Chiesa “meretrix”, sei proprio “oscena”…

Chiesa “meretrix”,

sei proprio “oscena”…

Non ce l’ho con il vescovo di Verona solo per il fatto che ha indirizzato una lettera ai propri sacerdoti e diaconi perché invitino i loro fedeli a prendere coscienza dei valori cristiani nel prossimo ballottaggio, domenica 26 giugno, scegliendo il candidato più cattolico, naturalmente quello di destra, Federico Sboarina, e non Damiano Tommasi, candidato di sinistra. Leggete la lettera e capirete i motivi.
Ce l’ho perché questo vescovo, come tutti i vescovi del mondo, stanno facendo un omertoso silenzio sulla guerra in Ucraina.
Al di là di un imbecille pacifismo non sanno andare, sostenendo, come fa il Papa, teorie scriteriate sulla Nato o altro, senza condannare esplicitamente il vero unico colpevole, che è Putin.
Secondo la Chiesa meglio una resa da parte degli Ucraini, una resa che sarà poi a favore dell’oppressore criminale.
Una Chiesa oramai fuori controllo, senza più pudore, senza intelletto, cieca e ottusa.
I vescovi possono anche avere le loro buone ragioni per intervenire a indicare i valori cattolici quando ci sono scelte da fare anche nel campo politico e amministrativo, ma non sopporto che i vescovi tacciano, quando ci sono gravi emergenze, come una guerra in corso che sta sovvertendo ogni ordine nel creato.
Imbelle questa chiesa, quando dovrebbe tirar fuori le palle, e prepotente quando si tratta di salvare suoi principi, che neppure i credenti osservano, anche per colpa di una cattiva educazione delle coscienze.
Questa Chiesa non sta più in piedi, non regge più, sta crollando sotto il peso della propria struttura carnale tanto mastodontica quanto marcia.
Ma la cosa veramente assurda è che nessun prete ribelle si oppone a questa Chiesa. Tutti obbediscono o se ne fregano.
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dal Corriere della sera

Verona,

la lettera del vescovo Zenti

prima del ballottaggio Sboarina-Tommasi:

«Non votate chi sostiene idee gender»

di Claudio Bozza
La missiva inviata dal capo della diocesi suona come un endorsement al candidato di Fratelli d’Italia e Lega. In passato disse: «Ddl Zan? Bavagli e carcere come la Gestapo». Il malumore del Pd
Dovere dei sacerdoti, in occasione delle tornate elettorali nelle città, è far coscienza a se stessi «e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia». È un passaggio della lettera inviata ai confratelli della diocesi dal vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, datata 18 giugno, nel pieno della campagna elettorale in vista del ballottaggio di domenica prossima, quando verrà eletto il nuovo sindaco. Compito degli ordinati, spiega Zenti, «non è schierarsi per partiti o persone, ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana».
La missiva del vescovo, 75 anni e prossimo al congedo dal suo incarico, ha innescato forte malessere specie tra gli esponenti del Partito democratico. Domenica prossima, dopo che l’ex calciatore Damiano Tommasi (sostenuto da dem, M5S e liste civiche) è arrivato in testa al primo turno , si terrà il testa a testa con il sindaco uscente Federico Sboarina, candidato di Lega e Fratelli d’Italia. Zenti, nella sua lettera, non esplicita nomi e cognomi, ma il forte riferimento alla battaglia antigender suona come un chiaro endorsement per Sboarina , esponente del partito di Giorgia Meloni, che spesso richiama questo tema nei suoi comizi.
Il vescovo di Verona, non proprio in linea con la dottrina di Papa Francesco, indica anche altri valori sulla cui presenza i fedeli dovrebbero far attenzione nel considerare i programmi dei candidati: «il tema della disoccupazione, l’attenzione alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero, ai giovani, alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne». Zenti non è nuovo a uscite che hanno fatto discutere. Nel 2015, con un’altra lettera, ma inviata agli insegnanti di religione, condivise il programma elettorale di una candidata della Lega alle elezioni regionali. Mentre di recente aveva usato toni durissimi contro il Ddl Zan. La premessa: «L’omosessualità praticata non è un valore agli occhi di Dio». E poi l’affondo: «Auspichiamo che si possa continuare a dire, che non resti traccia nel Ddl di bavagli o di possibili carceri. Sarebbero residuati da Gestapo».

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