Visita del Papa a Milano: un faraone protetto da una marea di santi ambrosiani che faranno da scudi umani
E i costi? Chi li pagherà? La Diocesi milanese, ovvero le parrocchie, ovvero i fedeli? E quanto pagherà lo Stato, ovvero i cittadini?
Per i miei ulteriori commenti, guarda il video (sotto)
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dal Corriere della Sera
16 febbraio 2017
Vaticano:
«Niente divise nel corteo del Papa.
Visita non militarizzata»
«La visita del 25 marzo è un momento di comunione, no all’effetto militarizzazione»
di Gianni Santucci
La richiesta è arrivata dalla gendarmeria e dai servizi di sicurezza del Vaticano. Ribadisce un orientamento che papa Francesco ha già espresso nei suoi viaggi precedenti. Il Santo Padre, così si può sintetizzare il messaggio, «non gradisce avere intorno a sé molte divise durante gli spostamenti e i momenti di incontro pubblici», e questo perché non vuole che i suoi viaggi si svolgano in città che diano un’apparenza di «militarizzazione». Il principio è semplice: la visita del Papa dev’essere un momento di comunione e di incontro con le persone, e questo aspetto non deve essere «penalizzato» da un apparato di sicurezza che comunica una dimensione di pericolo. È anche tenendo presente questo aspetto che il nuovo prefetto, Luciana Lamorgese, incontrerà i massimi dirigenti delle forze dell’ordine in città per mettere a punto i dettagli del piano di ordine pubblico per l’arrivo di papa Francesco a Milano, il prossimo 25 marzo.
I trasporti
L’obiettivo è dunque quello di limitare, per quanto possibile, l’impiego di poliziotti, carabinieri e agenti di Polizia locale in divisa, anche se ovviamente (dalla viabilità alla vigilanza di obiettivi sensibili), le forze dell’ordine dovranno essere comunque riconoscibili. Ci sono poi altri aspetti ancora da valutare, come la sistemazione di alcuni alberi e della vegetazione in zona Mecenate (la prima tappa del programma sarà alle «case bianche» di via Salomone). «La visita del Papa sarà una grande gioia per la città», ha detto il prefetto Lamorgese. La sicurezza non è però l’unico aspetto organizzativo che bisognerà definire. Ieri Trenord ha definito il piano dei trasporti per la messa che verrà celebrata al parco di Monza. In totale saranno 408 i treni previsti fin dal mattino: si tratta di tutti i convogli già previsti nei giorni feriali (342), oltre a 66 treni speciali che collegheranno la Lombardia a Monza. L’obiettivo è l’aumento di tutti i collegamenti tra la Regione e quattro stazioni: Monza, Lissone, Arcore e Villasanta. Da questi punti le persone saranno avviate a piedi su percorsi segnalati e presidiati da volontari. Trenord ha previsto anche tre biglietti speciali validi per l’intera giornata, con agevolazioni per famiglie e gruppi.
La celebrazione
La messa inizierà alle 15 e il Papa la celebrerà da un palco lungo 80 metri, profondo 30, sollevato di 3 metri da terra in modo da consentire la massima visibilità. «Un simbolo dell’incontro tra culture e fedi, un omaggio al luogo che ospiterà l’evento», spiega la Diocesi. Due grandi torri laterali, in alluminio e ferro, sorreggeranno la copertura, «come i pilastri di un grande ponte gettato da un lato all’altro a evocare, appunto, lo scambio e l’incontro». Sullo sfondo, invece, si svilupperà la scenografia: pannelli in legno sui quali è stata riprodotta con l’intaglio la stessa decorazione del Duomo di Monza. La struttura sarà montata davanti a Villa Mirabello. Imponente anche il sistema che permetterà di seguire al meglio la celebrazione sull’immensa area davanti al palco (400 mila metri quadri di prato): sei maxi schermi, da 10 metri per 8, e 25 torri con gli altoparlanti. La Diocesi sottolinea che l’intera scenografia è stata pensata nel rispetto dell’ambiente: i fondali sono di legno riciclato, l’intelaiatura in ferro e alluminio sarà smontata e riutilizzata. Per ridurre l’impatto è stata scelta una struttura portante prefabbricata che non richiede di scavare il terreno per le fondamenta.
Non so quanto verrà a costare questa esibizione papale alla diocesi milanese. Questi caroselli papali tra Milano, Monza e poi ancora a Milano, mi sembrano delle “pagliacciate”. Come nel film con Troisi e Benigni: “Non ci resta che piangere”. So che papa Francesco si era arrabbiato per la spesa di tre milioni di euro decisa dai suoi collaboratori per costruire il padiglione del Vaticano all’Expo 2015. Si era chiesto se come padiglione della Chiesa cattolica non dovesse essere scelta la chiesetta consacrata di Rho. Non sono informato se ora sia contento o arrabbiato per questa sua esibizione nel carosello preparatogli dalla curia milanese in collaborazione con quella romana. Se qualcuno lo sa, sarei lieto di saperlo. Papa Francesc va sura l’asnin dimenticaa anca s’el te imbaraza saltà su (Papa Francesco cavalca il somarello dimenticato anche se è imbarazzante salirci sopra). Recordes che san Francesc al gh’aveva due asnit. Vugn la ciamava fredel: l’era ul so corp. (Ricordati che san Francesco aveva due asini. Uno lo chiamava fratello: era il suo corpo.)
Dicono che costerà proprio 3 milioni di euro. Per me sarà di più.
La curia di Milano con il Cardinale Arcivescovo, Angelo Scola (mi sembra di parlare di Tutankhamon) ha sicuramente la più grande responsabilità di questo evento, tuttavia, anche la Segreteria di Stato è il dicastero della Curia romana hanno una grande responsabilità soprattutto per quello che concerne la sicurezza di un evento così medianizzato. Indubbiamente il “Santo Padre …” è a conoscenza di tutto il programma della giornata del 25 marzo. Bergoglio, ascolta il prezioso consiglio di Don Giorgio, trova una scusa plausibile e stattene a casa a leggere un buon libro.
Don Giorgio, grazie per il suo lucido e chiarissimo messaggio, che ha stigmatizzato con efficacia l’enormità e la idolatria dell’happening.
Passi per le decisioni prese tra curia di Milano e il papa: fanno parte dello stesse entourage e decidono quello che vogliono, assumendosene la responsabilità e “commemorando” adeguatamente il quinto centenario della Riforma Luterana: il Frate Riformatore aveva la vista lunga, non c’è che dire.
In qualità di cittadino, atomo del Popolo Sovrano, laico e libero ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana – ammesso che il giornalista abbia riportato il vero – sono esterrefatto dall’esternazione, assai gioiosa del Prefetto di Milano per l’happening strampalato: lui rappresenta lo Stato, i cui cittadini praticano le religioni che vogliono, coltivano gli interessi che ritengono opportuni, si assume che tutti paghino tasse e imposte per cui il sua eccellenza il Prefetto dovrebbe avere la sensibilità ed il buon gusto di non parteggiare per nessuno, ma di rispettarli tutti.
Non ditemi che il papa verrà a Milano con qualche aeromobile a spese dello Stato!
Non ditemi che non sarà il Vaticano a pagare le spese del grandioso palco e delle sedie, da cui sua santità celebrerà la messa.
Non ditemi che non sarà il Vaticano a pagare le “gendarmerie” civiche e dello Stato che saranno coinvolte per garantire la sicurezza alle moltitudini…
Non ditemi…
Popolo Sovrano, il giorno in cui ti scanterai, anche i destini della nostra Bella Italia cambieranno.
E tu, “caro papa”, perché non segui il vibrante e saggio consiglio di Don Giorgio: perché non te ne stai a casa a pregare Dio, a meditare o a nutrirti la mente con la lettura di un buon libro?
Si dice ( o si diceva…?):
quali sono i due precetti fondamentali per un cristiano cattolico?
1°) Ama il tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente;
2°) Ama il prossimo tuo come te stesso (non più di te stesso).
E allora cosa c’entra tutto il casinone previsto il prossimo 25 marzo 2017 (e giorni e giorni prima e dopo per “apparare e sparare”) con i sullodati precetti fondamentali?
Cui prodest l’orrido spettacolo (sperandone che non ci scappino morti)?
A me oare che tutto questo ambaradan non faccia altro che mettere disagio e creare scompiglio.
Ed anche per chi credente, necessita un apparato faraonico?
Ma per dimostrare cosa, poi?
Forse, che le chiese non sono mezze vuote, e che Scola riesce a riempire gli spazi?
E se quel giorno poi capita qualcosa di spiacevole?
Siamo peraltro in una fase difficile, e la sicurezza pubblica viene messa a repentaglio tutti i giorni.
Era proprio il caso di organizzare questa cosa?
Non sarebbe stato meglio devolvere i soldi ai bisognosi?
O era davvero preferibile tutta questa messa in scena?
Una domanda: il Papa é stato invitato o ha chiesto di venire ?
Se é stato invitato ( come certamente é, visto che lui ha anche cancellato il primo invito ) caro don Giorgio prenditela con chi lo ha invitato e non con lui! Chi lo ha invitato non sapeva con chi ha a che fare ? Se uno mi crea problemi, non lo invito a casa !
Quindi tutto ok quello che dici tranne quando muovi accuse a Bergoglio che , almeno nel caso specifico, è meno responsabile di quanto tu lo ritenga, povero cristo.
Ho capito che ti sta di traverso. E lascialo perdere !
( ps: mi aspetto che tu cancelli questa mia.)
Usa il cervello se ce l’hai. La colpa della folle programmazione della giornata del 25 marzo prossimo ricade tutta sulla curia di Milano? In parte sì, ma è colpevole anche chi l’ha accettata. Non credo che il Papa non sappia nulla dei continui spostamenti, tanto vero che è arrivato l’ordine dal Vaticano di evitare l’apparato militaresco. Se è un folle a fare l’invito, la persona se è saggia dovrebbe o declinare l’invito o mettere condizioni ben precise. Se uno mi invitasse, faccio un esempio, a mangiare con un mafioso, accetto oppure no?