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E’ giusto parlare con parresìa.
In questi tempi sono innegabili le difficoltà che viviamo.
Solo gli stupidi non se ne accorgono perchè non le capiscono.
Come affrontarle se non si riesce a superarle ed uscirne?
Con l’arte del vivere di antica memoria: non lasciarsi attrarre dalle sole ed effimere felicità esteriori, ma riscoprire la gioia interiore. Per chi crede la beatitudine.
Non si è liberi fuori, se non lo si è dentro.
Lo so.
Non è facile.
La disciplina monacale per l’ascesi può aiutare?
Perchè non provare?
Il consiglio personale che offro è di trovare un piccolo spazio.
Dove?
Nella stanzetta dove si vive e stare in silenzio contemplativo.
Anche il nulla ci aiuta a trasformare la nostra anima corruttibile facendola morire per farla risorgere nello spirito incorruttibile e puro?
Non viviamo in una società dove Dio è morto e l’Io è trionfante?
Perchè non far morire questo Io trionfante e far risorgere Dio in noi?
La nostra nullità è la croce, ma nel silenzio c’è la resurrezione.
Come aiuto: “La croce porta dolore, e porta gioia: dolore per un istante, e gioia per l’eternità” (Angelo Silesio)