Un tam-tam di voci per don Giorgio, da Monte fino a Papa Francesco

 

Sono momenti particolarmente difficili quelli che sto vivendo in questi giorni, in attesa di chissà quale sentenza che da tempo pende sulla mia testa. Tutto si fa complesso, e non vedo una via d’uscita se non quella già segnata da una decisione che si appoggia su motivazioni per nulla convincenti, e a dir poco ridicole, così come vengono pubblicamente dichiarate dai miei Superiori. Dicessero la verità, almeno metterei il cuore in pace. Per modo di dire. Certo.
Avrei compiuto i settantacinque anni, dunque… Dunque, che cosa? È questa una motivazione seria, quando le forze fisiche penso di averle ancora, e il cervello mi funziona?
E poi ci sarebbe quell’accusa di aver creato scompiglio nella Comunità pastorale, di cui dovrebbe far parte anche la parrocchia di Monte. Certo, abbiamo camminato in parte da soli, per evitare però di cadere nell’immobilismo e in un vicolo cieco. Si preferisce, allora, colpire chi ha cercato di salvarsi, secondo il detto “mal comune mezzo gaudio”. Siamo ancora al punto, in nome della disciplina e dell’ordine, di voler a tutti i costi far rientrare ogni cosa nello schema, poco importa se ciò comportasse la morte di tutto e di tutti.
Come si può accettare una simile perversa idea di bene comune? Eppure i Superiori la pensano ancora così: anzitutto l’ordine, anzitutto lo schema, anzitutto la legge, e poi… poi la libertà dello Spirito santo, poi la Profezia. Questo non è assurdo? Questo non è anti-evangelico?
Più che la mia persona, in gioco c’è una comunità che ha fatto un certo percorso di fede, nell’apertura conciliare all’Umanità. La gente qui non è stupida da non capire che il futuro della comunità dipende dalla visuale di fede e perciò di pastorale, che potrebbe di colpo chiudersi, anche se cambiassero gli altri due preti, che per diversi motivi hanno creato una situazione insostenibile.
Perché è così duro far capire a persone dotte che le cose stanno diversamente da come loro vorrebbero presentarle? In una Diocesi tra le più grandi del mondo che paura si ha a permettere una eccezione, nel senso di dare la possibilità ad una comunità di continuare nel suo percorso di fede?
 
Ecco una sintesi cronologica dei fatti.

Hanno aspettato che io compissi i 75 anni, e puntualmente il 10 maggio di quest’anno è venuto da me don Maurizio Rolla, Vicario episcopale di zona, il quale, in breve, mi ha detto che d’ora in avanti avrei dovuto fare solo il residente o il pensionato, il che significava: fare il tappabuchi. Certo, potevo rimanere in casa canonica, ma senza poter fare più nulla di mio. Risposi che non mi sentivo di assistere di persona allo sfacelo della parrocchia. Non mi rimaneva che andarmene.
Don Rolla è tornato dieci giorni dopo, il 20 maggio, per portarmi la lettera della Congregazione del Clero, nella quale mi si diceva di togliere tutti gli articoli su Berlusconi. Approfittai per ribattere ancora il chiodo: perché me ne dovevo andare? Quali erano i veri motivi? Tornai a ribadire che, se dovevo fare solo il tappabuchi, preferivo lasciare Monte. Il Vicario mi disse che la sua missione era conclusa; aveva elementi sufficienti per fare un rapporto al Vicario Generale e al Cardinale.
Poco dopo la festa per il mio 50° di ordinazione sacerdotale, celebrata domenica 30 giugno, puntualmente il 13 luglio uscì il Vicario Generale, don Mario Delpini, per comunicarmi la mia rimozione da Monte. Senza aggiungere altro e senza possibilità di replica. Una pura formalità che poteva benissimo essere sostituita con una e-mail.
Da lì partì la protesta della Comunità di Monte. Mi trovai con numerose mamme e stabilimmo anzitutto di fissare un’Assemblea pubblica, per il 23 luglio. Qualche giorno prima, esattamente il 19, dietro a una mia sollecitazione, uscì di nuovo don Rolla, e durante l’incontro lo invitai a partecipare all’Assemblea. Ci pensò, poi decise di sì. L’assemblea, a cui parteciparono circa 170 persone, servì a far capire al vicario che c’era tanta gente che si stava mobilitando sia contro la decisione di rimuovemmo sia per avere chiarimenti anche sulla Comunità pastorale, nelle mani del parroco e del vice parroco, senza alcun controllo.
Don Rolla lasciò però tutti quanti scontenti per delle risposte del tutto evasive. Qualche giorno dopo, gli scrissi una lettera aperta accusandolo di aver agito come Ponzio Pilato. Nel frattempo mi interessai presso la curia milanese per sapere come inviare una lettera al cardinale: fu in quell’occasione che seppi che Angelo Scola non riceveva i laici. La lettera, scritta da alcune mamme di Monte, gli venne spedita alla fine di luglio. Finora non ha dato alcuna risposta. Inoltre mandai un’email al Vicario Generale per sapere se era possibile avere un incontro con lui. Mi rispose fissandolo per il 7 agosto. Il giorno stabilito venne da noi, qui a Monte. Ma anche questo incontro fu una delusione: le mamme rimasero profondamente amareggiate. Capirono che la decisione della mia rimozione era già presa. Qualche giorno dopo scrissi a Mons. Delpini una lunga e durissima lettera, in cui stigmatizzavo le incongruenze e le ipocrisie dei superiori, e attaccavo il cardinale.
Nel frattempo maturò tra le mamme l’idea di scrivere a Papa Francesco. Si riunirono, e stesero la lettera, che verrà inviata nei prossimi giorni, accompagnandola con il libro-ricordi che era stato preparato in occasione del mio cinquantesimo di Messa. Ho scritto un’altra lettera al Vicario, e l’ho inviata posta elettronica oggi lunedì 19 agosto.

 
Stamattina è stata aperta su Facebook una pagina dal titolo:

Un tam-tam di voci per don Giorgio, da Monte fino a Papa Francesco
 

Descrizione
Questa pagina nasce per dare solidarietà a don Giorgio De Capitani e alla comunità di S. Ambrogio in Monte di Rovagnate, per essere accanto a loro, ma soprattutto per aiutarli a far ascoltare la loro voce.

Raccoglieremo qui oltre alle testimonianze dirette dei parrocchiani di Monte, delle persone coinvolte sul territorio e vicine a don Giorgio, anche le parole di chi lo ha incontrato attraverso il web. Dei tanti che, pur abitando distanti da Monte, il sabato sera fanno i pendolari per assistere alla sua celebrazione e a un'omelia capace di smuovere qualcosa dentro. Di quelli che, essendo troppo distanti, si accontentano di seguire un'omelia su Youtube. Dei tanti credenti che, per le più svariate delusioni, hanno smesso di frequentare la parrocchia e ora trovano in un anziano prete "virtuale" distante centinaia di chilometri quel punto di riferimento che un parroco vicino non ha saputo essere.

Ovunque, nei commenti al sito, leggiamo: "Don Giorgio, vorrei che fosse il mio parroco!"; "Se la mandano via da Monte venga da noi!"; "Vorrei che fosse lei a battezzare mio figlio!". Perché tutto questo seguito, che ahimè è anche indice di un malcontento generale verso il parroco della chiesa sotto casa?

Troppa gente all'unisono e da più parti d'Italia dice le stesse cose per pensare che sia solo un fatto isolato. Troppo facile credere che siano pochi sparuti alienati che preferiscono vivere una fede strampalata e personale anziché una fede di comunità. Se è vero che la fede cattolica si basa sulla comunione e non sull'individualismo, bisogna anche dare alla gente la possibilità di sentirsi integrata e a proprio agio in una comunità.

Invitiamo la gerarchia a farsi delle domande, se non vuole perdere ancora una volta la possibilità di un dialogo con i fedeli.

 Perché noi un prete così faremmo carte false per averlo e se ce lo portassero via non staremmo di certo a guardare! Per questo siamo solidali con chi ha avuto la fortuna di fare concretamente un pezzo di strada assieme a lui ed ora se lo vede strappare via.

È stata lanciata anche l’iniziativa di raccogliere lettere in mio sostegno.

Chi volesse sostenere don Giorgio mandando una lettera può farlo inviandola come messaggio privato a questa pagina.
Appena possibile la pubblicheremo tra le nostre note (ricordatevi di specificare nome cognome e località da cui scrivete).
Potete indifferentemente rivolgerla a don Giorgio, al Card. Scola o al Santo Padre, ciò che conta è che uniate la vostra voce alla nostra contro questa singolare ingiustizia: non solo una rimozione, ma l'obbligo di autocensura.
Sì, perché a don Giorgio infatti non sarà più assegnata alcuna parrocchia, stando alla decisione così com'è allo stato attuale.
Tutto ciò che gli hanno concesso è una celebrazione di una sola Messa festiva in una chiesa vicina, con i limiti di non invadenza che ogni ospite dovrebbe rispettare, senza nemmeno una garanzia di continuità di questo servizio pastorale. Per saperne di più sulla faccenda vi invitiamo a leggere i link e la documentazione che abbiamo pubblicato e che pubblicheremo nei prossimi giorni.
 

20 Commenti

  1. dioamore ha detto:

    > “Hanno aspettato che io compissi i 75 anni, e puntualmente il 10 maggio di quest’anno è venuto da me don Maurizio Rolla, Vicario episcopale di zona, il quale, in breve, mi ha detto che d’ora in avanti avrei dovuto fare solo il residente o il pensionato”.

    Don Giorgio, un sacerdote ha (o dovrebbe avere) sempre una missione da compiere nella comunità in cui è inserito. Chiediti se hai portato a termine la missione che ti è stata affidata da Gesù-Dio. Se sì, puoi essere serenamente affidato ad altro incarico. Se no, porta a termine la tua missione.

    La pensione è per l’uomo, non è l’uomo per la pensione.

    Dal mio punto di vista spirituale, è ridicolo e fuori da ogni logica evangelica rimuovere un sacerdote perché ha raggiunto l’età della pensione, quando magari non ha ancora portato a termine la missione che gli è stata affidata nella comunità in cui è stato inserito. Questo lo puoi decidere solo tu che meglio conosci la tua comunità.

  2. Massimo ha detto:

    Che dire don Giorgio, coraggio!!Era solo questione di tempo, si sapeva che ti avrebbero fatto fuori appena possibile. Non ho molto da dire ai tuoi superiori, sono loro che hanno svuotato le Chiese e riempito le discoteche. Non ho niente da dire perché tanto loro non sentirebbero. Se non sceglie di tollerare, anzi di favorire, diverse voci e sensibilità al suo interno, la Chiesa di Cristo è destinata alla distruzione. Sapremo ricordarci i responsabili, purtroppo per loro se ne ricorderà anche Qualcuno di ben più importante di noi….. Il Signore ti dia Pace, don Giorgio, e non mollare mi raccomando!!!

  3. Giuseppe ha detto:

    Non conosco personalmente don Giorgio, ma seguo da anni il suo blog che trovo sempre carico di contenuti interessanti e spunti di riflessione mai banali. La fede può essere vissuta in diversi modi, ma quello di don Giorgio mi sembra molto aderente al messaggio evangelico e denota un sincero desiderio di comunicarlo agli altri “alla riscoperta del Cristo radicale per dare voce alla profezia nella nostra società occidentale che sembra sull’orlo del declino dell’umanesimo” per dirla con le sue parole. Caro don Giorgio avrà sempre la mia stima.

  4. linda ha detto:

    ho sempre apprezzato il coraggio di questo uomo che avendo deciso di essere membro della chiesa ha codificato il suo avvenire secondo le regole e le imposizioni di un clero chiuso, affarista, compatto nel rinnegare libertà di critica e di crescita morale, alleato e ammiratore dei ricchi e super ricchi. Si è preso il sacrosanto diritto di rifiutare tutto ciò che c’è di più marcio e insopportabile nella politica e nella chiesa stessa. Un vero cristiano. Vorrei anch’io nella mia città un prete che prima di tutto non fosse un affarista e nemmeno un sadico pastore di unime come lo sono quasi tutti i preti presuntuosi e unti di ipocrisia che con la vita di Gesù non hanno nulla a che fare. Caro Don Giorgio abbiamo a volte avuto idee diverse ma la sua presenza è indispensabile come indispensabile è la mia. Noi siamo persone sincere, vere, buone, e questo ” è la verità e la vita”… Aspetto notizie in merito .Secondo me sarebbe Scola che dovrebbe essere licenziato…ma la gerarchiaecclesiastica è come la mafia…si appoggia a “forti schieramenti” alla faccia di Gesù…Ma quei religiosi chi adoraNO??? L’anima pulita è la sua, ma c’è chi si prende paura dei suoi discorsi urlati, arabbiati, trascurando il contenuto. Grazie a lei riesco ancora ad entrare in una chiesa. Grazie ancora per la fatica che le toccafare per sostenere i suoi sacrosanti diritti.

  5. Patrizia 1 ha detto:

    Io e assieme a tutti gli altri rivolgo un appello al nostro amatissimo e tanto atteso Papa Francesco.
    La prego non ci deluda,grazie.

    Patrizia

    • dottginkobiloba ha detto:

      patrizia non restare delusa, il papa che si deve occupare dell’intero globo terracqueo non verrà nemmeno a sapere della vicenda di don giorgio

  6. Geremiah ha detto:

    La mia è una voce fuori dal coro, forse non l’unica, che ti dice: basta! Da qualche domenica non fai che minacciare “dura battaglia” contro il Vescovo che ti vuole mandare via da Monte. Basta! Non sei il primo né l’ultimo prete che è invitato a cambiare parrocchia! Chi sei? La prima donna della diocesi?
    In settimana merateonline ha pubblicato anche la lettera delle quattro donne che hanno incontrato il Vicario Generale: patetica, contraddittoria e gratuitamente velenosa.
    Ma ti sei accorto che ripetono le stesse cose che vai dicendo tu da tempo, quasi fossi diventato il loro guru spirituale? Usano le stesse parole, con la stessa insistenza e ripetitività: a Monte ci sarebbe una comunità diversa da tutte le altre parrocchie, aperta, all’avanguardia, senza “riti vuoti o di facciata”; solo la chiesa di Monte è piena, tutte le altre sono vuote (ma siete mai andati in qualche altra chiesa???). Hanno fatto proprio il tuo linguaggio e parlano di “umanità”, a cui la “struttura” chiesa non vuole prestare attenzione. Solite parole trite e ritrite. Vuote, come sempre.
    E poi la pretesa di avere il papa dalla propria parte. Tu e loro usate le parole del papa per giustificare quello che volete. Ma come? Il papa parla di un Dio vicino che esce per andare incontro al suo figlio?! Ma sei tu il primo che – l’hai scritto domenica – non esci mai dal tuo piccolo paese, e poi passi il tuo tempo chiuso in ufficio davanti a una webcam. Il papa dice che al centro c’è sempre Cristo e non noi stessi?! Ma queste donne hanno sostituito Cristo con un prete! E tu non sei da meno, perché ti senti depositario della verità. Il papa continua a dire che il cristiano è gioioso, trasmette gioia con la propria vita. Ma tu ti sei mai visto? Sempre arrabbiato, con tutto e tutti. Dov’è la gioia che nasce dal Vangelo?
    Ti lamenti (e si lamentano le tue donne sul loro scritto) che non sei mai stato convocato da Scola. Ma chi pretendi di essere? Non puoi tu chiedere un appuntamento a Scola? L’hai mai fatto? Questa sarebbe l’umiltà evangelica? Sei capace soltanto di sputargli veleno addosso guardando una webcam. E questo è Vangelo?
    E poi mi piacerebbe capire in che cosa consiste questa “nuova pastorale” che si vive a Monte, “segno di una chiesa diversa, non in linea perfetta con la chiesa istituzionale” (così hai scritto domenica sul foglio). Ma non fai anche tu la festa patronale con la pesca di beneficienza, con le salamelle, la processione con la statua della Madonna e la reliquia? Ti abbiamo visto su merateonline! Il frutto del cammino di fede della comunità di Monte – dici tu – sarebbe la “tenace opposizione” alla tua partenza? Ma va là. Tutte la parrocchie voglio trattenere il prete che hanno avuto per tanti anni! Non sei l’unico. Piuttosto mi spaventa questo “frutto”: hanno sostituito l’unico essenziale, che è Gesù Cristo, con una persona, un prete! Se questo è il frutto…
    Ancora una cosa: ti giudichi un “rottame” (“uno scarto” hanno scritto le donne) perché vai via da Monte? Ma con il suo sito potrai continuare a lavorare; un pulpito per predicare e poi mettere la predica sul web ti è stato garantito. Non cambierà nulla. Potrai ancora lanciare le tue invettive contro tutto e tutti. A meno che riuscirai a convertirti al Vangelo della misericordia, quello che Papa Francesco continua a predicare!
    Forse è Monte che teme di diventare uno scarto: dopo tanta popolarità tornerà alla sua normalità. Si spegneranno i riflettori su un paesino da nulla, su una frazione tra le tante. E non verrà più menzionata da nessuno…
    E ora anche una pagina di facebook per raccogliere gli elogi? Veramente sul tuo blog ho letto, negli anni, anche tanti insulti, tante prese di distanza dalle tue posizioni. Ovviamente chi non era d’accordo con te è stato sistematicamente messo a tacere dalle risposte tue o dei tuoi fedelissimi! Quegli interventi non vengono raccolti? Non fanno testo? Verrò anch’io zittito per questo mio scritto?

    Geremiah

    • Patrizia 1 ha detto:

      @ Geremiah
      Mamma mia quanto veleno, ora si sente meglio?

    • simbad il marinaio ha detto:

      “Ma va là” l’ho letta da qualche parte. Non ricordo dove. Pazienza!.

      In campagna, molti anni orsono, i conduttori di quadrupedi da tiro, gridavano agli animali, praticamente da mattino a sera:”va là,va là,va là!”.

      Qui si aggiunge un ma.

      Quindi da ricavare che chi è fuori dal coro, perchè entrarvici?

      Quando uno dice:”sono fuori”, basta. Abbiamo capito, Lei è fuori. Fuori e basta.
      Ma va là!

      Ogni riferimento a dove va, è puramente privo del seppur minimo interesse. Quindi vada pure. Serenamente, e buon viaggio.
      Ciao.

  7. simbad il marinaio ha detto:

    Direi in modo un pochino vago, per il tempo trascorso, e non di meno per la mia non certo “verde età”, di come a suo tempo l’U.R.S.S., concesse all’Ungheria, la possibilità di sperimentare un seppure blando, insipido gusto occidentale. Certamente molti commentatori ricorderanno, ricordano.

    Questo per dire, per proporre che la CHIESA, la Chiesa di Gesù, può fare della Parrocchia di Monte, una SCUOLA.

    In questa SCUOLA, il Preside lo abbiamo da tempo.
    Esclusivamente per la mia economia di pensiero dico “Preside Magnifico”. Don Giorgio.

    E’assolutamente necessario e d’obbligo ottenere la concessione democratica della Parrocchia. Non c’è dubbio. Io la chiedo. (e sia assolutamente chiaro che ogni riferimento ad “agibilità varie ed accessorie” sono fuori gioco. Meglio, sono fuori e basta).

    Nella scuola di MONTE, si potrà pensare a tutte le realtà ordinate all’Umanità.Già immagino Professori volontari.Schiere di persone raggiungere il MONTE.
    Che Grazia!

    Verranno invitati i Sacerdoti “dissidenti”,certo, e tutti.
    Verranno invitati tutti i Sacerdoti che lo desiderano.
    Anche qualche “politico genuino”, non sarà disprezzato.
    Si potranno ascoltare le vicende di tanti sacerdoti e Suore missionarie.Le loro testimonianze, anche della “politica indifferente”.

    Insomma penso ad una Scuola che praticasse un metodo aperto alla fede e alla ragione. Uno stile moderno ed attuale dell’ermeneutica, che orienta lo sguardo dell’Umanità verso orizzonti stupendi. Appartengo alla Chiesa, e umilmente credo, e sono convinto che è possibile.

    La mia condizione di pensionato, si mette a disposizione per pulire pavimenti, vetri, polveri, mobili, taglio dell’erba, pulizia di stoviglie, autista, ecc.,e allo stesso tempo mi comporterò come allievo davvero interessato. Grazie.

    Circa l’età pensionabile o l’idea di togliere certi articoli riferiti a “B”,stendiamo tutti assieme un pietoso velo di pietra, un macigno.

    Circa le potenzialità del linguaggio, chiedo:” le porcate, i porcellum, i discorsi del cavolo, nel -sacro luogo del transatlantico- sono meno indecenti del linguaggio di Don Giorgio?
    Non sono, forse, il tradimento di milioni di elettori?”.

    Don Giorgio avanti assieme, con la serenità del Signore.
    Succeda quel che deve succedere.
    Nel frattempo,grazie,e auguri di ogni bene a Lei e a tutte le persone di Monte, cordialmente e a disposizione.

  8. renato ha detto:

    Don, io non sono un suo parrocchiano ma frequento abitualmente le sue funzioni da oltre 2 anni e grazie a Lei, alle sue omelie, al suo sito ho riscoperto il vero senso del Cristianesimo ho riscoperto il vero Vangelo, il gusto di partecipare ad una Messa….quanto sono ottusi i suoi superiori non si rendono conto di quale grave perdita sarebbe confinarLa a celebrare una messa ogni tanto a farLe fare da tappabuchi…con il bisogno che la gente ha di riscoprire il senso vero della fede dell’umanita’…come vorrei che queste parole possano giungere anche al Santo Padre….forza Don non molli io la seguiro’ comunque sempre sul suo sito che e’ una cosa grandiosa.

  9. Don Alberto Lesmo ha detto:

    Caro don Giorgio, pensa al Cardinal Martini appena raggiunti i 75 anni subito accettate le dimissioni. Ma quante cose ci ha detto poi da vero profeta. Ti auguro di essere sempre voce di libertà, luce per tutti noi, grazie a auguri

  10. Luciano ha detto:

    Caro don Giorgio, sono davvero mortificato per il modo in cui viene trattato. purtroppo chi vuole vivere pienamente la propria vocazione di pastore, immancabilmente subentrano i preti ubbidienti che, senza tanti complimenti, agiscono con azioni autoritarie mettendo da parte chi ha sempre cercato il bene per l’altro e dell’altro. Come vorrei che lei caro don Giorgio, fosse nella parrocchia dove vivo a Cormano, per continuare a camminare insieme, vivendo in concreto e nel quotidiano la Parola, come continua a fare ancora, nonostante l’odiosa imposizione ipocrita arrivata dal cardinale e attuata dai suoi “fiduciari”. Abbiamo tanto bisogno di camminare in una Chiesa Autentica Evangelica e Povera, quella di Cristo che è il Pastore Vero. Invece, ci troviamo in mezzo alla decadenza spirituale e morale, considerando tutte le porcherie che continuano ad affiorare, grazie a questi minutili e miserandi poveri preti. Condivido con lei questo dramma per come posso. per favore, continui con questo suo sito che tanta speranza mi da. Le voglio bene anche se non ci siamo mai conosciuti personalmente. Le fiamme degli inferi non prevarranno sulla Chiesa di Cristo. Coraggio don Giorgio. Un caloroso abbraccio.

  11. Antonio Luigi Mori ha detto:

    Caro Don Giorgio, il reverendissimo signor Cardinale Scola (supersilurato al conclave: gli sta benone), dovrebbe conoscere che la Costituzione italiana prevede la libertà di espressione. Ergo, TE NE FREGHI. Circa la tua “pensione” comunque andasse la comunità ti è sempre accanto. Loro invece – abituati a governare il gregge con i mastini – sono SOLI.

  12. GIANNI ha detto:

    Lascio un secondo commento, collegato a quello di Attilio, che condivido e rivolgo una domanda.

    Quello che dice di FB, vale anche per me, con particolare riferimento a queste parole:
    Non utilizzo FB, per ragioni del tutto personali.
    In realtà FB, è utilizzato un pò “da tutti”. E non dico altro!
    Anch’io sono stato sempre personalmente non interessato ad un mio uso personale di questo social, anche se in talune circostanze come questa, ritengo che le sue possibilità comunicative siano forse utili.
    Anche per me, quindi, vale l’affidare le mie parole a questo sito.

    Una curiosità:
    ripeto, non so bene come siano messe certe norme, ma mi pare di aver capito quanto segue:
    al raggiungimento dei 75 anni, anche il vescovo deve presentare le sue dimissioni.
    Sta poi al papa, in tal caso, decidere se lasciarlo o no in servizio.
    E stessa cosa avviene per i parroci, solo che decide il vescovo.
    Mi pare di capire che il semplice sacerdote a 75 anni comunque sia in situazione analoga, e poi decide il vescovo.
    Se sbaglio, qualcuno saprà correggermi.
    Comuqnue, se le cose stanno così, allora credo che anche una lettera al papa sarebbe inutile, se comunque è il vescono a decidere.
    Ma le cose stanno così?
    Cioè è il vescovo che decide se a 75 anni il sacerdote svolge o no ancora servizio?
    Forse sbaglio…..

  13. Pietro ha detto:

    Caro don Giorgio,
    ti scrivo da più di mille chilometri di distanza, tra le incombenze quotidiane che non mancano.
    SURSUM CORDA!
    Non ti manca certo la vis agonis!
    Tuttavia, mi preme esprimerti tutta la mia solidarietà e la mia gratitudine per avermi concesso l’apertura di un percorso spirituale e civico che pareva ormai sopito, esorcizzato dai milioni di stimoli negativi che martellano e mortificano l’anima giorno dopo giorno. Mi unisco virtualmente ai tuoi parrocchiani, rimarcando, ove ce ne fosse bisogno,che certi metodi non sono cambiati: invece di confrontarsi sui contenuti e le istanze, si conviene di porre nel dimenticatoio chi è causa d’imbarazzo per la gerarchia. Non è facile mettere in gioco le proprie ataviche sicurezze!
    In altre parole,INDUZIONE AL SUICIDIO INTELLETTUALE, una specie di eutanasia “partecipata”.
    Sono certo ed auspico che Papa Francesco si prenda cura del tuo caso e della tua parrocchia, partendo da un esame privo di pregiudiziali ed offrendo opportunità di dialogo fraterno con le parti ineressate.
    IN BOCCA AL LUPO! AD MELIORA!

  14. attilio ha detto:

    Moltissime persone, anime, una moltitudine vivente quindi, che già aderiva alla FEDE rivelata, hanno potuto espandere, arricchire anche la propria Ragione.

    Fede e Ragione quindi, almeno per me, si sono condotte e si conducono, come per mano.

    In merito a Don Giorgio, scusate se propongo il pensiero di Luca, anche solo per comunicare la mia amarezza e sopratutto la mia CONSOLAZIONE, che fa così: “NON CI ARDEVA FORSE IL CUORE NEL PETTO MENTRE CONVERSAVA CON NOI LUNGO IL CAMMINO, QUANDO CI SPIEGAVA LE SCRITTURE?”.

    Di questo, personalmente ringrazio Dio, e allo stesso tempo, la mia stima, la mia gratitudine, e mi sia concesso, un affetto fraterno per Don Giorgio De Capitani,
    vogliono essere “eterni”.

    Qualsiasi decisione, di conseguenza, non muterà la mia Fede e la mia Ragione, così come umilmente tentano di avanzare accompagnandosi, verso la Meta comune.

    Non utilizzo FB, per ragioni del tutto personali.
    In realtà FB, è utilizzato un pò “da tutti”. E non dico altro!

    AFFIDO il mio commento al sito di Don Giorgio.
    Scusate, io mi sento coerente così.
    Allo stesso tempo il mio commento si unisca a tutti gli altri, in un’unica voce.

    Don GIORGIO, FORZA E CORAGGIO, FORZA E CORAGGIO, FORZA E CORAGGIO,e auguri d’ogni bene in Gesù e Maria.

    attilio.

  15. GIANNI ha detto:

    A parte l’espressione della mia scontata solidarietà, per il resto difficile commentare un tema che, in parte, già commentai.
    Non perchè non si sappia cosa dire, ma perchè, ora che colgo meglio i fatti, ci sono tante cose che non so.
    Ma i preti vanno in pensione a 75 anni?
    Sono obbligati a traslocare?
    Per quello che ne so io, a parte questo specifico caso, ricordo di diversi preti che erano stati spostati senza motivo specifico, si diceva per motivi organizzativi, e non erano cosiddetti preti ribelli.
    COmunque don GIorgio, il sito non è della chiesa, ma tuo, e potrai continuare a farci quel che vorrai.
    Anche il venir meno di una funzione sacerdotale attiva non farà venir meno questa possibilità.
    Quanto al resto, ripeto, si sanno certi motivi..
    mi domando invece se alri preti a 75 anni possano restare in servizio, o tutto debbano andare in pensione, con ecceone di vesscovi e cardinali.

  16. Luca ha detto:

    Don Giorgio sapessi quanto ti capisco …. ma per te vale quello che ha detto Vittorio Arrigoni: UN VINCITORE

  17. Giovanni Di Nino ha detto:

    Carissimo don Giorgio, capisco la tua mortificante situazione di sacerdote, l’ho vissuta con un mio parente stretto, oggi 85enni, colpito alcuni anni or sono da una brutta malattia: anche lui aveva consegnato la lettera di dimissioni al compimento dei 75 anni di età, ma il suo vescovo volle che restasse parroco, lavoro che ha svolto sempre con abnegazione, fino al momento del sopraggiungere della malattia (tra l’altro avrebbe potuto continuare a svolgere ancora la sua attività, ancora per qualche anno): hanno risfoderato quella lettera di dimissioni e le hanno accettate… Vorrei farti presente che questo mio parente, nella sua lunga attività pastorale, ha fruito di una settimana (scarsa) di ferie per recarsi agli annuali esercizi spirituali, che ha svolto full-time la sua attività con l’assistenza continua dei suoi parrocchiani, specie quelli malati. Mi chiedo, spesso, dove sia scritto che un consacrato al sacerdozio è abilitato a svolgere tale attività sino ad una certa età, e dove è scritto che deve fruire di un mese di vacanza ogni anno, quasi che tutte queste cose siano state codificate dai Vangeli… Oraquesto mio parente soffre più per l’isolamento nel quale è stato ridotto dai suoi “confratelli” (raramente si vede qualcuno che viene a trovarlo), che per la malattia che sopporta. Non mi sorprende il trattamento che ti stanno riservando, ipocritamente e spudoratamente motivato da ragioni politiche infami per chi si dice “sacerdote”: dovrebbero vergognarsi e nascondersi, dal vescovo al commesso che ti ha portato le sue squallide richieste. Ti sono fraternamente vicino.

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