L’EDITORIALE
di don Giorgio
Papa Bergoglio e la rinascita trionfale
del fondamentalismo religioso e politico
Papa Francesco si è costruito il suo grande consenso, anche se ora è in declino (così dicono gli esperti analisti), mediante finzioni populiste: in effetti, non ha fatto che illudere le masse con false aspettative.
Ma Bergoglio ha illuso anzitutto quei minchioni di appartenenti a Comunità di base (spiriti oramai spenti!) o quei preti di frontiera nel campo assistenziale e caritativo, ma assai prudenti, per non dire del tutto silenziosi, davanti ad una Chiesa, struttura dogmatica e moralistica più che madre della libertà dello Spirito.
Ma c’è di più, ed è qui il lato peggiore di questo attuale pontificato: l’aver incrementato il virus del fondamentalismo, tanto cieco e ottuso da non capire l’inganno di Bergoglio. Sì, così ciechi e ottusi questi idioti fondamentalisti da prendersela per una Chiesa solo apparentemente progressista.
Ma questa illusione è servita però a riorganizzare e a rendere ancora più forte quel cieco tradizionalismo che ha sempre, fin dalle origini, contraddistinto una Chiesa, ancorandola a dogmi, legami di coscienze più che veri punti di riferimento.
E questi ancoraggi ad una fredda e dura roccia dogmatica non fanno che togliere il respiro allo Spirito divino, quando vengono a mancare guide sagge e profetiche.
In realtà, nella Chiesa è sempre prevalso un certo fondamentalismo, contrastato solo da quegli spiriti liberi che sanno vedere oltre i dogmi e la roccia stessa, su cui il Principe della Chiesa è seduto, quasi con il sedere incollato.
Ma non ci sarebbe alcun male, se ci si attenesse a quella sana Tradizione che risale all’età apostolica, fedele interprete del messaggio autenticamente evangelico.
Ma il tradizionalismo che sfocia inevitabilmente nel fondamentalismo è quella specie di prigione entro cui si vorrebbe mortificare la libertà dello Spirito.
Dunque, il populismo di Bergoglio scambiato illusoriamente per progressismo ha fatto risorgere quel fondamentalismo becero e orripilante, che sembrava quasi spento, sotto la spinta di un nuovo Umanesimo, sollecitato e spinto dall’avanzare di una esigenza inarrestabile di diritti umani e sociali.
Ed ecco che di colpo, paradossalmente ma non troppo, i due estremi si sono scambiati effusioni amorose: da una parte, la “carne” di credenti in un dio bastardo, partorito all’interno di una struttura religiosa bastarda; e, dall’altra, la “carne” di amanti di un dio solo apparentemente diverso da quello dei fondamentalisti religiosi, ma in realtà il medesimo: un idolo, quell’io onnipotente davanti a cui inginocchiarsi per provare qualcosa di sovrumano.
Dunque, il sacro imbarbarito a tal punto da sostituire l’Assoluto divino, e il profano che allunga le proprie voglie, immergendole nella fonte della più oscena blasfemia.
Il sacro più dissacrato e dissacrante si congiunge in un amplesso spudorato e senza fremi con il profano, monco di ogni intelletto.
L’amplesso è una goduria di quasi infiniti orgasmi da parte di estremismi che si cercano e si accoppiano: i fondamentalisti in fondo non hanno credenze religiose diverse, partiti diversi, colori diversi, appetiti diversi: hanno la stessa matrice che si chiama perversione dell’essere umano.
Pensavamo di aver colto il cuore dell’Umanità, pur su strade anche solo apparentemente diverse, ma ci sbagliavamo: ci troviamo di nuovo nella barbarie di fondamentalismi, sia religiosi che politici, che possono finalmente, con spudorata oscena passionalità amorosa, guardarsi negli occhi come amanti di un dio bastardo, che si chiama idolo o immagine di un ego strutturale o pancesco da far tremare l’Assoluto.
NOTABENE
Come vedete, non ho fatto stavolta dei nomi specifici, ma chi ha la mente libera non può non pensare al momento politico attuale italiano, dove l’amplesso anche carnale tra i fondamentalisti cattolici della peggiore specie e i populisti razzisti, in particolare salviniani, sta mettendo in serio pericolo la democrazia e la libertà delle coscienze.
18 agosto 2018
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