Michele Serra. “La destra è aggressiva, ha un complesso di inferiorità. In Rai vuole la sua propaganda”

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17 Maggio 2023

Michele Serra.

“La destra è aggressiva,

ha un complesso di inferiorità.

In Rai vuole la sua propaganda”

di Huffpost Italia
Il giornalista ancora sull’addio di Fabio Fazio. “Troppo autonomo, non ha amici politici e non frequenta la politica. Il governo ora farà credere che “gli altri”, tutti gli altri, lavoravano lì solo perché “di sinistra”. Come Amadeus, noto biografo di Rosa Luxemburg”
Michele Serra intervistato dalla Stampa, ancora sull’addio di Fabio Fazio alla Rai, prende un argomento sin qui lasciato nelle retrovie dell’analisi sul centrodestra-padrone. “Se un gruppo di potere decide che la televisione pubblica deve diventare la fabbrica della sua “narrazione” – dice Serra- che è un modo elegante per dire propaganda, uno come Fazio è inservibile. Bene che vada, può essere tollerato. Ma per lavorare bene non ci si può sentire “tollerati”, ci si deve sentire sostenuti dal proprio editore. Ha fatto benissimo ad andarsene”. Michele Serra, tra gli altri autore per molti anni della trasmissione Che Tempo Che Fa rivendica il professionismo di Fabio Fazio:
“Fazio ha sempre lavorato in totale autonomia e non ha debiti politici da saldare. Deve tutto quello che ha solo al proprio lavoro, dunque a se stesso. Ho lavorato con lui per molti anni, fino al 2015, non ha amici politici e non frequenta la politica. Nel mondo partitico/romano che si contende da sempre la Rai, sono qualità controproducenti”.
Per quanto Fazio sia stato pluralista e mai polemico, comunque si è tirato ditro per anni le ire della destra, soprattutto di Salvini. Serra fa questa considerazione:
“Nel caso di Salvini suppongo che il problema sia di tipo antropologico più che politico: è il prepotente scamiciato che odia e deride il primo della classe un poco azzimato, come accade in ogni classe di scuola media. Credo che le buone maniere di Fabio facciano parte, per quelli come Salvini, dello stigma del radical-chic. Ci sarebbe solo da sorridere (di Salvini) se negli anni, con il supporto di giornali scritti con il bastone, i social di destra non avessero animato un vero e proprio linciaggio, pieno di insulti e minacce, fondato sulla fola di “Fazio che invita solo quelli di sinistra”. Su quella poltrona bianca sono passati quasi tutti i leader della destra, da Berlusconi a Storace a Fini allo stesso Salvini. Quest’anno Meloni era stata invitata alla prima puntata, per evidenti ragioni di rilievo giornalistico, ma non ha accettato l’invito”.
Per Serra il cuore del problema è culturale:
“Tutti i partiti, escluso quelli molto piccoli che non potevano permetterselo, hanno rivolto alla Rai lo sguardo del padrone. Ho scritto decine di Amache, negli anni, sull’ossessione dichiaratoria dei vari Gasparri e Anzaldi (ex Pd, ora renziano) a proposito della Rai. Credo che abbiano avuto da ridire anche sulle previsioni del tempo, impicciandosi di una materia – la televisione – della quale sanno quanto io so di astrofisica. Ma con la destra al potere c’è un problema in più, ed è un problema enorme. Ha un gigantesco complesso di inferiorità che la rende più insicura e dunque più aggressiva. Si fida solo dei suoi. Dunque alla Rai metterà i suoi, e farà credere che “gli altri”, tutti gli altri, lavoravano lì solo perché “di sinistra”. Come Amadeus, noto biografo di Rosa Luxemburg”.
Anche se, “la Rai ha forti valori professionali interni, e perfino qualche dirigente, che lavorano per il bene dell’azienda e non per vassallaggio politico. Ma questo tessuto sano è come ingabbiato, la cappa dei partiti pesa sull’informazione e, negli ultimi anni, perfino sull’intrattenimento. Non vogliono controllare solo i tigì, anche le canzoni di Sanremo. Lo so, fa ridere. Ma fa anche abbastanza paura”.
Poi un pensiero all’opposizione:
“L’opposizione, i suoi spazi, da che mondo è mondo deve guadagnarseli – dice Serra-. Costruirseli. Non deve fare la lagna, deve lavorare e parlare con il proprio linguaggio. Gli spazi liberi ci sono, e sono tanti. Fazio non va in esilio a Ventotene, va in un network piccolo ma ambizioso che paga bene i buoni prodotti. Chi è bravo non deve avere paura, alla lunga il merito vince sempre. Il paradosso dei prossimi anni è che a difendere sul campo la meritocrazia sarà la sinistra». La governance della Rai sarà mai riformata o alla fine conviene a tutti che resti così com’è? «Ogni partito ha il terrore di lasciare per primo quel tavolo infetto che è il controllo politico della Rai. Quindi, anche se tutti sanno che così l’azienda è penalizzata, temo proprio che la governance della Rai non sarà mai riformata. E poi Roma è Roma, l’onnipresenza della politica è micidiale, lasciare libero anche un solo centimetro quadrato è impensabile”.
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