Teologi che ne sanno quanto una vacca o un cavallo

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Teologi che ne sanno quanto una vacca o un cavallo

Leggo titoli, e poi faccio fatica a leggere l’articolo, anche perché scritto dal solito bullista che ne sa più degli altri, pur sapendo di non sapere (almeno questa attenuante talora gliela concedo). La cosa allucinante è quando si credono onniscienti, pur essendo, senza saperlo, perfetti ignoranti, e sparano notizie dal cervello vuoto di intelletto puro.
Solitamente questi individui (lo sono in quanto vivono a sé, pur facendosi una certa fama quando escono allo scoperto, per dire che ci sono) amano le polemiche, vivono di polemiche, anche per vivere mantenuti da qualche editore che sfrutta sempre una buona occasione, soprattutto se è il frutto di imbecillità.
E così basta che un vescovo pieno di buone intenzioni e anche nobile nel suo modo di essere buon pastore, dica o scriva qualcosa di decente, o, diciamo, di sincera professione di fede, ed ecco il bulletto uscire dalla tana per sparargli contro, con argomentazioni che sanno di un intellettualismo becero e rancoroso.
Che almeno qualche punto fermo ci sia in ogni polemica, senza voler per forza entrare nel cuore della polemica per parteggiare pro o contro questo o quello.
Che vogliate o no, vescovi o teologi più o meno laici, il Cristianesimo (notate la C maiuscola!) è fuori discussione, quando lo si prenda per ciò che è, così come è uscito dalla mente del suo Fondatore.
Che la massa non riesca a capire, e nemmeno a intuire, il senso profondo perché originale (in quanto risale alle radici) da restituire alle parole, o meglio al pensiero che precede la parola, non possiamo farci nulla, essendo la massa un frullato di menti vendute all’ammasso.
Ma che ancora oggi una certa gerarchia della Chiesa, troppo maggioritaria, parli di cristianesimo e di cattolicesimo come fossero la stessa cosa, o addirittura confonda il Cristianesimo con la stessa Chiesa cattolica, e gli stessi laicisti che mettono il becco dappertutto approfittino della confusione mentale della Chiesa e della stessa loro confusione ancor più perversa, parlando di post cristianesimo quasi fosse, forse la migliore secondo loro, risoluzione del problema della fede del credente o di chi aspetta dalla Chiesa una apertura nuova, questo è davvero imperdonabile, visto che poi a pagarne le conseguenze è la stessa massa alla deriva che resterà tale, alla deriva, finché avremo da una parte e dall’altra imbecilli degni del più profondo disprezzo.
Il problema è uno solo: saper trovare il coraggio di tornare alle origini, il che non significa tornare indietro, per vivere di qualcosa di antiquariato, intoccabile perché quasi divino. Il problema non sta nel voler, sempre e ad ogni costo, fare il novista per partito preso presentandosi nelle vesti del solito burino illuminista.
Chi prende il cristianesimo come fosse una religione è un cretino, imbecille, idiota, perverso, uno che è già subito fuori strada perché il suo intelletto, appena sente la parola “cristianesimo” si spegne, lasciando al cieco la sua perfetta imbecillità di partorire qualsiasi defecazione mentale.
Vogliamo o no partire dalla stessa piattaforma, che non è poi tanto piatta, ovvero dalla realtà che è quel pensiero intoccabile di Cristo che ha voluto non una nuova religione (Cristo sarebbe stato un idiota: ha distrutto la religione ebraica dalle sue fondamenta e come poteva inventarne un’altra magari peggiore?).
Il Cristianesimo puro, così come è nato dal pensiero di Cristo, non è una religione, non è neppure un cosiddetto movimento religioso: giustamente i primi cristiani lo definivano “Odòs”, termine greco frainteso dalla Chiesa che ha tradotto con “dottrina”. Odòs significa strettamente Via.
Sì, possiamo dire che il Cristianesimo è il Pensiero più puro di Cristo, e tale deve restare, un Pensiero, che poi si tradurrà in una Via, come cammino nella Storia.
Tu, Chiesa istituzionale, dovresti ogni giorno fare un serio esame di coscienza proprio sul fatto che hai ridotto il Cristianesimo autentico di Cristo a una religione. E tu, teologo, dovresti saperlo, ma avendo la testa fasciata di pregiudizi (ogni pregiudizio, di chiusura o di apertura, resta tale, un pregiudizio, perciò uno schema mentale distorto) parli superficialmente di Cristianesimo come fosse una religione, e ne deduce poi ogni conseguenza partorendo soluzioni le più allucinanti e fantasiose.
Non si deve parlare di post, ma di ante. Ogni religione finisce nel fallimento, e bisogna rifarla, pensando al futuro (post); ma il Cristianesimo puro non può finire nel fallimento, ma a un patto: che si mantenga nella sua purezza originaria (ante).
La Chiesa istituzionale (non entriamo nel problema della sua necessità storica o carnale) la si misura o la si giudica dal suo rapporto più profondo con il Cristianesimo; la Chiesa istituzionale è relativa al Cristianesimo, nel senso che ogni nostro sforzo di credenti, che in quanto corpo devono pur vivere nella storia anche carnale, è rivolto a far sì che la Chiesa istituzionale si mantenga il più possibile fedele allo spirito del Cristianesimo. Ogni rinnovamento della Chiesa istituzionale non va fatto in vista della sua efficienza carnale, ma in vista di una maggiore fedeltà al Cristianesimo più puro.
Ma è chiaro che un cristiano non deve estraniarsi dalla società in cui vive: il Cristianesimo più puro deve incarnarsi nella società, ma non istituzionalizzandosi, ma rinnovando dal suo interno tutti i figli di Dio, che in quanto figli sono tutti per natura cristiani.
Puntare le proprie scommesse o sfidare il presente o il futuro rinnovando la Chiesa come istituzione sarebbe fallimentare in partenza, sapendo già di perdere ogni battaglia ogniqualvolta ci si scontra con una società sempre alla ricerca del sensazionale.
A una società che tira fuori il peggio della sua carnalità si deve contrapporre un Cristianesimo che tiri fuori il meglio del suo Pensiero. Questa è dialettica per il Meglio. Altrimenti sarà sempre una contrapposizione per il peggio.
E qui non posso non parlare di Mistica medievale, quella speculativa: l’unica capace di rispolverare il vero Cristianesimo anche alla luce dell’antico pensiero greco; e l’unica sonoramente bastonata e maledetta dalla Chiesa istituzionalizzata, per non parlare di quei teologi idioti di oggi che parlano di tutto, ignorando completamente la Mistica medievale.
O si è mistici o non si è cristiani.
E io dovrei ascoltare teologi che litigano, fanno polemiche su cose che sono tra l’altro ridicole, proprio perché toccano solo l’aspetto più carnale di una religione che si è fatta Chiesa cattolica?
Il Cristianesimo prima è Pensiero puro (non Dottrina) e poi azione. L’agire dipende dall’intelletto attivo, illuminato dall’Intelletto divino, ecco perché la Mistica medievale è definita speculativa, e non del fare o della volontà. Ma fino a quando questi teologi con il cervello spento parleranno di cristianesimo, di cattolicesimo, di religione, di chiesa, di fede, di modernità, di post teismo, ecc. ecc. resteranno sempre in un circolo vizioso.
Il Vangelo di Cristo, inteso come la Buona Notizia del Pensiero divino, non è anzitutto carnale, politico, assistenziale, volontaristico, ecc. ecc., ma è quella Luce, il Logos eterno, che si è incarnato non per parlare meglio al corpo o alla psiche umana, restituendo loro i diritti e le giuste rivendicazioni: è Logos, Luce, Pensiero, che attraversa la storia rendendola Storia di Dio, e per fare questo ribalta l’essere umano nella sua interiorità. Il primo messaggio/invito/ordine di Cristo è stato: “Metanoèite!”, ovvero cambiate il vostro modo di pensare. Anche Giovanni il Battista predicava la conversione, dicendo: “Metanoèite!, ma pensava al comportamento o all’agire dei suoi uditori. Cristo userà lo stesso verbo: Metanoèite!, ma in senso intellettivo, e non moralistico. Prima si cambia il modo di pensare, per poi cambiare il proprio agire.
Aveva ragione Meister Eckhart quando, riferendosi ai suoi colleghi di insegnamento, diceva: «Vi son molti fra noi maestri che per tredici anni e più si sono sforzati di intendere la Sacra Scrittura e ne intendono quanto una vacca o un cavallo».
17 agosto 2024
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