“Adess ghe pensi mi”. Il collante per ogni sputo e per ogni cagata

Berlusconi in volo verso Bruxelles per summit Ppe

“Adess ghe pensi mi”.

Rieccolo. Rifatto e inguardabile, con un  piede già nella fossa.

I processi lo hanno ringiovanito. Con la voglia di sempre di stuprare la legge e magari anche i giudici.

Ora arriva lui, si crede ancora l’onnipotente. I soldi fanno sempre miracoli. Comperano anche il tempo.

Ancora un capo mafia? Forse?! Chissà!? Lui lo vorrebbe…

In ogni caso, fa il mecenate per ogni stagione. Più di quattro, lui le moltiplica all’infinito.

Può ancora comperare tutti e tutto, puttane e prostituti compresi.

Lui dice che la democrazia l’ha inventata lui, nel grande lettone.

Lui dice che anche Mario Draghi è una sua creazione. Senza di lui, Draghi sarebbe ancora a pulire i cessi.

Una cosa è certa: riesce ancora a fare da collante per ogni sputo e per ogni cagata.

Corre ovunque, anche a Bruxelles, a garantire che gli sputi e le cagate dei suoi figliocci sono opera d’arte e segni di grande intelligenza.

GARANTISCO IO.

Sono un uomo d’onore.

***
www.huffingtonpost.it
POLITICA
21/10/2021

Berlusconi torna a Bruxelles

e riparte col “garantisco io”

Cav al vertice Ppe, difende gli alleati e striglia Gelmini. Draghi al Quirinale? “Meglio premier”
By Angela Mauro
La mission è chiara: tentare di salvare la reputazione del centrodestra italiano negli ambienti europei, dopo le polemiche sulle spinte fasciste dentro Fratelli d’Italia e la Lega. È un Silvio Berlusconi in perfetto stile ‘garantisco io’, quello che si presenta a Bruxelles, al vertice dei Popolari, prima del Consiglio europeo che porterà nella città belga tutti i 27 leader dell’Unione.
“Ci deve essere assoluta tranquillità da parte dei leader europei sul fatto che il centrodestra italiano è lontano da ogni estremismo e ritorno al passato”, dice Berlusconi, appena arrivato al vertice del Ppe. Il presidente di Forza Italia, alla sua prima uscita internazionale post-pandemia, arriva con tutte le energie della mediazione dentro e fuori la coalizione. Mediazione anche sul caso polacco, per esempio, che sta lacerando l’Europa tra nazionalisti ed europeisti.
E per Angela Merkel, oggi al suo ultimo vertice europeo prima di lasciare la cancelleria tedesca, il Cavaliere arriva addirittura con “un omaggio a sorpresa”. Glielo dà a pranzo, nell’hotel dove si tiene il vertice del Ppe, loro due soli, un faccia a faccia di saluto, lei che lo ringrazia emozionata, raccontano fonti vicine a Berlusconi. Parlano del marito della leader tedesca che ora è ‘visiting professor’ all’università di Torino, lei promette di tornare in Italia. Relegati al passato i vecchi scontri e i vecchi insulti sessisti. Ora di lei Berlusconi dice tutto il meglio: “Abbiamo avuto una collaborazione che ha sempre dato risultati concreti e positivi”.
Ce n’è anche per Mario Draghi. Bravo, ma sta meglio al governo che al Colle, è il senso.
Ma a Berlusconi preme mettere a posto gli affari di ‘casa centrodestra’ in un consesso europeo. È per questo che si ferma a parlare a lungo con la stampa al suo arrivo al vertice del Ppe. Sulla Polonia, che con la sentenza della Corte suprema ha lanciato una inedita sfida all’Europa stabilendo che il diritto nazionale prevale sul diritto europeo, Berlusconi tenta la mediazione: linea Merkel.
“Dobbiamo approfondire e chiarire con loro quali sono i settori in cui prevale la legislazione polacca e quelli in cui deve prevalere quella europea stabilita dai Trattati su cui anche loro hanno messo la firma”. Sanzioni? “Sono sempre contrario – risponde – perché quando sono in discussione gli interessi dei vari paesi non mi sembra sia il caso di imporre sanzioni. Bisogna approfondire l’argomento con una discussione tranquilla che deve arrivare a risultati che accontentino l’una e l’altra parte”.
E questa è la mediazione non solo di carattere europeo ma soprattutto con Giorgia Meloni e Matteo Salvini che sono schierati a spada tratta con Varsavia. Nel centrodestra, continua, “i valori e le idee fondanti sono quelle portate da Forza Italia che è stato il soggetto federatole del centrodestra. Sono scritti imposti dalla carta dei valori scritta da noi che deriva in gran parte da quella del Ppe, carta che sono stato incaricato di riscrivere in occasione di riunioni a Roma nel 2006”. E torna a ribadire che è aperta la trattativa per un ingresso futuro della Lega nel Ppe, anche se ci vorrà tempo: “La Lega è molto lontana dal sovranismo. Il percorso per arrivare nel Ppe prenderà del tempo, sto lavorando in questa direzione. Non c’è un no da parte della Lega e dei suoi dirigenti ma c’è un percorso di avvicinamento anche da parte degli altri leader del Partito Popolare Europeo con cui ho avviato un discorso al riguardo”.
Tutto bene? E le posizioni estremistiche di Lega e Fratelli d’Italia, che proprio ieri hanno tenuto banco in un dibattito al Parlamento Europeo, dibattito nel quale Forza Italia non è intervenuta? Berlusconi sminuisce: “Non si deve guardare a singole posizioni che fanno parte di quella dialettica politica di propaganda che purtroppo ancora esiste nella politica italiana. Io sono assolutamente sicuro che i nostri principi fondamentali siano condivisi fino in fondo dai nostri alleati”.
Ma Berlusconi ne ha anche per Mariastella Gelmini, la ministra fuori di sé dalla rabbia per l’elezione di Paolo Barelli capogruppo alla Camera, tanto da attaccare in casa: “I ministri del governo vengono tenuti lontani da Berlusconi, così rimarremo in dieci” dentro Forza Italia. “Io non so cosa sia successo al ministro Gelmini – commenta Berlusconi – le dichiarazioni di ieri sono anche contrarie assolutamente alla realtà. Per esempio per quanto riguarda i rapporti con i nostri ministri al governo c’è sempre stata una riunione dei tre ministri con i vertici di Forza Italia, ogni settimana. Oggi i giornali hanno parlato di separazione, tutte cose esagerate e non c’è assolutamente nulla di cui io mi debba preoccupare”.
Il resto è una manovra per ribadire il sostegno al governo Draghi e persino la fiducia a Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno da tempo nel mirino di Fratelli d’Italia e Lega. “Lamorgese è un ministro di questo governo che noi sosteniamo convintamente – dice – Suggerisco sempre di astenersi dal contrasto con i singoli ministri”.
Meglio però se Draghi resta al governo e non venga eletto al Quirinale.
Del premier dice benissimo. A sentirlo, l’ha creato lui: “Draghi ha con me un rapporto antico e solidissimo. Sono stato io che, vincendo le obiezioni forti di un mio ministro, Giulio Tremonti, l’ho portato a diventare governatore di Bankitalia. Sono stato io che, vincendo i voleri della Germania, di Merkel che voleva portare alla Bce il presidente della Banca centrale tedesca, l’ho portato alla Bce. Credo di avere partecipato in maniera pragmatica e concretissima alla sua carriera. E sempre io ho pensato a lui per un governo di coalizione che potesse mettere insieme destra e sinistra in Italia e superare l’emergenza del covid”.
Un po’ vero, un po’ ‘berlusconata’. Quel che sia, ma il freno, pur diplomatico, su un’eventuale elezione di Draghi al Colle, c’è e Berlusconi lo esplicita all’indomani dell’incontro con Meloni e Salvini proprio sull’elezione del prossimo capo dello Stato. “Draghi sarebbe certamente un ottimo presidente della Repubblica – dice – mi domando se il suo ruolo attuale, continuando nel tempo, non porterebbe più vantaggi al nostro paese”. E Berlusconi al Colle come lo vede? Lui non si sottrae: “Lo vedo in forma, dopo un po’ di acciacchi dovuti al covid. Ma per il momento non ha idea al riguardo”.

2 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    S’è dimenticato di dire che è stato lui a creare il mondo e ha il merito di tutte le invenzioni che hanno segnato il progresso dell’umanità. Senza la sua opera di persuasione e ai suoi soldi staremmo ancora all’età della pietra. Peccato che abbia anche creato la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra. “Meno male che Silvio c’è!”

  2. Martina ha detto:

    È un incubo!!
    Senza dire, come al solito, della gravità di queste sue affermazioni.

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