di don Giorgio De Capitani
Domenica scorsa, 17 gennaio 2016, giorno del Dialogo interreligioso, papa Francesco si è recato a far visita alla Comunità ebraica di Roma.
Vorrei essere subito chiaro: non sono un antisemita e non intendo neppure lontanamente far credere di essere un negazionista della Shoah. Ciò che Hitler ha fatto contro gli ebrei è uno dei più gravi delitti contro l’umanità.
Tuttavia, vorrei dire alcune cose. Anzitutto, bisogna sempre parlare chiaro, e non mi è parso che papa Francesco, domenica scorsa, nella sua paciosa diplomazia, lo abbia fatto.
Israele o popolo ebraico (non intendo disquisire sui termini!) la deve smettere di ritenersi la grande vittima sacrificale, quando ama anche farsi carnefice dei più deboli. Se è giusto celebrare ogni anno “il giorno della memoria” per non dimenticare l’olocausto del popolo ebraico, ritengo doveroso celebrare ogni anno anche “il giorno della memoria” perché il mondo prenda coscienza dell’attuale olocausto del popolo palestinese.
Ma c’è una seconda cosa. Non accetto più che la Chiesa insista nel chiamare gli ebrei “nostri fratelli maggiori”. Il cristianesimo non ha nulla a che vedere con l’ebraismo (o giudaismo che dir si voglia): è qualcosa di assolutamente nuovo. L’ebreo Cristo (per parte solo di madre) ha distrutto la religione ebraica nelle sue fondamenta (Tempio e Legge).
Non intendo più sentirmi dire che sono un fratello minore, in quanto cristiano e in quanto essere umano!
Dall’Antico Testamento esce un dio “orrendo”, che si è servito di un popolo non certo il migliore di tutta la terra. Non ho nelle mie vene il sangue di un popolo che ne ha combinate di tutti i colori, come non ho il sangue di una Chiesa che, in nome di un dio veterotestamentario, ne ha combinate di tutti i colori.
Nel mio sangue scorre la linfa della più alta filosofia greca e della più alta spiritualità mistica: filosofia e mistica che né il giudaismo né la chiesa cattolica hanno voluto accogliere.
Certo, tutti siamo fratelli, ma di quell’Umanità che, in quanto Umanità, sia il popolo ebraico che la Chiesa-struttura hanno ridimensionato a modo loro, servendosene e non servendola.
Dire che qualcuno è un fratello maggiore è una bestemmia nei confronti di quella uguaglianza, per cui tutti dovrebbero sentirsi esseri umani, con la stessa dignità e con lo stesso diritto di avere un posto su questa terra, come casa comune. Il tempo dei diritti di una elezione divina sono finiti! La favola durata millenni non tiene più!
Infine, non dovrebbe far piacere neppure agli ebrei di oggi sentirsi chiamare fratelli maggiori, se è vero quanto l’ebreo Cristo ha voluto insegnare con la parabola del figliol prodigo, dove il fratello maggiore si sentiva il padrone di casa, rifiutando il ritorno del figlio minore.
Ho letto con attenzione il pensiero di don Giorgio e ritengo che sia ben chiaro il modo in cui é espresso. Il rischio dopotutto in questo momento é quello che di dimenticare la realtá. L’atteggiamento di Israele e Palestina é riprovevole mi pare. Millenni di guerra senza conclusione sono solo assurditá. Io penso che il papà con i cristiani (la maggioranza) abbiano perso completamente ed irrimediabilmente il loro senso rivoluzionario di novitá. Credo oltretutto che sia contrologica ormai conciliare il vangelo ed il vecchio testamento. Evidenti contraddizioni ci si parano davanti, come vuole dire don Giorgio, Gesù é propio il vero ricostruttore direi del senso delle origini. Io sono un ammirato della forza di volontà degli uomini ebrei che sempre si distinguono per impegno in ciò che fanno nella vita, ma mi da fastidio ridurre il cristianesimo alla religione ebraica o a quella islamica o buddista. Si é persa l’identitá o credo non la si é mai avuta. Prima si riempivan le chiese con riti pesanti e sfarzosi, ora che non reggono più non si pensa a cercare il senso profondo della riboluzione di Gesù, ma solo a perpetrare la mediatica con pubblicitá religiosa tra più religioni. É finita quando ci si perde a mescolare le poche carte rimaste. Credo che la chiesa si sia resa conto che la sua sempre più insensata esistenza attuale (per come si rivela lei ora e non come potrebbe essere),la stá portando alla semiestinzione. Sembra cerchi di avere notorietá stringendo alleanze e non amicizie con altre caste religiose. La fine della religione é qui sotto gli occhi di chi la riesce a prevedere. Forse in questo Gesù sará esaudito?
Siamo alle solite ogni religione si cuce un proprio DIO a misura.Basterebbe fare una rivoluzione religiosa culturale e penso che DIO non ne abbia a male.Per i credenti monoteisti esiste uguale per tutti un solo DIO punto lasciando andare i teologismi piu’ o meno artificiosi.Cio’ che ha insegnato Gesu’ con la sua venuta in questo mondo.Ma purtroppo i risultati umani sono ancora scadenti si spera che prima o poi arrivi un altro Gesu’ a chiudere l’annoso dilemma umano il mio DIO vale piu’ del tuo e viceversa.
Credo che tu sostanzialmente abbia ragione, anche se mi sembrerebbero opportune alcune precisazioni. L’unica cosa che Giudaismo, Cristianesimo e Islam hanno in comune è l’origine, visto che si considerano tutti discendenti di Abramo nella fede. Per il resto, invece, si tratta di tre “religioni” profondamente diverse tra loro, quindi è fuori luogo parlare di legami di parentela di qualsiasi natura, a meno che non si voglia affermare che, grazie all’opera di redenzione di Gesù, siamo divenuti tutti fratelli in Cristo, ma in questo caso bisognerebbe comprendere anche coloro che professano altre fedi e perfino chi si ritiene ateo. Il Dio d’amore che ci ha fatto conoscere Gesù è profondamente diverso da quello dell’Antico Testamento, dove più che altro si parla di un “guerriero” profondamente geloso del popolo che si è scelto, che protegge con mano potente e spietata guidandolo nella sua campagna di conquista della terra promessa, a costo di sacrificare le altre popolazioni che lì si erano stabilite: insomma un po’ quello che è successo nel secolo scorso con la creazione dello stato di Israele. Questo potrebbe spiegare, almeno in parte, il motivo per cui l’ebreo sia storicamente uno dei popoli che ha subito più umiliazioni, avendo dovuto sopportare nel corso dei secoli le dominazioni di egiziani e babilonesi, da cui sono stati addirittura deportati e resi schiavi, e successivamente dei romani, responsabili della distruzione del tempio di Gerusalemme e della loro diaspora. L’olocausto del secolo scorso è, quindi, per il momento, solo l’ultimo anello crudele di queste persecuzioni, anche se non può assolutamente giustificare l’atteggiamento vessatorio e crudele che lo Stato di Israele, ad onta dei negoziati di pace in corso, mantiene nei confronti dei Palestinesi . I quali, giustamente, hanno tutti i motivi per rivendicare come propri dei territori che tradizionalmente occupano da generazioni. E così, come spesso è accaduto nella storia dell’umanità, la vittima ha finito per trasformarsi in carnefice. D’altra parte sull’occidente, e in particolare le nazioni che hanno vinto la seconda guerra mondiale, grava ancora il peso del senso colpa collettivo che li ha attanagliati quando è diventata chiara per tutti la tragedia che si consumava nei campi di sterminio nazisti, senso di colpa alimentato oltretutto dalla circostanza che gli ebrei erano invisi un po’ a tutti, in gran parte per la loro abilità nel trafficare in denaro e il loro fiuto per gli affari.
Quanto a noi, indubbiamente, le contaminazioni del mondo greco e romano hanno sicuramente influenzato il nostro pensiero ed influito sul modo di professare e gestire la nostra fede.
Scusi don Giorgio, forse il Papa con il termine “fratello minore” intendeva semplicemente dire “anagraficamente più giovane”, cioè venuto dopo. Poi i fratelli sono fra loro diversi e l’essere nato prima o dopo non esprime una valutazione di merito. Innegabile comunque è la paternità comune. Che poi Cristo fosse ebreo solo da parte di madre non penso che importi molto, è innegabile che fosse un ebreo. Ovviamente avrebbe potuto anche essere un assiro o un cinese, non penso che cambi molto.
Forse non hai letto bene il mio articolo, o non lo hai semplicemente capito.
Il cosiddetto solco giudaico-cristiano riconduce al vecchio testamento, elemento di riferimento sia per il cristianesimo che per l’ebraismo.
Questo hanno in comune.
Per via dell’età, per così dire, sono fratelli maggiori, maggiori di età, perché certo il cristianesimo è venuto dopo.
Quanto al resto, credo che sia essenzialmente per questo che il papa li ha chiamati fratelli maggiori, non penso che Bergoglio consideri il cristianesimo una religione minore, o voglia esprimere un senso di inferiorità.
Come potrebbe affermarlo soprattutto chi è papa?
Con fratelli maggiori si intende con più anni, che sono nati prima di noi,non certo si intende più importanti.Le parole vanno usate perchè hanno un loro significato. Chiaro?
Anche tu non hai capito bene il mio pensiero. Accipicchia! Che cultura alla zalone!
Don Giorgio penso che dicendo cose (con cui concordo) e che sono molto “da ragionare” o da studiare per conprenderle, fanno fatica a farsi spazio all’inizio. Il problema però é che se l’identá cristiana é ormai propio inesistente é difficile accostarglisi in un modo sempre nuovo e ragionato. Per meglio dire se mancano le fondamenta che Gesù ha fatto e noi abbiam distrutto ci sará difficile costruirci sopra un ragionamento rivoluzionario con dovrebbe essere.
Scusate gli errori di battitura, ho qualche problema di vista. Spero che la mia opinione serva per ragionare un pò e per crescere insieme.