L’EDITORIALE
di don Giorgio
Il Natale “osceno”
dei miscredenti opportunisti
Non temo le ire dei cosiddetti laicisti che, quando torna loro comodo, dicono peste e corna della religione, e poi si lasciano sedurre dal contorno più consumistico di festività religiose che, nelle emergenze, essi vorrebbero difendere nelle tradizioni più carnali.
Già da tempo sostengo che nelle festività religiose i laicisti e gli atei dovrebbero, per coerenza, andare al lavoro, come se si trattasse di una giornata qualsiasi.
Succede invece che questi beceri laicisti se la prendano, più dei credenti, quando le tradizioni religiose sono a rischio di estinzione.
Non solo non temo le ire di questi opportunisti miscredenti, ma li disprezzo con tutto il cuore, perché sono proprio costoro che tengono in vita un cristianesimo contaminato da un attaccamento morboso alla pelle di credenze religiose al limite di una decenza senza pudore.
E sì perché a questi laicisti, che stanno male al solo pensiero di un Dio per loro troppo ingombrante, non sta bene togliere dal Natale tutto quel superfluo che vorrebbe rendere più appetibile la Nascita di Gesù.
E allora eccoli come difensori di un Natale “tradizionalista”, sempre più un concorso di riti paganeggianti, ma talmente emozionanti da genuflettersi davanti a un Bambinello paffuto, messo in mostra per commuovere anche gli istinti più bestiali.
E, udite, udite!, a Natale avviene un miracolo veramente sorprendente: l’abbraccio più blasfemo tra gli incalliti miscredenti e gli ottusi fondamentalisti cattolici.
Tutto gira attorno alla carnalità, e noi sappiamo quanto la carnalità sappia fare anche miracoli, visto che proprio sui cadaveri si compie la peggiore speculazione: c’è il cadavere della morte di Dio, come si augurano i laicisti più imbecilli, e c’è il cadavere dei santi, su cui speculano altri imbecilli, i cultori del dio cadaverico.
Come svincolarsi da questo osceno abbraccio tra il laicismo e il fondamentalismo cattolico?
Scavando dentro di noi, nel profondo del nostro essere, sconosciuto sia ai laicisti che ai fondamentalisti, dove il Divino è purissimo, e nella sua Essenzialità si fa Incontro con l’intelletto “attivo” sempre aperto al Mistero di Dio.
Il Mistero di Dio, anche quello natalizio, è I’Intelletto che purifica i credenti nello spirito, liberandoli da ogni carnalità, quella appetibile da parte di chi vive di pelle e sulla pelle di una massa di idioti.
Resterò solitario, ma sarà il più bel Natale della mia vita.
19 dicembre 2020
I tempi forti del cristianesimo sono sempre ‘anticipati’ nell’ottica di una guerra preventiva, dall’abbraccio satanista di malerbe laiciste e fondamentaliste, l’obiettivo comune di queste due falangi mi pare di capire sia quello di saturare l’immaginario di noi piccoli, che ci lasciamo facilmente distrarre e riportare all’idolatria dal rumore di fondo di un satanismo così pervasivo a saturare ogni spazio di possibile riflessione, conversione e crescita spirituale autentica.