Vigili del fuoco impegnati a spegnere un rogo di rifiuti tossici, in un’immagine d’archivio – Mira
da AVVENIRE
17 agosto 2020
Terra dei fuochi.
Il vescovo di Acerra:
«Qui le mascherine servono per i roghi tossici»
Antonio Maria Mira
Monsignor Di Donna denuncia “il disegno diabolico che vuole fare del nostro territorio il Polo dei rifiuti della Campania”. Ma perché sempre e solo da noi?”
“L’aria continua ad essere irrespirabile. Soprattutto d’estate, con i roghi che ancora continuano, e la puzza nauseabonda che molte volte, soprattutto la sera, dobbiamo respirare. Altro che mascherine per non prendere il contagio, qui ad Acerra la mascherina a noi serve contro la puzza e contro quello che dobbiamo respirare, e niente viene fatto per controllare la qualità dell’aria, le centraline sforano continuamente e intanto ci si continua ad ammalare e a morire!”. È la nuova durissima denuncia del vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna. L’omelia dell’Assunta in Cattedrale è in gran parte dedicata ai temi ambientali. Ai roghi che non lasciano tregua ma anche a quello che il vescovo definisce “il disegno “diabolico” che vuole fare del nostro territorio – tra Napoli e Caserta, in particolare Acerra – il “Polo dei rifiuti della Campania””.
Ma Di Donna lancia anche un allarme legato al Covid-19. “Un fenomeno che mi preoccupa, e speriamo finisca qui. Nel giro di due, tre settimane ultime scorse, ci sono stati tre suicidi, tre persone che si sono tolte la vita. Non sappiamo certo le motivazioni, ma non è difficile capire che dietro questi gesti disperati ci siano i motivi di povertà , di disoccupazione, di mancanza di lavoro, soprattutto in questo tempo di pandemia che sta procurando nuove povertà e la gente non ce la fa ad andare avanti”. E il vescovo assicura che “la diocesi cercherà di essere vicina” alle famiglie in difficoltà. “Certo, non abbiamo la bacchetta magica per risolvere i problemi, peró almeno la vicinanza o un piccolo aiuto, forse una goccia, ma è importante per sollevare che piange e chi non ce la fa ad arrivare, non dico a fine mese, ma nemmeno alla metà”.
Ma, come detto è il tema ambientale al centro dell’intervento di Di Donna. Il vescovo della città che ospita l’unico inceneritore della Campania e molti altri impianti per i rifiuti, denuncia il progetto per altri due. “E tutto questo senza informare la popolazione, senza consultare i cittadini interessati. Realizzare questi impianti significherebbe affossare per sempre il nostro territorio. Il nostro territorio è saturo: ha già pagato da troppi anni. Mi chiedo spesso: ma perché sempre e solo qui ad Acerra e nel territorio circostante? La Campania è una regione così grande, perché tale accanimento?”. Ma il vescovo denuncia anche “la tendenza a ridimensionare il dramma ambientale, quasi negarlo. Dovremmo cioè dimenticare la devastazione che è avvenuta. Certo, a nessuno, neanche a me, piace ricordare quanto è accaduto, e sta accadendo nel nostro territorio. Anche io vorrei poter dire: ‘Ma non parliamo più di Terra dei Fuochi. Ci fa male. Danneggia l’immagine della città, del territorio’. Diremmo con una parola di una canzone napoletana: “Scurdammece ‘o passato’, e andiamo avanti. Ma non si fa così. Non è giusto, non è onesto. Il male non lo si deve negare, lo si deve lucidamente e razionalmente riconoscere, e lo si deve combattere”. Dal vescovo c’è l’impegno “a dialogare con le Istituzioni, sia regionali che locali, ma a una condizione: che si riconosca il problema e non si faccia finta di niente, per dimenticare; che i cittadini vengano ascoltati!”. Ma da Di Donna arriva anche un appello ai cittadini. “Dobbiamo ritrovare il gusto della partecipazione, di essere informati, di essere un popolo sovrano, non suddito, schiavo, pauroso di ricevere ritorsioni, o peggio ancora per avere vantaggi personali. Tutti ci lamentiamo sottovoce, chiacchieriamo, ma non abbiamo il coraggio di partecipare. Lo esigono le regole della democrazia. Lo esige tutto il sangue innocente dei ragazzi e dei giovani morti per cancro in questi anni, quel sangue che grida vendetta al cospetto di Dio”.
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