da la Repubblica
19 luglio 2020
È morta Giulia Maria Crespi,
la fondatrice del Fai
La decana degli ambientalisti aveva 97 anni. E’ riuscita a salvare una parte preziosa del paesaggio italiano oltre a ville, castelli e boschi
ROMA – È morta Giulia Maria Crespi, la fondatrice del Fai – il Fondo Ambiente Italiano. Decana degli ambientalisti che ha salvato una parte preziosa del paesaggio italiano oltre a ville, castelli e boschi.
La signora del Fai aveva 97 anni. E da due mesi aveva perso il figlio Aldo Paravicini, 65 anni, in un incidente stradale dovuto probabilmente a un malore. Era nata a Merate nel 1923. Vedova del conte Marco Paravicini e di Guglielmo Mozzoni, nel 1962 entro nella proprietà del Corriere della Sera. imprimendo la sua forte personalità nella gestione editoriale del quotidiano: portò all’allontamento dalla direzione di Giovanni Spadolini che venne sostituito da Piero Ottone e all’aperto contrasto con Indro Montanelli, che la definì “dispotica guatemalteca”.
Nel 1973 Crespi cedette alcune quote della proprietà a Gianni Agnelli e Angelo Moratti per poi liquidare l’anno dopo la sua quota all’editore Andrea Rizzoli.
Era nata in una delle più importanti famiglie industriali lombarde, cotonieri e cugini dei proprietari della fabbrica di Crespi d’Adda. Figlia unica, venne educata in casa dove ebbe come insegnante Fernanda Wittgens, la Soprintendente che fece risorgere la pinacoteca di Brera dopo la Seconda guerra mondiale. Nel 2003 è stata insignita della carica di Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italianae ricevette dall’Università di Bologna la laurea honoris causa in storia dell’arte.
“E’ un evento che segna un momento cruciale nella storia della Fondazione – dice Andrea Carandini, presidente dell’ente – e vena di infinita tristezza l’animo del Consiglio di amministrazione, del comitato dei garanti, della struttura operativa e delle delegazioni del Fai che a lei con unanime riconoscenza dedicano il più commosso tributo. La chiarezza del suo insegnamento, il solco tracciato, lo stile e l’entusiasmo infuso in qualsiasi cosa facesse indicano senza incertezze la strada che il Fai è chiamato a seguire per il Bene del Paese, fissata nella missione che lei stessa contribuì a definire”
Una vita per l’ambiente e la cultura
Nel 1975 con Renato Bazzoni fondò il Fondo ambientale italiano del quale fino all’ultimo è stata l’anima ispiratrice pur essendo stata affiancata, prima come presidente fino al 2009 e poi come presidente onoraria fino a oggi, da figure via via divenute fondamentali nello sviluppo della Fondazione, come dal 1985 Marco Magnifico, Ilaria Borletti Buitoni, Angelo Maramai e Andrea Carandini, oltreché da una struttura operativa e di volontariato che ha ormai raggiunto, per dimensioni e professionalità, il livello di una grande impresa culturale no-profit nazionale.
Educata secondo i severi principi della borghesia lombarda in base ai quali “chi ha avuto molto, deve dare molto”, frase che Giulia Maria amava ripetere, conosceva, apprezzava e stimolava – da sempre praticandolo in prima persona – il ruolo che il volontariato svolge nella società civile, sostenendo e incoraggiando l’importante azione che le delegazioni del Fai hanno svolto e svolgono, a fianco della struttura operativa, per la maturazione e la crescita della Fondazione.
Pur essendo di carattere forte e imperativo Giulia Maria Crespi ha sempre fortissimamente creduto nel lavoro di squadra come unica possibilità per ottenere risultati seri e duraturi. Una creatività inesauribile, una riluttanza per i compromessi, una passione per il dialogo, una singolare unità di ideali e concretezza, una noncuranza per le difficoltà – tanto più stimolanti quanto ardue – e una mai incrinata perseveranza ne hanno fatto una figura impegnativa per chiunque avesse a che fare con lei, ma al tempo stesso un esempio inimitabile e senza sfumature di ideali civici e di passione per la vita, per la cultura e per l’ambiente.
La cura e la salute della terra come fondamento per la salute dell’uomo, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni, insegnata e praticata nella sua grande azienda agricola della Zelata sulle rive del Ticino (è stata tra i fondatori dell’Associazione per l’agricoltura biodinamica) e la passione per la tutela dell’ambiente, inteso nel suo inscindibile legame con la storia, sono stati i temi che, insieme alla grande attenzione per il mondo della scuola, hanno guidato la sua attività, come sempre instancabile e generosa, nell’ultimo decennio della sua vita.
“Il Fai soffre per la scomparsa della fondatrice Giulia Maria Crespi. Rassicurata dallo sviluppo della Fondazione in tema di beni gestiti, paesaggio e patrimonio, si era riservata la delega per l’ambiente, preoccupata per la salute della natura e dell’uomo. Il Fai ha tradotto le sue indicazioni in pratiche virtuose nei beni e nell’educazione al costume della sostenibilità e sempre avvertirà ai suoi fianchi questo suo ultimo sprone”.
E’bene mettere in evidenza e far conoscere tali personolità da poter contrapporre ai barattoli ruzzolanti e rumorosi che avviliscono e sporcano l’ITALIA.Un saluto dall’estero!!!!!!!!!