Scenari di guerra pesano sull’umanità inerme

Scenari di guerra pesano sull’umanità inerme

di don Giorgio De Capitani
Non si sa più a che cosa credere, e perché possa ancora oggi succedere una guerra catastrofica.
MAI PIÙ GUERRE!
Così si urlava subito dopo la seconda guerra mondiale.
Nulla è servito a far rinsavire l’uomo, la creatura più bastarda che Dio abbia creato.
Forse per questo Dio si era pentito, e aveva inviato il Figlio sulla terra.
Ma a che è servito?
Cristo si è incarnato nella storia, ma la storia è rimasta tale e quale, ovvero barbara, senza cambiare nulla in Meglio, neppure in quella Chiesa che si dice erede della Buona Notizia.
In questi giorni, in cui i venti di guerra soffiano all’impazzata, non vedo una grande preoccupazione tra i gerarchi ecclesiastici, che sembrano fregarsene di ciò che sta succedendo.
Pensano a tutt’altro, o meglio non pensano a nulla.
Sembrano ebeti, inetti, burattini… Cadaveri ambulanti.
Che pena! Che amarezza! Che sofferenza! Che dramma!
I miracoli nessuno li fa, se non chi, rientrato in sé, decide di cambiare mentalità.
E allora può succedere la pace universale.
La guerra la fanno i carnali, gli alienati, i fuori del sé.
E la società carnale guarda, e si sente impotente. È carnale, che cosa potrebbe fare diversamente?
Si è folli in un modo o nell’altro. È follia il potere, ed è follia la massa soggiogata dal potere. È follia la politica, ed è follia la religione.
E i giovani? Che assurdità! Pensano all’ambiente, ed è giusto, e non pensano alla guerra nucleare. Quanto sono ottusi!
Credenti o non credenti, tutti sono sulla stessa barca: quella della imbecillità.
Dio vede, e tace. Lui ha già parlato: “Metanoèite!”.
Nessuno lo ascolta! Né lo Stato né la Chiesa.
Il grande Pensiero è morto, la Mistica è morta.
Il mondo sembra un cimitero, dove i cadaveri giocano con i cadaveri.
Lo Spirito attende… che almeno dieci Giusti si ribellino e rimettano i cadaveri nelle tombe e che dalle tombe esca la luce del Risorto.
Per una nuova Umanità!
Nulla succederà se anche i dieci Giusti resteranno a guardare dal buco della serratura di qualche Eremo, o dalla tana di un io da prima donna.
Noi preti abbiamo un grave difetto, e lo dico perché ho avuto prove: anche i più dissidenti agiscono in proprio, guai a dir loro: Uniamoci!
E così ci fanno fuori, facilmente.

1 Commento

  1. Andrea ha detto:

    Caro don Giorgio, più che affermare “Ci fanno fuori”, oserei dire “Ci ignorano”. Vi fosse un contrasto, almeno sul piano dialettico, porterebbe ad un confronto, ad una crescita e, perchè no, ad una possibile unione di intenti per un sentito agire comune. Invece no, il silenzio, l’oblio, l’ignorare il pensiero fa incazzare ancor più chi pensa. E intanto, nulla cambia e il “nulla” divora tutto, anche le coscienze.

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