legge, sarà la mia battaglia politica»

dal Corriere della Sera

Stop al riconoscimento

dei figli delle coppie lgbt,

Giuseppe Sala:

«Serve una legge, sarà la mia battaglia politica»

di Chiara Baldi
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel suo podcast sullo stop imposto al Comune alle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali nel 2018, quando registrò 9 figli delle mamme arcobaleno
«Dovrebbe essere il legislatore a consentire con legge come avviene in altri Paesi anche europei, ad esempio in Spagna e Danimarca, la registrazione del figlio di coppia dello stesso sesso a prescindere dal più oneroso e ad oggi davvero travagliato procedimento dell’adozione in casi particolari». Lo ha sottolineato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, parlando nel suo podcast dello stop imposto al Comune alle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali. «Finora, il Comune di Milano, assumendosene la piena responsabilità e stante l’assenza di una specifica disciplina di legge – ha sottolineato -, ha trascritto gli atti di nascita dei figli nati coppie omogenitoriali. Purtroppo d’ora in poi non sempre sarà possibile. Oggi vi spiego perché. Mi farò comunque carico di portare avanti politicamente questa battaglia per i diritti delle coppie dello stesso sesso e dei loro figli».
Nel pomeriggio di lunedì il sindaco Beppe Sala ha avuto un confronto con le famiglie «arcobaleno» — a cui ha partecipato anche la presidente dell’associazione, Alessia Crocini — per spiegare i motivi dello stop. Il sindaco ha assicurato alle tante famiglie coinvolte di voler portare avanti la battaglia politica sia con il governo che con il suo partito di riferimento, il Pd. «Abbiamo grande fiducia nel nuovo Partito democratico di Elly Schlein», commenta Crocini, che accusa l’esecutivo di Giorgia Meloni di «voler fare la guerra ai nostri figli. La domanda che ci facciamo è cosa succederà ora ai bimbi che nasceranno: avranno meno diritti degli altri? E siamo certi che non ci saranno altre azioni per impugnare magari i riconoscimenti che ci sono stati fino a oggi?».
Lo stop imposto al Comune di Milano — e a altre amministrazioni italiane che in questi mesi avevano ripreso la trascrizione, tra cui Trento e Bologna — dal ministero dell’Interno recepisce in realtà una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 38162 del dicembre scorso, in cui i giudici supremi avevano stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe (che è un semplice atto amministrativo).
Lo scorso 19 gennaio il Viminale, con una circolare ai prefetti, ha sottolineato lo stop della Cassazione alle trascrizioni dei certificati dei figli di due padri nati all’estero con maternità surrogata e li ha sollecitati a «fare analoga comunicazione sindaci, al fine di assicurare una puntuale e uniforme osservanza degli indirizzi giurisprudenziali espressi dalle Sezioni Unite negli adempimenti dei competenti uffici». E così è successo: il prefetto Renato Saccone ha comunicato a Sala lo stop immediato alle trascrizioni avvertendolo che, in caso di prosecuzione, richiederà l’intervento della Procura per annullarle.
Sala aveva annunciato lo scorso luglio, dal palco del Pride, di aver ricominciato a trascrivere i certificati anagrafici: le prime a beneficiarne erano state due mamme. Il sindaco aveva chiarito di aver deciso di intervenire in prima persona usando i suoi poteri di capo dell’ufficio di stato civile, perché Parlamento e governo non avevano colmato il vuoto di legge sulle famiglie gay e lesbiche, nonostante le ripetute sollecitazioni della Corte costituzionale: «Quando gli altri non si muovono, devo sentire il dovere di fare la mia parte» aveva detto. Per la deputata dem Rachele Scarpa, «è l’ennesimo atto ostile del governo, non solo contro la comunità Lgbtqia+, ma contro dei bimbi il cui unico interesse da tutelare è quello di veder riconosciuti i loro genitori. Chiedo al governo di portare l’Italia avanti, anziché indietro, quando si parla di famiglie, diritti e uguaglianza».

2 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Vogliamo ricominciare con i figli di NN? Se i figli sono una benedizione come afferma la Chiesa Cattolica, perché trattarli in modo differente in base al loro concepimento?

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