Sono con te, don Gianfranco. Tieni duro, non cedere, non togliere il cartello, butta fuori dalla chiesa i razzisti: leghisti e fascisti.

razzisti chiesa
Sono con te, don Gianfranco. Tieni duro, non cedere, non  togliere il cartello, butta fuori dalla chiesa i razzisti: leghisti e fascisti.
Qui al Nord, nella diocesi milanese,  i preti non hanno il coraggio di fare ciò che tu hai deciso: proibire ai razzisti di entrare in chiesa. I preti milanesi, di cui un buon numero è orrendamente leghista, sono circondati da questi pezzi di merda, che fanno parte anche dei Consigli pastorali, oltre che essere factotum nell’organizzazione delle feste delle salamelle, l’unico motore delle parrocchie.
I vescovi tacciono, Angelo Scola tace, lo stesso papa Bergoglio non fa nomi espliciti! Loro pensano all’umanesimo, loro pensano alle grandi folle da tenere buone buone, e non hanno il coraggio di prendere decisioni  contro i razzisti leghisti. Loro pensano ai divorziati risposati, ai conviventi, alle coppie di fatto, proibendo loro di accedere ai sacramenti.
Da tempo i leghisti andavano allontanati dalla Chiesa. Sono l’anti-vangelo, sono dissacratori dei diritti umani, sono la feccia della civiltà.
Dubito che i leghisti abbiano l’anima, sono mentalmente tarati, senza cuore. Dove ci sono loro, c’è puzza di sterco.
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da Il Fatto Quotidiano

Migranti,

a Spoleto prete vieta ingresso in chiesa

ai razzisti: “Tornate a casa vostra”

Dopo le proteste a Quinto in provincia di Treviso e a Roma, don Gianfranco Formenton ha affisso un cartello sul portone della parrocchia e spiega a ilfattoquotidiano.it: “Lega e CasaPound stanno facendo come Hitler e Mussolini: se la prendono con i più poveri per raccogliere consensi”
di Alex Corlazzoli | 20 luglio 2015
“In questa chiesa è vietato l’ingresso ai razzisti. Tornate a casa vostra!”. A lasciare questo messaggio sul portone della casa di Dio è don Gianfranco Formenton, parroco di Sant’Angelo in Mercole a Spoleto. Il prete, di origini venete ma incardinato nella diocesi umbra dal giorno dell’ordinazione, non ha dimenticato le sue origini e di fronte a quanto accaduto nei giorni passati a Quinto in provincia di Treviso, dove i residenti hanno dato fuoco a materassi e mobili per impedire l’alloggio di un centinaio di immigrati, ha deciso di farsi sentire.
“Ho voluto dare una risposta ai fatti di Treviso e Roma. Lo slogan più diffuso oggi è tornate a casa vostra. Con questo messaggio voglio far sapere a chi grida queste parole che ci sono anche luoghi, come la casa di Dio, dove anche loro non sono ben accetti. Tra l’altro son stato persino gentile. Gesù è molto più duro. Racconta il vangelo di Matteo che disse ‘Ero straniero e non mi avete accolto. Lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno’”.
Il parroco di Sant’Angelo pensa al presidente della Regione: “Zaia dice di essere contro la violenza stando dalla parte dei cittadini ma in questo modo giustifica il terrorismo messo in atto arrivando al punto da appiccare il fuoco. Queste azioni squadriste si sono già verificate negli anni Venti”.
Don Formenton non ha peli sulla lingua: “Auspico che la Chiesa di Treviso dica una parola, anche una sola. La voce del Papa è stata inequivocabile: le parole di Francesco nelle sue ultime encicliche sono dirompenti. La Chiesa ha ricominciato a sottolineare le esigenze evangeliche. Siamo in un’emergenza mondiale causata dall’uomo e non da Dio e la comunità cristiana deve dare una risposta. C’è una violenza inaudita sul tema profughi, è l’emergere delle pulsioni peggiori dell’umana specie, coltivate da questi quattro politici che hanno una memoria storica non più lunga di tre mesi e che fomentano questo odio”.
Per il parroco umbro l’unica voce affidabile è quella di Bergoglio: “Tra i politici che cavalcano questa protesta non c’è nessuno che fa l’analisi di cui è stato capace il pontefice dicendo che questi profughi vengono a chiederci il conto di centinaia di anni di sfruttamento e ingiustizia”. Il sacerdote ce l’ha con la Lega Nord: “Noi dobbiamo scegliere se prendercela con i più poveri oppure con i furbi che hanno causato ciò. Purtroppo quest’ultimi sono lì ad indicarci i nemici di turno. Hanno fatto così Hitler, Mussolini e lo stanno facendo anche la Lega e CasaPound che hanno compreso quanto in questo modo si raccolgano consensi. Mi creda, ormai anche nella mia parrocchia c’è pieno di razzisti di qualsiasi parte politica”.
Parole dure che hanno fatto discutere anche i fedeli del prete che sulla sua pagina Facebook si sono scatenati. Nulla di personale, ha voluto sottolineare don Gianfranco che continua a pensare alla responsabilità della politica: “Se mi avessero chiamato a benedire la sede della Lega a Spoleto avrei detto le stesse cose a Matteo Salvini”.
Intanto in centinaia hanno letto la presa di posizione del parroco e in tutta la città si sta discutendo di questa provocazione nella speranza che arrivi qualche segnale da Roma.

7 Commenti

  1. Stella ha detto:

    Qualcosa da dire a chi “accoglie” in nome del guadagno che l’immigrato procura, non le viene?
    In vita mia non ho mai visto nessuno prodigarsi tanto per i poveri come in questi tempi coi “poveri” da lucro!

  2. GIANNI ha detto:

    Razzismo e cristianesimo sono inconciliabili.
    Quel cartello non fa che richiamare una palese realtà.

  3. Giuseppe ha detto:

    Non entro nel merito della decisione di don Gianfranco Formenton, che avrà certamente riflettuto bene prima di affiggere quel cartello sulla porta della chiesa, dimostrando davvero un bel coraggio, considerato che, purtroppo, la mentalità corrente della cosiddetta “maggioranza silenziosa” è manipolata e soggiogata dagli slogan e della propaganda razzista, finendo in gran parte per simpatizzare coi leghisti e i movimenti di estrema destra. Quello che mi preme sottolineare è l’enorme contraddizione di chi mentre si professa un buon cristiano, un credente e, probabilmente, conduce una vita esemplare, ostenta -più o meno apertamente- un atteggiamento di intolleranza e discriminazione verso gli zingari, gli extracomunitari, gli immigrati, i disabili e i “diversi” di ogni tipo, senza sentire il minimo turbamento o senso di colpa, anzi creandosi addirittura delle giustificazioni plausibili e “politicamente corrette”. Non ho intenzione di fare il moralista né dare lezioni di etica a nessuno, ognuno di noi porta con sé il proprio fardello di errori e di peccati e deve fare i conti con la propria coscienza prima di osservare il comportamento altrui, ma è innegabile che Gesù Cristo sia stato chiarissimo nel suo messaggio d’amore e di liberazione, schierandosi sempre e comunque dalla parte dei poveri e dei bisognosi, di coloro cioè che la società dimentica, rifiuta e abbandona a se stessi.

    • Claudio Pros ha detto:

      ” manipolata e soggiogata dagli slogan e della propaganda razzista, finendo in gran parte per simpatizzare coi leghisti e i movimenti di estrema destra”, lei ha perfettamente ragione, è sotto gli occhi di tutti…
      Si è visto chiaramente alle ultime elezioni regionali

  4. Claudio Pros ha detto:

    Finalmente c’è chi parla chiaro, anche se in questo “vostra” c’è un sedimento di noialtrismo.
    É proprio questo “nostro”, “vostro”, questo possedere parti del mondo , che pone confini, discriminazioni… I “razzisti” non hanno una casa “loro” ma albergano anche in “noi”, è importante capirlo…

  5. diogene ha detto:

    Spero non ti lascino solo a combattere contro questi lupi travestiti da agnelli don Gianfranco!
    È’ ora di parlare chiaro. Il crocefisso dappertutto… porse perché veda e senta meglio le loro nefandezze?

  6. dario ha detto:

    ANCHE IO SONO CON DON GIANFRANCO E SPERO CHE ALTRI LO SEGUONO ..COMPLIMENTI… NOI SIAMO UNA FAMIGLIA CHE DA 22 ANNI ACCOGLIE IMMIGRATI ..ABBIAMO BISOGNO DI QUESTI ESEMPI
    DARIO GIANNA DANIELE

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