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21 marzo 2023
Cutro, un dossier accusa il governo:
“In 18 casi simili l’Italia è intervenuta”
di Alessandra Ziniti
I legali delle famiglie documentano i salvataggi anche fuori dalla zona Sar e in assenza di richieste di soccorso. Le opposizioni chiedono l’accesso agli atti dopo i documenti inediti rivelati da Repubblica sulle comunicazioni nella notte del naufragio
Un peschereccio di 30 metri a 80 miglia dalle coste calabresi, acque internazionali, un mezzo di Frontex che dà l’allarme, le motovedette della Capitaneria di Crotone e della Guardia di finanza che partono insieme e salvano 394 migranti. È il 28 settembre dell’anno scorso, cielo sereno, mare forza 2, nessuna richiesta di soccorso. Ancora: 15 febbraio 2022, questa volta è la Guardia di finanza a intervenire in soccorso di una barca a vela di 15 metri, ci sono 70 centimetri di onda, tempo ottimo, l’operazione di law enforcement porta in sicurezza la barca e 98 migranti nel porto di Crotone.
Di casi come questi, nessuna richiesta di soccorso, condizioni meteo buone, nessuna situazione di emergenza, barche “sospette” intercettate dal cielo o dal mare da assetti di Frontex e condotte in porto da Guardia costiera o Guardia di finanza anche ben al di fuori delle acque territoriali italiane, il pool di legali che assiste alcune decine di famiglie delle vittime del naufragio di Cutro ne ha contati già 18 negli ultimi quattro anni.
«Ora che dai documenti rivelati da Repubblica abbiamo la certezza che sin dall’inizio c’era la consapevolezza che su quel caicco intercettato da Frontex ci fossero dei migranti – dice l’avvocato Francesco Verri che sta mettendo insieme un dossier sui precedenti soccorsi – ribadiamo che l’avviso di Frontex delle 23:03 di sabato 25 era inequivocabile. Una barca “con migranti” era diretta verso le coste della Calabria. Ora è certo che la Guardia di Finanza l’ha decodificata correttamente. A Crotone del resto l’esperienza non manca. I salvataggi in mare negli anni sono stati centinaia. Li stiamo studiando tutti abbinando i dati alle condizioni del mare e alle temperature. Tutte operazioni ineccepibili di cui i comunicati stampa vanno giustamente fieri. Ma perché tre settimane fa le cose sono andate diversamente?».
Le opposizioni: “Accesso agli atti amministrativi”
È la stessa domanda che adesso ripropongono le opposizioni al governo la cui versione, alla luce dei documenti pubblicati da Repubblica, presenta falle sempre più ampie. Da qui la richiesta di accesso civico alle informazioni e ai documenti amministrativi relativi al naufragio di Cutro rivolta alla presidente del consiglio Giorgia Meloni, al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ai Prefetti Valerio Valenti e Claudio Galzerano e al Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso in Mare rivolta dai capigruppo del Pd Debora Serracchiani, del M5s Francesco Silvestri, di Azione Italia Viva Matteo Richetti, dai deputati Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana e Riccardo Magi segretario di +Europa. “Io credo che, rispetto a questi elementi nuovi, lo stesso governo dovrebbe approfondire e dare adesso delle altre risposte. Finora abbiamo ascoltato prima Piantedosi e poi Meloni dire: ‘Fidatevi, tutto è stato fatto come si doveva’ – dice Magi -. Purtroppo pare che non sia così. E io credo che anche l’onore e il rispetto che si deve alla Guardia costiera si tutelino facendo la massima chiarezza. Oggi ne abbiamo bisogno più di ieri”.
Ilaria Cucchi: “La verità comincia ad emergere”
Preannuncia una nuova interrogazione parlamentare la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra Ilaria Cucchi. “La verità inizia ad emergere. E la verità sulla tragedia di Cutro è: le nostre autorità sapevano. Lo apprendiamo da un autorevole organo di stampa. Le autorità italiane sapevano della presenza di migranti a bordo del natante, come dimostrerebbe l’appunto dell’Ufficiale della Guardia di Finanza di una barca con migranti nel giornale delle operazioni di quella notte. E lo sapevano dalla segnalazione di Frontex. Annotazione però poi non riportata, o meglio sparita, il giorno successivo. Dopo le ricostruzioni fantasiose e incredibili del ministro Piantedosi e il sottrarsi al Parlamento del ministro Salvini ora un documento inchioda il nostro Paese alle sue responsabilità. Di fronte ad un rischio così evidente vogliamo sapere se quella informazione sia arrivata ai livelli superiori e alle sfere della politica. Perché se confermate queste informazioni dimostrerebbero la responsabilità del nostro Paese”.
Angelo Bonelli:” La Procura di Roma deve indagare”
Al ministro dell’Interno Piantedosi si rivolge invece Angelo Bonelli: “Sulla tragedia di Cutro il ministro Piantedosi ha detto la verità al Parlamento? Quelle rese pubbliche oggi da ‘Repubblica’, dal nostro punto di vista, potrebbero rivelarsi prove di reato su cui ribadiamo che deve porre attenzione anche la Procura di Roma nonostante, per competenza, abbia trasferito il nostro esposto alla Procura di Crotone. Le comunicazioni tra Guardia di Finanza e Guardia Costiera pubblicate da Repubblica rappresentano una novità incredibile che ci indigna. Come faceva il Ministro Piantedosi a non sapere? E perché, se sapeva, non ha raccontato al Parlamento quello che è accaduto? Quale è la versione corretta, quella di Piantedosi in Parlamento o quella che oggi apprendiamo da queste pubblicazioni?”.
La presidente Meloni, anziché ricordarci ad ogni piè sospinto di essere donna e madre, come se si tratti di una garanzia di serietà dovrebbe raccontare come stanno realmente le cose. Non è possibile, visti i precedenti, che non si potesse intervenire per salvare delle vite umane, anziché piangere per una disgrazia che avrebbe potuto essere evitata.