Ero tentato di ignorare la morte di Silvio Berlusconi

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Ero tentato di ignorare

la morte di Silvio Berlusconi

Aggiungere la mia voce alla lista di migliaia e forse più di opinioni di italiani che hanno detto o scritto su Silvio Berlusconi mi sembrava dar ragione a chi dice che, quando muore un personaggio, si è quasi costretti a dire qualcosa, in bene o in male.
Solitamente si è bloccati dal silenzio imposto per convenienza di fronte a un cadavere ancora caldo.
Giorni di lutto, e giorni di silenzio… che nessuno poi rispetta.
Se entrate in una casa qualsiasi, per visitare la salma di un amico o di un parente, le parole non mancano, andando oltre le semplici condoglianze. E pretendete che quando muore uno come Berlusconi, ci mantenga un silenzio tombale?
Certo, bisogna stare attenti: i giudizi devono rispettare il cadavere ancora caldo!
Rispetto! E poi, come nel caso Berlusconi, si è come trascinati da una valanga di elogi, che vanno oltre quel rituale dire “in fondo in fondo era una brava persona”, con cui la gente liquida ogni giudizio sul più balordo del paese, che se ne è andato, prima magari, quando era vivo, era stato coperto da insulti di ogni genere.
Berlusconi è un’altra storia. Storia diciamo “politica”, che si è intrecciata quasi d’istinto o naturalmente con le sue più perverse passioni umane: di potere, di avere, di sesso, di donne, ecc. ecc.
Ho detto “storia politica”, sì perché se Berlusconi non fosse entrato in politica, tutto sarebbe stato diverso. Lui è sceso in politica per fare della politica solo un pretesto per fare i suoi affari (e li ha fatti con le sue tv!), per sporcare ogni ideale di giustizia, di bene comune, di quel progresso umano e sociale che dovrebbe essere il minimo per governare un paese, piccolo o grande che sia.
Ero tentato di riproporvi almeno qualcosa degli articoli, numerosi, che avevo scritto durante il ventennio berlusconiano. Ma ogni articolo nasce in un contesto che oggi nessuno capirebbe, soprattutto se non l’ha vissuto in prima persona.
Certo, non rinnego niente di quanto ho detto o scritto su Berlusconi, senza nemmeno togliere parole di troppo. Ciò che ho detto o scritto resta, anche a memoria di un periodo che oggi si vorrebbe negare o ridimensionare o giustificare, sempre secondo quel brutto vizio o vezzo di rileggere con occhi più indulgenti ciò che di male è stato fatto.
C’è di più. Hitler è morto, e con lui la sua perversa ideologia. Ha mandato al macello milioni di innocenti, ma solo fisicamente. Ci sono personaggi, come Berlusconi, criminali peggiori di Hitler, perché hanno tolto la testa ai cittadini, con un virus che durerà per decenni e decenni.
Certo, è un delitto uccidere fisicamente una persona tanto più se è innocente, ma che cos’è togliere la testa al popolo, che, per riaverla, magari passeranno secoli?
Nei giorni scorsi facevo queste riflessioni. Morto Enrico Berlinguer tutto era finito in poco tempo, i comunisti sparirono assorbiti dal berlusconismo più schifoso. Morto Silvio Berlusconi, il suo virus malefico durerà ancora cinquanta e più anni. Certo, ci saranno gli eredi, in senso politico, figli e figliastri della peggiore specie, vedi la Destra di oggi, con la Meloni in testa a fare da apripista per una Italia alla deriva. Dove andremo? Nessuno lo sa. Per ora non c’è che da temere il peggio.
Proviamo anche a riflettere sul perché ogni tot di anni arriva un mostro. Le cause sono complesse, e non sempre comprensibili. Neppure gli storici più afferrati in materia riescono a trovare le ragioni del male storico che torna, come in un ciclo.
Comunque, qualcosa si può capire, e, se arrivano certi mostri è perché trovano il campo libero per prendersi il potere. Il caso Berlusconi mi sembra chiaro. Manipulite di Antonio Di Pietro e company, che cosa avevano fatto? Il vuoto politico. E quando c’è un vuoto politico che cosa può succedere? Che sia riempito dal più balordo. Berlusconi ha trovato via libera per entrare in politica.
Il vuoto! Bisogna temere il vuoto, perché può essere riempito dal più pazzo del momento, con tanti soldi a disposizione e con una insaziabile sete di potere che chiamerei “delirio d’onnipotenza”. E la massa che fa? Ingannata da una precedente politica, si fa ingannare dalle promesse del prossimo imbonitore.
Con Berlusconi (ecco il vero male!) si è inaugurata l’anti-Politica. Ha avuto qualche nozione politica, prima di scendere in campo (tutti conosciamo i nomi dei professori del corso accelerato: tre o quattro ciellini, tra cui Angelo Scola), e poi ha messo la Politica sotto i piedi, inculcando negli italiani ben altri interessi: un mucchio di falsi desideri di avere tutto nella vita, tra cui ville, auto e donne.
E a proposito di donne vorrei di nuovo chiarire una cosa: di per sé non condanno, non l’ho mai fatto, un politico per la sua vita privata, ma il caso Berlusconi è diverso. Lui ha fatto della donna il suo potere, ovvero ha preso la donna come oggetto del suo potere, come se dicesse: più donne ho a mia disposizione, più esercito il mio potere su tutto. Io con i soldi e con il potere che ho, posso avere a mia disposizione tutte le donne che voglio.
Il mio violento reagire è stato proprio per questo concetto perverso di Berlusconi: poter avere tutto a sua disposizione, anche la donna in sé.
E così, anche quando mi accusavano di “odiare” Berlusconi (cosa “indegna” per un prete!), rispondevo distinguendo la persona dal suo ruolo politico. Odiavo non la persona Berlusconi ma il “personaggio” Berlusconi, che si comportava in un certo modo.
Ma se non sono riuscito a farmi capire neppure davanti al giudice monocratico e al PM (menefreghista tra l’altro, perché pensava alla carriera) del Tribunale di Lecco, come pretendere che mi capisse una massa di ignorantotti, rozzi e bifolchi?
Certo, una cosa dovrei aggiungere. Berlusconi, così pensavo, era forse l’unico in cui la persona e il personaggio erano la stessa cosa. Lui era così, perché lui lo voleva: essere la stessa cosa come persona e come personaggio.
Chiaro che il mio giudizio poteva essere equivocato, proprio perché mi era difficile distinguere in lui la persona dal suo ruolo. Già per il fatto che diceva “io sono questo o quello…”, ecco in quell’io c’era tutto: persona e personaggio.
Se “odiavo” il personaggio Berlusconi, è perché avevo in mente un ideale che Berlusconi impediva di realizzare. Perché Cristo se la prendeva con gli scribi e i farisei? Perché rappresentavano l’ostacolo al regno di Dio.
Non si può fare un compromesso. Cristo per non fare compromessi l’hanno messo su una croce… Qui sta il punto: proporre un Ideale, il più bello, e realizzarlo costi ciò che costi, togliendo ostacoli, ed educando la gente ad amare i grandi Ideali.
Berlusconi che ideale era, e che ideale è ancora? Il marciume in persona. Un cristiano che mette insieme Cristo e Berlusconi è da condannare senza se e senza ma.
Infine. Berlusconi corpo, potere, avere, ecc. non c’è più, ma rimane il suo virus, ed è qui che temo il peggio. Se Berlusconi corpo, potere, avere, ecc. aveva dei limiti, e proprio per questi limiti ultimamente era in declino, il suo virus non conosce limiti, e la massa neppure si accorge di avere una testa inquinata, corrotta dal virus berlusconiano.
NOTABENE
Non chiedetemi un parere sui funerali di Stato, per di più celebrati nel Duomo di Milano, del lutto nazionale, dell’omelia di Mario Delpini, ecc. ecc.  Il mio pensiero è tutto concentrato per un popolo balordo, quello italiano, che sta leccando il culo di una Destra, l’erede del peggior Berlusconi.
17 giugno 2023
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

2 Commenti

  1. Umberto ha detto:

    Faccia molta attenzione perché Roberto Formigoni si sta rimettendo in pista.

    Ha fatto fare due film due si sé. Il primo è “Il Celeste”, prodotto da Giulia Cerulli per Videa Next Station e scritto da Carmen Vogani con Danilo Chirico, Marco Carta e Lorenzo Avola.

    Il secondo è “Roberto F” scritto da Pino Farinotti con la regia di Nicolò Tonani e distribuito da DNA srl.

    Formigoni, che parla sempre di sé in terza persona e sorridendo, dice di avere salvato 3000 vite umane impedendo altrettanti aborti, e altre centiania di vite umane di persone rapite da Saddam Hussein.

    • Giuseppe ha detto:

      Sì è vero il “celeste” era uno dei più fedeli lacchè dI Berlusconi, ma c’entra con l’editoriale di don Giorgio. L’unica cosa che li accumuna, oltre alla “filosofia” di vita che hanno scelto è la galera e il fatto di essere dei pregiudicati. Il delirio di onnipotenza e la sete di potere comunque alberga in molti personaggi che oggi hanno un seguito inconcepibile.

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