Sulla conservazione delle ceneri dei defunti: disposizioni vaticane ridicole e coercitive della libertà di coscienza

Sulla conservazione delle ceneri dei defunti:

disposizioni vaticane ridicole e coercitive

della libertà di coscienza

Anzitutto premetto.
1. Non sopporto più l’ingerenza di una religione, compresa quella cattolica, che stabilisce ordini sul nascere, sul vivere e sul morire, e anche addirittura sul cadavere dopo la morte. Già certi trasformismi, prima si decide una cosa poi si cambia, fingendo di stare al passo della modernità, mettono forti dubbi sulla serietà, diciamo sulla “ragionevolezza” del modo di pensare e di decidere sempre sulla pelle degli altri. In altre parole, la religione, compresa la Chiesa cattolica, non fa uso per niente dell’intelletto, quello illuminato dall’Alto.
2. Una cosa sembra certa. Sul nascere, sul vivere e sul morire, si teme che possa crollare quella impalcatura che fissa i paletti, oltre i quali non si “dovrebbe” andare, perché andrebbe in crisi la stessa struttura religiosa. Certo, la nascita, la vita e la morte fanno parte di ogni essere umano, sul quale non deve pendere una spada di damocle, ma solo quel Volere di dio che è al di là di ogni legame religioso, proprio perché è insito in ogni essere umano.
3. Che ancora oggi al Chiesa stabilisca “come” nascere (dando ordini perentori anche sull’uso del sesso, proibendo ogni contraccettivo, ecc. ecc.), “quanti” figli avere (concedendo benedizioni e indulgenze a tutto spiano alle famiglie numerose), imponendo una “morale” comportamentale talmente dogmatica da richiamare, anzi peggiorando quella farisaica che già Cristo aveva stigmatizzato duramente, addirittura dettando leggi allo stesso potere giudiziario, legislativo e politico, indicando chi votare e come votare, questo è inaccettabile, come è inaccettabile che la Chiesa istituzionale stabilisca come io debba morire, ponendo dubbi e condizioni sul testamento biologico per non parlare dell’eutanasia ritenuta un crimine contro la vita. Ma, per fortuna oggi, sembra che si sviluppi auna maggiore una maggiore coscienza di una certa autonomia, anche se il rischio c’è, e lo si constata ogni giorno, di cadere nelle braccia di altre manipolazioni che hanno l’alibi di essere più in avanguardia, sapendo che la massa è sempre pronta a passare da una religione a un’altra, magari più laica ma sempre ingannatrice.
4. Sulla cremazione vorrei dire la mia. Dovrebbe essere per legge imposta a tutti: si risolverebbero tante cose, tra cui si eviterebbe l’oscenità di venerare il cadavere dei santi.
Dopo questa premessa, che dire ora delle nuove disposizioni ecclesiastiche sulle ceneri dei defunti, sottoposti a cremazioni? Semplicemente oscene e ridicole.
Per essere sincero, ho imparato a convivere pacificamente con la mia coscienza, la quale mi dice: Agisci in libertà! Se ho deciso di farmi cremare, stabilirò anche liberamente che fine faranno le mie ceneri: gettarle in un fiume o gettarle al vento.
Ridicolo ciò che afferma il “Dicasterium pro doctrina fidei”: «La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose». Senza la conservazione dei corpi o delle ceneri in un posto stabilito dalla Chiesa (ridicolo quando si permette di “conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto”!), si perderebbe il nostro ricordo o il suffragio delle persone care? Ma scherziamo? Tutto dunque dipenderebbe da qualcosa di visibile, conservato con culto, non importa se si tratta di ossa o di pelle consumate dal tempo o delle ceneri, magari solo della cassa da morto?
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da www.vatican.va
DICASTERIUM PRO DOCTRINA FIDEI
Foglio di Udienza con il Santo Padre
(9 dicembre 2023)
Risposta a Sua Em.za, il Card. Matteo Maria Zuppi,
Arcivescovo di Bologna,
circa due quesiti relativi alla conservazione delle ceneri dei defunti,
sottoposti a cremazione.
Con lettera del 30 ottobre 2023 (Prot. n. 2537), il Card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna, ha rivolto al Dicastero per la Dottrina della Fede due quesiti relativi alla conservazione delle ceneri dei defunti, sottoposti a cremazione.
In particolare, riferiva di aver costituito in Diocesi di Bologna una Commissione, allo scopo di dare una risposta cristiana a vari problemi che derivano dal moltiplicarsi della scelta di cremare i defunti e disperdere le loro ceneri in natura. Lo scopo è anche quello di non far prevalere i motivi economici, suggeriti dal minor costo della dispersione, e dare indicazione per la destinazione delle ceneri, una volta scaduti i termini per la loro conservazione.
Per essere certi di corrispondere non solo alla richiesta dei familiari, ma soprattutto all’annuncio cristiano della risurrezione dei corpi e al rispetto loro dovuto, lo scrivente ha rivolto i seguenti quesiti:
1. Tenuto conto del divieto canonico di disperdere le ceneri di un defunto – analogamente a quanto accade negli ossari, ove si depositano e conservano cumulativamente i resti mineralizzati dei defunti – è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale?
2. Si può concedere ad una famiglia di conservare una parte delle ceneri di un familiare in un luogo significativo per la storia del defunto?
Dopo aver debitamente esaminato i contenuti di tali quesiti, si è deciso di rispondere nel modo seguente:
1) Il n. 5 dell’Istruzione Ad resurgendum cum Christo circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione, pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede in data 15 agosto 2016, per quanto riguarda la conservazione delle ceneri in apposite urne afferma che le ceneri devono essere conservate in un luogo sacro (cimitero), e anche in un’area appositamente dedicata allo scopo, a condizione che sia stata adibita a ciò dall’autorità ecclesiastica.
Vengono anche date le motivazioni pastorali di questa normativa: «La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana. In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose» (n. 5). Questa normativa presente nella summenzionata Istruzione conserva tutta la sua validità.
2) La nostra fede ci dice che risusciteremo con la stessa identità corporea che è materiale, come ogni creatura su questa terra, anche se quella materia sarà trasfigurata, liberata dai limiti di questo mondo. In questo senso, la risurrezione sarà «in questa carne nella quale ora viviamo» (Formula Fides Damasi nuncupata). Così viene evitato un dannoso dualismo tra materiale e immateriale.
Ma questa trasformazione non implica il recupero delle identiche particelle di materia che formavano il corpo dell’essere umano. Perciò il corpo del risorto non necessariamente sarà costituito dagli stessi elementi che aveva prima di morire. Non essendo una semplice rivivificazione del cadavere, la risurrezione può avvenire anche se il corpo è stato totalmente distrutto o disperso. Ciò ci aiuta a capire perché in molti cinerari le ceneri dei defunti si conservano tutte insieme, senza mantenerle in posti separati.
3) Le ceneri dei defunti, inoltre, procedono da resti materiali che sono stati parte del percorso storico vissuto dalla persona, al punto che la Chiesa ha particolare cura e devozione circa le reliquie dei Santi. Questa attenzione e memoria ci porta anche a un atteggiamento di sacro rispetto verso le ceneri dei defunti, che conserviamo in un luogo sacro adatto alla preghiera e alle volte vicino alle chiese dove si recano le loro famiglie e vicini.
4) Perciò:
A) Per le motivazioni sopra riportate, è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale.
B) Inoltre, posto che venga escluso ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista e che le ceneri del defunto siano conservate in un luogo sacro, l’autorità ecclesiastica, nel rispetto delle vigenti norme civili, può prendere in considerazione e valutare la richiesta da parte di una famiglia di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto.
Víctor Manuel Card. Fernández
Prefetto
Ex Audientia Die 9.12.2023
Franciscus
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https://www.repubblica.it
12 DICEMBRE 2023

Ceneri, la Santa Sede apre

alla conservazione di una “minima parte”

in un luogo significativo per il defunto

di Iacopo Scaramuzzi
Rimane il divieto per i credenti di disperdere le ceneri ma il cardinale Fernandez apre a una possibilità che nel 2016 non era contemplata. E’ dal 1963 che la Chiesa ammette la cremazione, la svolta della Cei nel 2009
L’autorità ecclesiastica può prendere in considerazione e valutare la richiesta dei familiari di conservare una “minima parte” delle ceneri di un defunto in un luogo significativo per la storia della persona morta. E’ quanto afferma il dicastero vaticano per la Dottrina della Fede rispondendo a due quesiti dell’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi a proposito dei fedeli defunti sottoposti a cremazione.
I quesiti di Zuppi
Il porporato, rende noto Vatican News, a fronte del “moltiplicarsi della scelta di cremare i defunti” e di disperdere le ceneri in natura, anche per “non far prevalere i motivi economici, suggeriti dal minor costo della dispersione, e dare indicazione per la destinazione delle ceneri, una volta scaduti i termini per la loro conservazione”, volendo “corrispondere non solo alla richiesta dei familiari, ma soprattutto all’annuncio cristiano della risurrezione dei corpi e del rispetto loro dovuto” ha presentato queste domande. La prima: “Tenuto conto del divieto canonico di disperdere le ceneri di un defunto – analogamente a quanto accade negli ossari – è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici?”. E la seconda: “Si può concedere ad una famiglia di conservare una parte delle ceneri di un familiare in un luogo significativo per la storia del defunto?”. Il dicastero, con un testo a firma del cardinale prefetto Victor Fernandez, approvato da papa Francesco il 9 dicembre, risponde affermativamente.
L’apertura del 1963, i paletti del 2016
È dal 1963 che la Santa Sede ha ammesso la cremazione. Il catechismo pubblicato nel 1992 sancisce questa apertura alla cremazione se essa “non mette in questione la fede nella risurrezione dei corpi”. La Conferenza episcopale italiana ha ufficialmente assunto questa prospettiva con il rito delle esequie approvato dai vescovi ad Assisi nel 2009, puntualizzando, però, che la Chiesa italiana “ha molti motivi per essere contraria” allo spargimento delle ceneri dopo la cremazione e alla conservazione “in luoghi diversi dal cimitero” delle urne con i resti dei defunti cremati. Lo stesso dicastero (allora congregazione) vaticano seguiva questa linea, nel 2016, quando prefetto era il cardinale Gerhard Ludwig Mueller, affermando che “le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un’area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica”. La “conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica non è consentita”, scriveva ancora l’ex Santo Uffizio. “Soltanto in caso di circostanze gravi ed eccezionali, dipendenti da condizioni culturali di carattere locale, l’Ordinario, in accordo con la Conferenza Episcopale o il Sinodo dei Vescovi delle Chiese Orientali, può concedere il permesso per la conservazione delle ceneri nell’abitazione domestica”. E “per evitare ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista, non sia permessa la dispersione delle ceneri nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti”.
No a equivoci panteisti, naturalisti o nichilisti
Ora, spiega il cardinale Fernandez, “posto che venga escluso ogni tipo di equivoco panteista, naturalista o nichilista e che le ceneri del defunto siano conservate in un luogo sacro, l’autorità ecclesiastica, nel rispetto delle vigenti norme civili, può prendere in considerazione e valutare la richiesta da parte di una famiglia di conservare debitamente una minima parte delle ceneri di un loro congiunto in un luogo significativo per la storia del defunto”.
Cremazione e risurrezione dei corpi
“La nostra fede ci dice che risusciteremo con la stessa identità corporea che è materiale”, spiega la Dottrina della fede, anche se “quella materia sarà trasfigurata, liberata dai limiti di questo mondo. In questo senso, la risurrezione sarà in questa carne nella quale ora viviamo”. Ma questa trasformazione “non implica il recupero delle identiche particelle di materia che formavano il corpo”. Perciò il corpo del risorto “non necessariamente sarà costituito dagli stessi elementi che aveva prima di morire. Non essendo una semplice rivivificazione del cadavere, la risurrezione può avvenire anche se il corpo è stato totalmente distrutto o disperso. Ciò ci aiuta a capire perché in molti cinerari le ceneri dei defunti si conservano tutte insieme, senza mantenerle in posti separati”. Il dicastero sottolinea poi che “le ceneri dei defunti procedono da resti materiali che sono stati parte del percorso storico vissuto dalla persona, al punto che la Chiesa ha particolare cura e devozione circa le reliquie dei Santi. Questa attenzione e memoria ci porta anche a un atteggiamento di sacro rispetto” verso le ceneri, che “conserviamo in un luogo sacro adatto alla preghiera”. Al cardinale Zuppi il dicastero vaticano risponde pertanto che “è possibile predisporre un luogo sacro, definito e permanente, per l’accumulo commisto e la conservazione delle ceneri dei battezzati defunti, indicando per ciascuno i dati anagrafici per non disperdere la memoria nominale”. L’intervento e la valutazione dell’autorità ecclesiastica, precisa lo stesso dicastero ai media vaticani, “non rivestono soltanto un carattere canonico ma anche pastorale, per aiutare la famiglia a discernere sulle scelte da fare, tenendo conto di tutti i fattori”.

1 Commento

  1. Luca ha detto:

    Confesso che personalmente ho un certo desiderio che le mie ceneri vengano disperse in un luogo di alta montagna che più di ogni altro mi sta nel cuore. Sono trattenuto dall’esplicitare questo desiderio dal fatto che nessuno è un’isola e che sono consapevole della necessità (forse non sempre ma spesso) per chi resta, che vi sia una tomba su cui recarsi: fa parte del complicato percorso della elaborazione del lutto. Non mi trattiene invece nessuna remora dottrinale o morale. Fatto salvo il dovuto rispetto che si deve al corpo del defunto, la risurrezione non ha affatto bisogno che il corpo (cadavere) sia conservato in un certo modo o in certo luogo piuttosto che in un altro. Lo credevano gli antichi Egizi, che infatti perciò mummificavano i corpi (dei ricchi naturalmente). Anche perché sui tempi lunghi il destino dei resti mortali è comunque di polverizzarsi e poi perdersi: esistono le tombe dei miei nonni, bisnonni e trisavoli, ma andando più indietro le tombe dei miei antenati non esistono più e i loro resti chissà che fine hanno fatto. Figuriamoci dopo mille o duemila anni, figuriamoci dopo un milione di anni: è solo questione di tempo… quindi… l’esito finale è lo stesso della dispersione delle ceneri.
    Credo che la dottrina canonica, dopo aver faticosamente accettato la cremazione, prima o poi arriverà anche ad ammettere la dispersione delle ceneri. Con i suoi tempi pachidermici, ma ci arriverà.

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