Che donna! Che stile! Che serietà! Che spessore umano, morale e politico!
da Democratica
18 aprile 2018
Quando l’esplorazione fu affidata a Nilde Iotti
(l’articolo di Miriam Mafai)
Il racconto di Repubblica della prima esplorazione ad una donna, l’allora presidente della camera Nilde Iotti
Questo è il bellissimo articolo del 27 marzo 1987 di Miriam Mafai per Repubblica sul primo giorno dell’”esploratrice” Nilde Iotti, all’epoca presidente della Camera. La Iotti fu la prima donna a ricevere un incarico, seppure al solo scopo di esplorare la situazione e poi riferire al capo dello Stato, che era Francesco Cossiga.
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Alle dieci e un quarto di mattina, come sempre, Nilde Iotti arriva in Transatlantico. Si avvia alla bouvette, dove chiederà un cappuccino hag senza zucchero. Come sempre è accompagnata dalla sua assistente, una ragazza esile, dallo sguardo ironico dietro gli occhiali.
Come sempre un paio di giornalisti le si avvicinano per scambiare qualche parola. Nilde Iotti vince le emozioni e la solitudine con la disciplina delle abitudini consolidate, dei gesti consueti, degli orari rispettati senza cambiamenti lungo gli anni. Ciò che per gli altri potrebbe apparire stanca ripetizione o noia, viene vissuto da lei come conferma e sicurezza. Persino la sua eleganza, così uguale nel corso degli anni, con solo qualche leggero cambiamento, esprime la stessa tranquilla certezza.
Anche oggi quindi, non manca all’appuntamento, e come sempre, scende dal suo studio e appare alla buvette alle dieci e un quarto precise, accompagnata da Rita Palanza, per bere il suo cappuccino hag senza zucchero.
È sabato. È il primo giorno della Iotti da presidente incaricato, la prima volta di una donna e di un comunista. A quest’ ora il Transatlantico è quasi deserto. C’è soltanto il presidente della Rai, Enrico Manca che commenta la scelta di Cossiga dicendo, soddisfatto: È un altro passo in direzione di una definitiva laicizzazione della politica.
Pochi i giornalisti, qualche inserviente smonta i microfoni e i tavoli che erano stato collocati in fondo al corridoio, il proscenio offerto finora ai segretari di partito per le dichiarazioni alla stampa. Poichè la Iotti riceverà le delegazioni nel suo studio al primo piano, anche il luogo delle dichiarazioni è cambiato. Televisioni e giornalisti si trasferiranno nel Salone della Lupa.
Il presidente Iotti, incaricato di accertare se esista o meno la possibilità di proseguire la legislatura fino al suo termine naturale ha trascorso le prime ore della mattina a definire con il capo della sua segreteria e il vicesegretario generale della Camera il calendario delle consultazioni: il presidente del Consiglio a mezzogiorno e poi, nel pomeriggio le delegazioni democristiana e comunista. Nessun impegno politico per domenica. I colloqui riprenderanno lunedì. La giornata festiva sarà riservata, come di consueto, alla famiglia, alla figlia Marisa e ai nipoti. La Iotti ha sempre tentato di salvaguardarsi spazi personali, anche nel pieno delle più burrascose vicende politiche. Ed anche questa volta non vi rinuncia.
Quando riferirà al presidente della Repubblica? La Iotti si schernisce: Lasciatemi almeno cominciare gli incontri. Ha un abito a righe sottili, grigio e nero, con una piccola sciarpa annodata. Sulla scollatura una spilla d’oro, leggerissima, un nodo vaporoso fatto di nastrini lucidi e opachi. È un regalo, mi racconta, degli orefici di Valenza. Me l’hanno offerta dopo un comizio, molti anni fa. Se venerdì sera, all’uscita dall’incontro con il Presidente Cossiga la Iotti appariva lievemente emozionata, ora appare straordinariamente, persino eccessivamente controllata. Inutilmente si tenterebbe di forzare un riserbo che è un tratto consolidato del suo carattere.
La breve passeggiata per il Transatlantico, anche questa una delle sue abitudini quotidiane, non consente né prevede scambi di opinione di carattere politico, che apparirebbero come una indiscrezione. Ma lei racconta volentieri, e con qualche dettaglio, della sua recente visita a Milano, dell’affettuosa accoglienza del sindaco Pillitteri e dei dirigenti socialisti locali, in occasione della presentazione di un libro su Anna Kuliscioff. Parliamo di un giovane collega socialista, che ricorda di aver conosciuto da ragazzo. Era amica di sua madre, che spesso cenava con lei e con Togliatti. Solo con qualche malizia si potrebbe attribuire a questo svagato chiacchierare qualche significato politico. Sono quasi le undici, quando il presidente saluta i giornalisti in Transatlantico per tornare nel suo studio. Nel frattempo sono arrivati molti fiori: Fanfani e la moglie Maria Pia hanno mandato un gran fascio di rose, Formica ha mandato dei lillà, i compagni di Reggio Emilia una pianta di orchidee.
Il Presidente del Consiglio osserva, un po’ divertito e incuriosito, questo profluvio di piante nello studio della Iotti. Era elegante come sempre. Il colloquio dura poco più di mezz’ora, Craxi ne uscirà esibendo dei gran sorrisi, ma rifiutandosi di rilasciare qualunque dichiarazione. Qui non si parla di politica scherza, prendendo un caffè alla buvette con Gennaro Acquaviva e un gruppo di giornalisti. Della Iotti osserva soltanto. Era elegante, come sempre, del resto.
Per la politica bisognerà aspettare martedì, sentire la sua relazione al Congresso. Lasciatemi andare, aggiunge, devo ancora scriverla. La Iotti pranza da sola, nel suo appartamento privato, poi riposa, come d’abitudine, dopo aver letto con attenzione il pacco dei giornali che ha già sfogliato la mattina. La sosta serve a riordinare le idee per gli incontri del pomeriggio. Poi, un caffè senza zucchero. Prima di incontrare De Mita e la delegazione democristiana, Nilde Iotti ha sfogliato, con la sua assistente Rita Palanza e la fedelissima Egle i telegrammi e i messaggi di augurio che da ieri sera continuano ad arrivarle da ogni parte d’Italia.
Sono messaggi di uomini politici e di donne importanti che hanno raggiunto posti di responsabilità nell’industria, nel cinema, nell’Università; telegrammi di gruppi femministi, o di donne che l’hanno conosciuta nel passato nella sua attività di dirigente del movimento femminile; telegrammi infine di sconosciuti e sconosciute che si complimentano per l’incarico. Sempre di più la Iotti si propone, anche contro la sua volontà, per la forza degli eventi di cui è protagonista, come un simbolo di successo per le donne. Un incontro con gli amici.
Alle cinque di pomeriggio Roma è sempre più umida e afosa. Il vento solleva mulinelli di polvere e cartacce. La piazza è percorsa dalla folla del sabato: gente che si avvia a fare compere nelle vie laterali o al cinema e che rivolge uno sguardo incuriosito alla facciata illuminata di Montecitorio.
Alle cinque arriva De Mita, con Martinazzoli, Mancino e Forlani. L’ incontro con la Iotti è un po’ più lungo del previsto. La Iotti, a quanto se ne sa, non ha interloquito: si è limitata ad ascoltare e prendere alcuni appunti. Infine è la volta di Natta, accompagnato da Zangheri e Pecchioli. Si tratta di amici e l’incontro è molto tranquillo, naturalmente.
Alla fine della giornata la Iotti si riunisce ancora con i suoi più stretti collaboratori, per definire meglio il programma del lunedì. Poi, dopo aver dato qualche disposizione per la giornata di domenica, cena, come d’abitudine, da sola.
La Casellati è la peggiore perchè ha costruito la sua carriera con piena lucidità e coscienza di rappresentare sempre e comunque un solo interesse consapevole che con questo metodo sarebbe andata lontano.E’ una questione di onestà intellettuale.Come può ora rappresentare un paese ? Non può garantire che se stessa ed i suoi referenti.
Che dire? È una poveretta, come donna e come politica.
È stata di uno dei politici più seri, competenti e imparziali della nostra repubblica, nonostante i suoi rapporti con Togliatti e la sua militanza comunista mai rinnegata. E per di più donna! Altro che Mara Carfagna, la Gelmini, la Rossi (detta anche la badante), la Biancofiore, la Bernini, la Santanché, la Minetti e, perché no, perfino la Casellati!
…e della Boschi, della Picierno e della Boldrini
Non sopporto su questo sito menteccati che, invece della testa, hanno solo culo! O cambi registro, o ti butto fuori!
Altri tempi!