L’Avvento cristiano: che cosa è rimasto oggi di cristiano?

L’EDITORIALE
di don Giorgio

L’Avvento cristiano:

che cosa è rimasto oggi di cristiano?

Per un credente cristiano l’Avvento è un periodo liturgico del tutto “speciale”, come anche la Quaresima.
Avvento e Quaresima vengono presentati come periodi “forti”, nel senso da vivere in una intensità che prende corpo, anima e spirito, dando però allo spirito la parte migliore, quella che i Mistici medievali chiamavano ”nobile”.
Se è vero che da sempre l’uomo si è fatto prendere in modo anche eccessivo dalla sua carnalità, anche nel suo rapporto con il mondo del Divino, tanto da ridurre Dio a “oggetto” di venerazione in vista di un beneficio anche carnale, ci sono però sempre stati profeti o grandi maestri, che avevano la missione di “elevare” l’essere umano, al di là della sua carnalità.
E se i profeti o i grandi maestri venivano sostituiti da guru o da leader carismatici allora, da una parte c’era una elite di persone, e dall’altra una massa di esaltati, alienati nella loro singolarità.
L’”esaltazione” delle masse finiva per prevalere, alle dipendenze di guide “spirituali”, il cui scopo tuttora consiste nell’attrarre a sé più allocchi, destinati ad essere schiavi di “veggenti” imbroglioni.
Essere spiriti liberi è di pochi: spiriti che educano alla libertà dello spirito.
Gli spiriti liberi non hanno scuole: loro educano all’aria aperta, perché anche le scuole sono ambienti chiusi.
Gli spiriti liberi vivono di deserto, ovvero di essenzialità, ed educano nel deserto, là dove conducono i loro allievi, senza temere che fuggano tornando nelle città caotiche, dove regna la carnalità più scarnificante i valori dello spirito.
Nell’Avvento cristiano troviamo una figura di asceta, ma soprattutto uno spirito nobile essenzialmente libero.
Parlare oggi di Giovanni il Battista potrebbe sembrare qualcosa di anacronistico o che richiami tempi oramai lontani, da lasciare lontani. Eppure, Cristo ha voluto il Battista come precursore, anche se poi prenderà un’altra strada, ma alla fine il Battista e il Messia subiranno la stessa sorte: il martirio, ad opera di poteri, sia politici che religiosi, in un miscuglio di sacro e di profano da far temere lo stesso Figlio di Dio.
Ecco, l’Avvento per noi cristiani è un periodo liturgico rubato al tempo carnale, per riscoprire ogni anno quella nobiltà d’animo del nostro essere interiore, che, purtroppo, rimane sempre soggetto alle leggi del consumismo più spietato.
Credenti o non credenti, tutti quanti abbiamo bisogno di un Avvento, anche solo di qualche settimana, che diventi una “opportunità” straordinaria ma preziosa per sottrarsi alla morse brutali del tempo.
Che il Natale sia formalmente cristiano o no, poco importa: importa, anzi è necessario che ogni essere umano rinasca nel suo spirito, al di fuori di una carnalità, che è carnalità per un credente e per un non credente.
Tutti siamo credenti in un mondo di valori, che sfuggono al tempo e che almeno odorano di Eternità.
21 novembre 2020
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Luigi Sirtori ha detto:

    Se può interessare. Navigando in internet ho scoperto il libro di Raffele Mantegazza “Oceani di silenzio. Tracce educative della mistica cristiana: Eckart, Porete, Silesius”. Questa la descrizione: “Analizzando alcune opere di mistici cristiani quali Meister Eckhart, Angelus Silesius e Margherita Porete, questo testo ne evidenzia le tracce pedagogiche ed educative a proposito del linguaggio, del rapporto con il divino, del ruolo delle istituzioni, del rapporto con il creato e dei processi di autoeducazione. Il tutto in direzione della fondazione di una pedagogia che sappia attingere alle antichissime dimensioni sapienziali, recuperando la saggezza che i mistici e le mistiche ci presentano con i loro scritti e la loro vita.”

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