Questo vescovo si fa qualche esame di coscienza o parla nel vuoto?

di don Giorgio De Capitani
Quando leggo o ascolto in video le omelie e gli interventi di Mario Delpini, vescovo di Milano (mi riesce difficile dire “arcivescovo”!), mi chiedo se parli con gli occhi aperti e con il cuore caldo: lo leggo, lo vedo e lo sento, come se egli avesse davanti a sé solo ombre vaganti nel vuoto.
Non mi pare che Delpini metta in questione quel sé interiore che, se così fosse, ovvero se si mettesse in crisi, la voce subirebbe un altro tono, lasciando cadere quella cantilena propria di un mestierante.
Quando egli parla, sembra un “assente”: dà l’idea di un ebete che reciti una parte di commedia davanti ad un pubblico del tutto “assente”.
E se Delpini anche solo “vedesse” in sala un “individuo” annullato nella sua personalità proprio dalla sua pastoralità di mummia senza cuore, non dovrebbe di colpo cessare di recitare la parte del pagliaccio?
Certo, ciò che Delpini dice può anche e talora essere di stimolo, ma egli come può in tutta coscienza dirlo senza vergognarsi per il suo comportamento da pastore privo di umanità?
Quando penso che ci sono preti (anche se fosse uno solo!) abbandonati per anni ad una deplorevole emarginazione, mi chiedo dove stia il cuore del buon pastore, che ha ricevuto la missione di preoccuparsi anche delle pecorelle “smarrite”.
Ne so qualcosa, ma questo non comporta che la mia attuale ribellione sia come un’interrotta ripicca, ma vorrei far capire che così, in questo modo, con questo atteggiamento, un vescovo perde la propria credibilità e anche, permettetemelo di dirlo, non sa cogliere qualche provvidenziale occasione per ridare più spessore evangelico ad una diocesi che sembra sull’orlo del precipizio.
Cavoli! Mario Delpini, come puoi far finta di nulla, agire e parlare come se in diocesi non esistessero problemi di convivenza tra i preti (quanti?) e il loro vescovo?
È passato un anno, senza contare gli altri come Vicario generale, ma non puoi ravvederti e diventare più umano, riallacciando il dialogo con il tuo clero in difficoltà, perché il pastore lo lascia del tutto “inutile”?
Ecco il testo dell’omelia dell’Assunta
qui
se qualcuno volesse ascoltare la sua voce

 

1 Commento

  1. Luigi ha detto:

    Lettera aperta a Delpini se legge questo blog o chi per lui. Caro Delpini, ti dico che l’assunzione o saggezza del pensiero divino antico della tradizione ebrea e nuovo della tradizione cristiana mariana non protegge dalla banalità del male e dall’improvvisazione del bene. Se così fosse non avremmo i fenomeni leghisti e le improvvisazioni pentastellati. I leghisti eredi di una destra già condannata dalla storia e i pentastellati da una sinistra vaporosa senza radice. Questo amore c’è già stato ad alto livello tra due amanti d’eccezione: Martin Heidegger (cristiano nazista) e Hanna Arendt (ebrea marxista). I frutti si vedono ancora oggi: Corea del Nord, Israele, Nicaragua, Venezuela, USA di Trump, Russia di Putin, Ungheria di Orban … L’elenco è lunghissimo. Dove sono le socialdemocrazie? Se siamo onesti in pochi paesi come il “resto d’Israele” nella Bibbia. Medita su queste parole dette da David Turoldo giorni prima di morire: “Sono convinto che sperare è sempre più difficile che credere. Per credere. Tutti credono in qualcuno, in qualche cosa, in qualche modo. Ma per sperare, cari miei. Nonostante tutto sarei felicissimo se potessi essere d’aiuto a qualche compagno, qualche amico, qualche fratello che in questo momento è tentato di disperare. Ogni giorno è un giorno nuovo. Ogni giorno è un giorno mai vissuto sulla terra da nessuno. Aiutiamoci a sperare.” Carlo Maria Martini ha creduto a quest’uomo. Apriti a don Giorgio e da “morto” che sei ritornerai a “vivere”.

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