L’EDITORIALE
di don Giorgio
Opinionismo imbecille
Se dagli antichi filosofi greci imparassimo una cosa, e cioè che ogni evento potrebbe essere una buona occasione per rientrare nel proprio sé interiore, non saremmo sempre al solito punto di imbecillità, che è quel ripiegarsi nell“amor sui”, che in realtà è odio per tutto ciò che è di ostacolo a quella carnalità di fondo, che occupa lo spazio di ogni buon senso e di quel minimo di saggezza, con cui tentare di far star meglio il proprio essere.
Una società, in cui l’essere è sempre ferito da una spasmodica ricerca dell’avere, non darà scampo ad una via d’uscita, anche perché, siamo sinceri, l’uomo d’oggi fa di tutto per restare un oggetto di quel meccanismo che si chiama alienazione di massa. E la tragicommedia sta nel pensare di essere qualcuno, per il fatto di dire ciò che si opina.
L’opinionismo di oggi è la prova più evidente della imbecillità di massa. Non si pensa affatto in proprio: l’opinionista è il più stupido oggetto di massa.
Non si è, e si crede di essere un pensante. Si è massa, e si crede di essere uno spirito libero. Già la parola “spirito” dovrebbe far riflettere, quando la società parla solo di psiche e di corpo.
Non solo la società è fatta così, ma la stessa Chiesa, anche essa “grosso animale”, ovvero struttura imponente, è fuori da quel mondo interiore che è il regno dello Spirito.
E se prima il dogmatismo imponeva un certo ordine e disciplina, oggi anche la Chiesa è nelle mani di opinionisti in balìa di una cecità senza scampo.
Tra il rimasuglio di dogmatismo fuori tempo e il diffondersi di un opinionismo fai da te, la Chiesa istituzionale è un dramma per se stessa, in quanto struttura, ed è un dramma per i suoi seguaci, costretti a subire o a reagire, senza trovare una vita d’uscita.
La Chiesa è in balìa di uno spaventoso vuoto d’essere, e non reagisce, se non accontentandosi di qualcosa, andando a braccetto con la stupidità di poteri carnali.
I due oracoli di Delfi potrebbero salvare anche la Chiesa: “Conosci te stesso, e conoscerai Dio”, e: “Nulla di troppo”. Si punta all’essenziale: “Dio è Essenzialità pura!”.
Chi è essenziale non si lascia “occupare” da una società del troppo avere: è libero, talmente libero che nulla potrà condizionarlo.
Certo, può provare una solidarietà sofferente, ma questo fa parte del compito di ogni profeta: parlare chiaro, testimoniare ciò che si è, costasse anche la vita.
21 agosto 2021
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