Kenya, oltre 400 le vittime della “setta del digiuno”. Lo spettro del traffico di organi

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18 LUGLIO 2023

Kenya,

oltre 400 le vittime della “setta del digiuno”.

Lo spettro del traffico di organi

di Antonella Napoli
I cadaveri occultati in 40 fosse comuni scoperte nelle ultime settimane. Gli organi di alcune vittime prelevati quando erano ancora in vita
Gli ultimi 12 corpi delle vittime della “setta del digiuno” in Kenya sono stati dissotterrati alle prime luci dell’alba di oggi. Ormai si scava ininterrottamente dal 13 aprile e i cadaveri recuperati sono oltre 400, occultati alla meno peggio in 40 fosse comuni scoperte nelle ultime settimane.
A darne notizia il capo della polizia dell’area costiera Rhoda Onyancha durante una conferenza stampa improvvisata al Kilifi County Referral Hospital.

Il predicatore della morte

Le autorità keniote, che lo scorso aprile hanno arrestato ll fondatore della Good News International Church in Kenya, il predicatore Paul Macenzie, hanno concentrato le indagini sulla setta portando alla scoperta centinaia di morti occultati nella fitta foresta di Shakahola nella contea di Kilifi.
Il pastore Mackenzie è accusato di aver costretto i suoi seguaci a morire di fame, garantendo loro un “passaggio immediato” in paradiso prima dell’imminente apocalisse che preannunciava nelle sue omelie.
Oltre al sacerdote, gli arrestati in relazione agli omicidi di massa sono 37, tra cui la moglie del leader della setta, Joyce Mwikamba.

Il traffico di organi

Dall’inizio del processo di riesumazione, gli investigatori della Squadra omicidi hanno raccolto circa 300 campioni di Dna ma molteplici corpi rimangono senza identità.
Decine di loro sono di bambini. Le vittime potrebbe essere “molte, molte di più” ha sottolineato il comandante regionale della polizia Onyancha, dichiarando che sono stati trovati finora 412 corpi e 95 persone agonizzanti ma ancora vive nel terreno in cui il predicatore radunava i suoi fedeli, invitandoli alla preghiera e all’astinenza da cibo per “poter incontrare Gesù in paradiso”.
Ma non si tratterebbe solo di “estremismo religioso”; le indagini hanno infatti scoperto dettagli inquietanti, che portano al traffico di organi umani: alcune delle vittime sono state trovate senza cornee, polmoni, fegato e reni.
Gli inquirenti non escludono che dietro la coercizione dei fedeli ci fosse la precisa volontà di lucrare con il “materiale” umano alimentando il macabro commercio per sovvenzionare le attività del culto.

Il business dei trapianti illegali

Secondo la raccapricciante ricostruzione dell’anatomopatologo che ha effettuato le autopsie, le asportazioni sono state eseguite quando le persone erano ancora in vita.
Le vittime da cui sono stati prelevati il maggior numero di organi sono soprattutto giovani. Non è la prima volta che vengono rilevate queste pratiche in Kenya, che insieme ad altri Paesi africani rappresentano le principali fonti di questa merce umana.
Gli organi più richiesti dall’illecito mercato sono il fegato e il rene, che possono essere rispettivamente venduti a 43 mila e 85 mila euro. Secondo i dati forniti dall’agenzia delle Nazioni Unite IOM (International Organization for Migration), solo nel gennaio scorso, sono stati eseguiti nel mondo, ben 91 mila trapianti illegali.

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