Alcune profezie di George Orwell…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Alcune profezie di George Orwell…

Si pensa che l’editoriale sia sempre farina del sacco di chi lo scrive. Per me non è così. Quanto vorrei che il mio sacco non fosse pieno dei miei pregiudizi o di opinioni che nascono dall’esterno del mio mondo interiore
Per evitare di sembrare che tutto sia farina del mio sacco, ritengo talora utile e necessario citare fonti di un pensiero che appartiene all’umanità, e perciò è di una attualità sconcertante, a condizione che tale pensiero non rimanga coperto da un oblio altrettanto sconcertante.
Il 21 gennaio del 1950 ci lasciava il grande George Orwell, giornalista e saggista, scrittore e opinionista britannico. A George Orwell (al secolo Eric Arthur Blair) si deve gran parte del filone antitotalitario della letteratura di metà Novecento e moltissime “premonizioni” nella sua riflessione sul potere.
Al suo nome sono collegate opere di grande spessore come La fattoria degli animali (1945), che si traduce in una pungente satira sulla rivoluzione bolscevica e sulle sue degenerazioni di carattere autoritario (“tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”), e 1984 (scritto nel 1948 e pubblicato nel 1949), in cui denuncia il totalitarismo tecnocratico (“Big brother is whatching you” – “Il grande fratello ti sta osservando”).
George Orwell è senza dubbio uno dei più grandi critici sociali dell’era moderna. Alcune delle sue citazioni, ormai datate anche più di mezzo secolo, mostrano una profonda comprensione del futuro, che solo una mente illuminata come la poteva arrivare ad avere.
Ecco alcune, scelte per voi, con commenti che ho preso da un sito.
«Nel nostro tempo non c’è possibilità di restare fuori dalla politica. Tutte le questioni sono questioni politiche e la politica, in sé, è una massa di menzogne, evasioni, follia, odio e schizofrenia».
In molti tentano di seppellire la testa sotto la sabbia, quando si tratta di questioni politiche, ma mai saranno in grado di isolarsi dalla realtà. Anche se qualcuno riesce a evitare la politica, a un certo punto gli effetti delle decisioni politiche che ha cercato di evitare busseranno alla sua porta e lo influenzeranno completamente. Vero è che la politica è “la scienza che si occupa del governo e dell’organizzazione delle società umane, in particolare degli Stati”, ma – e Orwell lo afferma – è anche qualsiasi atto in cui l’uomo organizza la propria attività quotidiana. La politica, in buona sostanza, nasce nel momento in cui l’uomo regola la sua attività sociale, ideologica e lavorativa.
«Tutta la propaganda di guerra, tutte le urla, le bugie e l’odio provengono invariabilmente da persone che non combattono».
Mai come in questi ultimi mesi con la guerra tra Russia e Ucraina (e aggiungerei, tra Israele e i palestinesi), le parole di Orwell risultano dannatamente attuali. Guerre che si stanno combattendo anche sui social, in cui tutti dicono la loro, al sicuro dietro i loro schermi… E mentre volano i proiettili, quelli che fanno propaganda continuano a infilarsi nei loro completi comodi, parlando tranquillamente davanti alle telecamere, lontano dal campo di battaglia che loro stessi hanno generato…
«La guerra contro un paese straniero avviene solo quando le classi benestanti pensano che ne trarranno beneficio».
Questa è un’idea difficile da accettare per molte persone. Ma abbiamo solo bisogno di vedere chi ha beneficiato delle recenti guerre per capire che questa è la vera realtà, che si nasconde dietro la maggior parte dei conflitti di oggi.
«Il concetto stesso di verità oggettiva sta scomparendo dal nostro mondo. Le bugie passeranno alla storia».
Cosa vuol dire? Che la storia è sempre scritta dal vincitore o da colui che ha il potere e che non gli viene mai chiesto se sta dicendo la verità. E mai come nell’era dei social media questa affermazione rimbomba in tutta la sua triste verità. Tra bufale e fake news che hanno trovato il terreno fertile per proliferare e diventare virali, è sempre più difficile capire dov’è la verità.
«In un momento di inganno, dire la verità è un atto rivoluzionario».
Sta diventando più chiaro: le rivoluzioni del futuro non saranno combattute con proiettili ed esplosivi, ma con piccoli frammenti di dati che viaggiano attraverso le reti di tutto il mondo, distruggendo le false narrazioni con cui i governi ingannano i loro cittadini.
«Il giornalismo dice cose che qualcuno non vuole che tu dica: tutto il resto sono pubbliche relazioni».
Se un articolo non infastidisce qualcuno, non è un giornalismo autentico. La maggior parte di ciò che viene attualmente considerato “notizia” è poco più di un annuncio ufficiale di un prodotto, un servizio o una credenza. Il giornalismo autentico consiste nel rivelare la verità. E la verità infastidisce sempre qualcuno…
«Nella vita reale è sempre l’incudine a rompere il martello».
In tutti i conflitti, come possiamo vedere ora in tutto il mondo, il lato vincente non è quello che può infliggere un danno maggiore, ma quello che è in grado di sopportare i danni maggiori, quello, cioè, che resiste. La storia è piena di situazioni in cui potenti forze militari “hanno vinto le battaglie ma hanno perso la guerra”.
«Il nazionalista non solo non disapprova le atrocità commesse dalla sua stessa parte, ma ha anche una notevole capacità di non averne nemmeno sentito parlare».
E forse è il caso di tutte le volte che abbiamo sentito (e anche nominato) la frase “Je suis…” , detta senza sapere un bel niente della storia.
«Le minacce alla libertà di espressione, di scrittura e di azione, anche se spesso sembrano banali quando le vediamo isolatamente, sono cumulative nei loro effetti e portano sempre a una mancanza di diffuso rispetto per i diritti dei cittadini».
Ogni giorno c’è una nuova forma di censura o un nuovo metodo per costringere le persone all’autocensura e le persone non reagiscono, poiché, ogni volta che appare un nuovo metodo di repressione, si applica solo a una piccola minoranza. Quando le persone si rendono conto che la loro libertà di espressione e la loro capacità di essere in disaccordo sono state completamente limitate, è già troppo tardi.
«Se vuoi vedere un’immagine del futuro, immagina uno stivale che schiaccia per sempre un volto umano».
Una volta che le persone sono indottrinate con credenze nazionaliste e una volta creata l’infrastruttura necessaria per proteggerle come una specie di “nemico” in costante cambiamento di nome e forma, non c’è più alcuna possibilità per le persone di riconquistare la propria libertà. Nel momento in cui tutti questi pezzi sono al loro posto, ogni possibilità di riconquistare la libertà è perduta e non solo quella, ma anche la volontà delle persone di raggiungere quella libertà svanisce.
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

Lascia un Commento

CAPTCHA
*