La coscienza e… il potere

La coscienza e… il potere

di don Giorgio De Capitani

La triste storia di Erich Priebke, gerarca tedesco nazista, esecutore della strage delle Fosse Ardeatine, dovrebbe insegnarci tante cose, al di là della nostra esecrazione, talora ipocrita, per un personaggio tanto losco quanto odioso anche per la sua ostinazione a definirsi “non colpevole”.

Se è vero che un tempo era forte la sudditanza, anche psicologica, alle gerarchie, tanto da non discutere mai i loro ordini, e questo anche a causa di una educazione religiosa, per cui chi detiene una certa carica esprime il volere stesso di Dio, le cose oggi non sembrano cambiate, sia nel campo civile che in quello religioso. La Chiesa parla di virtù dell’obbedienza, lo Stato di un dovere di democrazia civica. Ecco: si tirano sempre in ballo il bene universale della Chiesa, e il bene comune. In poche parole: bisogna sempre obbedire agli ordini, in qualsiasi caso.

E la coscienza?

La coscienza va bene, è un bene prezioso, ma per l’individuo! Capite? Quando di mezzo c’è il bene della Chiesa o il bene comune, allora la coscienza deve far tacere la sua voce di protesta: obbedienza, anzitutto!

Eric Priebke rientra in questa logica perversa del potere: lui ha dovuto obbedire, gli ordini non potevano essere discussi. E la cosa grave è questa: non l’ha fatto per paura, ma perché convinto che gli ordini sono ordini, e andavano eseguiti, per il bene della nazione.

È chiaro che tale giustificazione è diventata per il nazista tedesco il pretesto per definirsi “non colpevole” davanti ai tribunali. Ma l’idea di fondo resta intatta ancora oggi: gli ordini sono ordini, la struttura richiede obbedienza.

Non possiamo negare che non sia facile conciliare la coscienza con il bene comune. Ma il problema sta nel rispondere alla domanda: Che cos’è la coscienza?

Tempo fa ho visto un film che mi ha veramente commosso: “La rosa bianca – Sophie Scholl” del regista . Mi hanno colpito in particolare le straordinarie parole di Sophie sulla libertà di coscienza. Vi ripropongo il testo dell’ultimo interrogatorio.

 

A parlare sono Robert Mohr, l'investigatore, e la protagonista, Sophie Scholl

Testo del film da 1h 02’ a 1h 07’

 

Robert Mohr (investigatore): «Voi tenete all'incolumità del popolo tedesco?»

Sophie Scholl (protagonista): «Sì».

Robert Mohr: «Non avete mai piazzato una bomba come Eiser nella distilleria. Avete usato gli slogan sbagliati, ma i vostri mezzi sono pacifici».

Sophie Scholl: «Allora perché volete punirci?».

Robert Mohr: «Così prevede la legge. Senza legge non c'è ordine».

Sophie Scholl: «La legge tutelava la libertà di parola prima dell'arrivo dei nazisti. Oggi Hitler punisce quella libertà con la prigione e la morte. Questo lo chiamate ordine?».

Robert Mohr: «A cosa dovrei attenermi se non alla legge?».

Sophie Scholl: «Alla coscienza».

Robert Mohr: «Sciocchezze! Questa è la legge e queste sono le persone. Come investigatore devo verificare se coincidono … oppure trovare il punto marcio».

Sophie Scholl: «Le leggi cambiano, la coscienza no».

Robert Mohr: «Dove finiremmo se ognuno decidesse cos'è giusto o sbagliato? Se permettessimo ai criminali di destituire il Führer, resterebbe solo il caos. Libertà di pensiero, federalismo, democrazia… li abbiamo già visti. Sappiamo dove conducono».

Sophie Scholl: «Senza Hitler avremmo giustizia e ordine. Tutti saremmo difesi dal dispotismo, non solo gli opportunisti».

Robert Mohr: «Dispotismo, opportunisti? Usate termini offensivi».
Sophie Scholl: «Voi definite me e mio fratello "criminali" per dei volantini. Abbiamo cercato di convincere la gente con le parole».

Robert Mohr: «Voi e tutti quelli come voi abusate senza vergogna di ogni privilegio. Studiate a nostre spese in tempo di guerra. Io ero solo un sarto durante la vostra democrazia e sono diventato poliziotto grazie ai francesi dei territori occupati, non ai tedeschi democratici. Senza il nazionalsocialismo sarei solo un poliziotto di campagna. Quel vergognoso patto di Versailles, l'inflazione, la povertà … Hitler ci ha salvato da tutto».

Sophie Scholl: «Ci ha trascinato in una guerra sanguinaria dove ogni vittima muore invano».

Robert Mohr: «La guerra è una lotta eroica. Voi ricevete gli stessi viveri degli uomini contro cui vi schierate, state anche meglio di me. Come osate criticare il nostro operato? Il Führer e il popolo tedesco vi proteggono».

Sophie Scholl: «E dove? In questo palazzo, forse? O arrestando tutta la mia famiglia?».

Robert Mohr: «I nostri soldati stanno liberando l'Europa dalla plutocrazia e dal bolscevismo. Nessuno occuperà più il suolo tedesco».

Sophie Scholl: «Dopo la guerra, arriveranno
 le truppe straniere e gli altri Paesi diranno che non ci siamo opposti a Hitler».

Robert Mohr: «Cosa direte quando giungerà la vittoria finale? Quando arriveranno la libertà e il benessere che voi sognavate con la lega delle ragazze tedesche?».

Sophie Scholl: «Ormai nessuno crede più alla Germania di Hitler. Se finisse come dico io?».

Robert Mohr: «Vi dichiarate protestante?».
Sophie Scholl: «Sì».
 
Robert Mohr: «La Chiesa chiede assoluta devozione ai suoi fedeli».

Sophie Scholl: «La Chiesa dà libertà di scelta, Hitler non ci lascia decidere».

Robert Mohr: «Perché, così giovane, correte simili rischi per idee che non hanno fondamento?».

Sophie Scholl: «Io seguo la mia coscienza».

Robert Mohr: «Siete così intelligente, perché non condividete il nazionalsocialismo? Libertà, benessere, onore, un governo moralmente responsabile, in questo crediamo».

Sophie Scholl: «Dopo il bagno di sangue in cui avete trascinato l'Europa in nome di libertà e onore, non avete ancora aperto gli occhi. La Germania è disonorata per sempre, a meno che i giovani non fondino una nuova Europa».

Robert Mohr: «La nuova Europa è nazionalsocialista».

Sophie Scholl: «Se il Führer fosse pazzo? Pensate solo all'odio razzista. A Ulm avevo un insegnante ebreo, ma un giorno le SA Io fermarono… e lasciarono che tutti gli sputassero in faccia a turno. Scomparve quella stessa notte, come le migliaia di ebrei del '41, deportati nei campi di lavoro».

Robert Mohr: «Credete a queste sciocchezze? Gli ebrei emigrano».

Sophie Scholl: «I soldati che tornano da Est hanno visto i campi di sterminio. Hitler vuole eliminare tutti gli ebrei d'Europa, lo dice
da 20 anni. Come potete credere che gli ebrei non sono diversi da noi?».

Robert Mohr: «Portano soltanto problemi. Voi siete una generazione confusa e non capite. Forse la colpa è nostra, io vi avrei educato in un altro modo».

Sophie Scholl: «I nazionalsocialisti uccidevano i bambini ritardati con il gas o il veleno. Me lo hanno detto le amiche di mia madre. Le camionette prendevano i bambini negli ospedali psichiatrici. Gli altri bambini chiedevano dove andassero e le infermiere rispondevano che andavano in Paradiso. I bambini salivano sulle camionette cantando. Sono stata educata male perché provo pena per questa gente?».

Robert Mohr: «Si tratta di esseri inferiori. Voi avete studiato da infermiera e avrete visto dei bambini ritardati».

Sophie Scholl: «Si e sono convinta che nessuno possa arrogarsi il diritto di un giudizio che spetta solo a Dio. Nessuno sa cosa accade nell'anima di un ritardato, e la saggezza che può derivare dalla sofferenza. Ogni singola vita è preziosa».

Robert Mohr: «Dovete abituarvi all'idea che una nuova era è cominciata. Quanto voi sostenete è avulso da qualsiasi realtà».

Sophie Scholl: «Invece riguarda la realtà, la decenza, la morale e Dio».

Robert Mohr: «Dio! Dio non esiste. Dite la verità. Vostro fratello vi ha convinto dicendovi che era giusto ciò che stava facendo e voi lo avete solo aiutato. Dobbiamo scrivere così nel protocollo?».

Sophie Scholl: «No, perché non è vero».

Robert Mohr: «Io ho un figlio, ha un anno meno di voi. Anche lui aveva strane idee, ma ora è al fronte perché ha capito che deve compiere il suo dovere».

Sophie Scholl: «Voi credete ancora nella vittoria finale?».

Robert Mohr: «Se aveste riflettuto bene non vi sareste fatta coinvolgere in questa brutta storia. Rischiate la vita. Secondo il protocollo, vi leggo la seguente domanda. "Ammettete che le attività svolte insieme a vostro fratello possano essere considerate un crimine contro la comunità e contro i nostri soldati che combattono duramente e che meritino il massimo della pena?"».

Sophie Scholl: «Dal mio punto di vista non è così».

Robert Mohr: «Ammettere il vostro errore non significa tradire vostro fratello».

Sophie Scholl: «Ma tradirei le mie idee e io non rinnego nulla. Siete voi ad avere una visione sbagliata del mondo. Sono convinta di avere agito nell'interesse del mio popolo. Non mi pento di questo e ne accetterò tutte le conseguenze».

  

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Ih7jn1nFb9w[/youtube]

PER VEDERE IL FILM INTEGRALE

http://www.nowvideo.ch/video/2b9aaf8745427

http://www.nowvideo.ch/video/2454b6ab2f42b

 

4 Commenti

  1. sandro ha detto:

    Molto bello il film…e non ha visto la mostra “La Rosa Bianca. Volti di un’amicizia” riproposta al meeting di Comunione e Liberazione nel 2005…

  2. PietroM ha detto:

    Il rapporto tra LIBERTA’ E AUTORITA’,rappresenta la dicotomia amletica dell’ESSERE e NON-ESSERE.
    Quando il dilemma si presenta sotto forma di rapporto di forza, diventa causa di conflitti capaci di scatenare guerre anche fratricide. Vince il più forte, il più armato e determinato nella sua presunta ragion d’essere.
    Ed è qui che si apre la questione nei termini dei valori universali, di COSCIENZA come ripete spesso Sophie Scholl.
    Coscienza vuol dire considerazione del proprio simile alla pari, sia sul piano dei doveri che su quello dei diritti.
    I regimi che amministrano le coscienze,le condizionano attraverso i mass-media, le forzano impunemente ad accettare condizioni di vita abiette e subumane, sono i regimi che ogni coscienza dovrebbe trovare il coraggio di esecrare radicalmente.
    Non c’è Stato o nazione che non abbia commesso abusi di questo genere. Si può discuterne sulla misura, ma non
    sulla sostanza.
    Ma, se pensiamo che già nel lontano 461 A.C. Pericle chiariva agli ateniesi in modo inequivocabile il concetto di DEMOCRAZIA, ci rendiamo conto di quanta coscienza ci sia oggi nell’indifferenza istituzionale e giornalistica
    dinanzi ad imprenditori che si suicidano per crediti non riscossi, alla dilagante disoccupazione, precarietà, disorganizzazione, approssimazione, alla mafia …,al penoso spettacolo di una politica riluttante da anni verso la riforma della legge elettorale davvero DEMOCRATICA che cancelli per sempre il PORCELLUM.

  3. Giuseppe ha detto:

    L’uomo non è stato fatto per la legge, ma la legge è stata fatta per l’uomo.

  4. GIANNI ha detto:

    Rimango convinto che, oggi, rispetto all’era fascista e nazista, piuttosto che rispetto al bolscevismo, non tutto sia cambiato.
    D’accordo, non esistono i lager, ci sono diversi partiti, ma fino a che punto possiamo esprimere la nostra coscienza?
    Per la chiesa non mi stupisco: ho sempre detto che considero chiesa e libertà di coscienza antinomiche, ed anche la revoca di don GIorgio lo conferma.
    MA anche al di fuori della chiesa, la realtà qual’è?
    Quelli che hanno preso a calci la bara di Priebke, tuttavia non vanno a prendersela con gli squadroni fascisti o con casa Pound.
    La polizia italiana, mica solo le SS, hanno nel tempo fatto sparire diverse persone, ecc, ecc.
    Fino a che punto siamo davvero usciti dal fascismo?
    MA, come dicevo altrove, se perfino gli USA, che pure combatterono la seconda guerra mondiale, hanno favorito regimi militari e, probabilmente, tentativi di golpe anche in ITalia.
    Certo, la realtà non è rempre nera o bianca, ma sicuramente la libertà e la coscienza continuano ad essere represse, forse formalmente in modo diverso, ma neppure poi così tanto.
    Basta considerare casi come quello di Cucchi……
    MA questo non riguarda solo l’Italia….
    Forse, e dico forse, uno dei pochi paesi in cui la democrazia è rispettata, è la Svizzera.
    Quanto all’Italia, mi pare che non sia mai diventata uno stato di diritto vero.
    A parte l’Italia separata in stati e staterelli, che poco o nulla avevano di democratico, sappiamo che l’Italia risorgimentale non è stata realmente democratica.
    Poi peggio ancora.
    Venne il ventennio fascista e poi questa falsa forma di democrazia.
    Anche la chiesa quando mai è stata realmente democratica?
    Forse qualcuno si lascia abbagliare dalle vicende successive alle dimissioni di Ratzinger, ma io credo che la chiesa contintui ad essere quello che è sempre stato.
    Del resto, cme fa uno stato teocratico, come il Vaticano,a consentire una vera democrazia?

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