Draghi al Corriere: «Sono un ex ormai, non sono più nella “recita”, guardo i potenti da fuori»
dal Corriere della Sera
Draghi al Corriere:
«Sono un ex ormai, non sono più nella “recita”,
guardo i potenti da fuori»
22 FEBBRAIO 2023
CorriereTv
«Giannelli divide il mondo in due categorie: i potenti e i normali, e con le sue caricature smaschera le recite del potere, mentre i normali guardano con stupore e distacco».
Così Mario Draghi in occasione della presentazione del libro “Un’Italia da vignetta” a Milano in sala Buzzati nella sede del Corriere della Sera.
Dalle vignette, ha proseguito l’ex presidente del Consiglio, «mi porto a casa che riesco a guardare al potere e ai potenti. Mi sento parte di quella recita», anzi, «lo sono stato, ora lo non lo sono più, per chiarire. Ecco perché non faccio molta fatica a staccarmi dalla situazione in cui mi trovo e a guardarmi da fuori».
«Io – ha continuato – anche per esperienze passate, cerco di non immaginarmi cose che non esistono e in questo senso sono un perfetto lettore di Giannelli: io sono quello, l’idraulico o un drago fiammeggiante. Niente di più. Quella o altre rappresentazioni mi ricordano chi ero, il mio posto».
Per Draghi, «se uno guarda le vignette nel loro complesso, il tono è scanzonato, non contiene una condanna: è il tono dei normali che guardano con stupore le cose incredibili che avvengono tutti i giorni. Al posto dei politici italiani potrebbero esserci benissimo politici di altri Paesi: nella sostanza sono gli stessi. Uno dei messaggi di Giannelli è questo: sono tutti uguali».
L’unico riferimento alla sua precedente vita politica l’ex presidente del Consiglio l’ha fatto commentando una vignetta di Emilio Giannelli dell’epoca che lo ritrae in trattativa con Vladimir Putin. Appena scoppiata la guerra in Ucraina, sul gas «era importantissimo svincolarsi il più presto possibile dalla Russia e dovremmo rimanere tali».
Quella vignetta, ha continuato, «non mi ha fatto nessun effetto. Quello era il mio dovere in quel momento rapidissimo: era la prima settimana della guerra e dovevo fare il più possibile di accordi internazionali per assicurare l’autosufficienza italiana dal gas rispetto alla Russia». (di Nino Luca)
***
dal Corriere della Sera
Giannelli, trent’anni di satira al «Corriere».
Le lodi di Draghi
di Massimo Rebotti
L’ex premier al «Corriere» per la presentazione del libro con le vignette del disegnatore: «È una satira scanzonata, ma non feroce. Serve a riportare i potenti con i piedi per terra»
«Le vignette di Emilio Giannelli riportano i potenti con i piedi per terra». Le parole sono di Mario Draghi mentre racconta di apprezzare «immensamente» lo sguardo quotidiano sui fatti del vignettista principe del Corriere . L’occasione è la presentazione di Un’Italia da vignetta, il libro scritto con Paolo Conti ed edito da Solferino, e che raccoglie una parte della sterminata attività di Giannelli, oltre trent’anni di collaborazione con il Corriere «senza un solo giorno di pausa» come nota con una certa soddisfazione il direttore Luciano Fontana. In prima fila il presidente di Rcs Mediagroup e della casa editrice Solferino che pubblica il libro, Urbano Cairo.
L’analisi dei disegni ad opera dell’ex presidente del Consiglio, nella sala gremita della Fondazione Corriere, è particolarmente accurata: «Sono vignette lineari, immediate, mi piace il tono che è scanzonato ma non feroce». Quindi la considerazione sui «potenti»: «Sono più vanitosi degli altri — nota — e tendono a vedere di sé cose che non esistono. E qui arriva Giannelli a riportarli a terra, a dire “non immaginarti diverso da quello che sei”». Draghi sorride di sé — «il disegno di Giannelli mi ha fatto capire che per me non c’è la possibilità di essere simmetrico» — e degli altri — «quando li vedevo mi tornavano in mente le vignette su di loro» — E cita lo scrittore Francis Scott Fitzgerald quando disse «gli italiani sono tutti attori e i peggiori stanno sul palco». L’ex premier dice di non condividere l’affermazione ma aggiunge divertito che «anche io ho fatto parte della recita, ma ora non più, sono un ex». «Mai dire mai» ribatte il presidente della Fondazione Ferruccio de Bortoli che ha introdotto la serata.
Sollecitato da Fontana e da Conti, l’ex premier torna su un disegno di quasi un anno fa, all’inizio della guerra, in cui viene immaginato da Giannelli disteso sull’enorme tavolo di Vladimir Putin, in una sorta di incontro ravvicinato sul gas. «Quella vignetta — dice Draghi — illustra perfettamente ciò che in quei giorni era il mio dovere: fare il possibile per assicurare al nostro Paese l’indipendenza dal gas russo. Ed è ciò — aggiunge — che dobbiamo continuare a fare…» poi si ferma, sorride, «ma non fatemi dire di più».
Dal palco Giannelli è una miniera di aneddoti: da quando, insieme a Fontana e a Massimo Franco, che è anche curatore della collana per cui esce il libro, portò alcune sue vignette a un altro estimatore d’eccezione, papa Ratzinger, fino alle proteste di quel politico che, disegnato con un vistoso riporto, fece sapere, su carta intestata, di essere ormai passato «a una pettinatura più giovanile».
Il direttore del Corriere racconta i «dietro le quinte» dei confronti quotidiani con il disegnatore: «Emilio ha il suo bel carattere, è un commentatore fulminante». Ricorda la quasi crisi diplomatica con la Casa reale britannica per una vignetta sulla regina ai tempi della Mucca pazza e altri casi, «pochi», un po’ spinosi: «La sua è come la puntura di un’ape, ti pizzica, certo, ma non ti tramortisce, a meno che tu non sia completamente allergico» alla satira, s’intende.
Il direttore tributa a Giannelli, al suo tratto inconfondibile, la virtù preziosa di essere ormai da tre decenni «una parte dell’identità stessa del Corriere». Fa lo stesso il suo estimatore Mario Draghi per il quale, viceversa, «disegnare, fin da piccolo, era un incubo»: «Io le vignette di Giannelli le capisco, mi divertono e mi fanno pensare. Per immediatezza sono l’antitesi di quelle del New Yorker che, infatti, spesso non capisco e so che negli Stati Uniti capita a tanti». Per l’ex capo della Banca centrale europea ed ex presidente del Consiglio italiano — che tante volte si è visto ritrarre da Giannelli, spesso sotto forma di drago — «leggere il libro è stato un grandissimo piacere, inferiore solo a quello per la vignetta che uscirà domani».
Commenti Recenti