Signor Gianfranco Barbieri, Lei ha a che fare con un sindaco, che si comporta come uno “scriteriato”…

Signor Gianfranco Barbieri,

Lei ha a che fare con un sindaco,

che si comporta come uno “scriteriato”…

di don Giorgio De Capitani
Mi rivolgo a Lei, signor Gianfranco Barbieri, forse l’unico finora ad alzare talora (troppo raramente!) la voce contro il modo di gestire il Comune da parte di un sindaco “innominabile”, per non dire “osceno” nel suo ruolo di sindaco, che di colpi di mano ne ha fatto un gioco personale, col consenso implicito ed esplicito del suo gruppo che chiamare “fantoccio” non rende ancora bene l’idea: il sindaco una dote ce l’ha, ed è quella di sapersi circondare di burattini genuflessi ad ogni capriccio del loro capo, chiuso in un gretto campanilismo, degno del più puro cretinismo.
È da tempo che il sottoscritto alza la voce, e non solo momentaneamente, forse l’unica voce del luogo, anche se non sono strettamente un cittadino del comune di Santa Maria Hoè, ma forse un diritto ce l’avrei, essendo nato nel 1938, nel Comune che allora si chiamava Santa Maria di Rovagnate.
Ma sono un cittadino (per il fatto di essere prete non esclude che sia un cittadino come tutti) del Comune “La Valletta Brianza”, e perciò non posso sopportare che il Suo sindaco “innominabile” possa scriteriatamente mettere a disagio o in crisi l’Unione dei Comuni Lombarda della Valletta, di cui faccio parte.
Che il sindaco di Santa Maria Hoè non faccia che snobbare l’Unione è sotto gli occhi di tutti: usa certi modi di fare o di comportarsi davvero insopportabili, ad esempio quando non è lui il protagonista di un evento, sulla sua pagina facebook e anche su quella del Comune l’evento è come se non esistesse: lui e poi lui, sempre lui deve essere il protagonista, e, nel caso in cui non lo è, fa finta di nulla, e allora butta tutto in caciara, postando cene, i preparativi faraonici del prossimo matrimonio, su cui avrei tanto da discutere non sul matrimonio in sé, ma sul modo con cui lo sta gestendo, qualcosa che grida vendetta al cospetto di Dio.
Vorrei qui aprire una parentesi. Lo sto dicendo da anni, e cioè che il sindaco è sempre visto come “sindaco” dalla gente, anche nella sua vita privata quando questa diventa sfacciatamente pubblica. Privatamente è libero di fare ciò che vuole, ma quando continuamente posta foto o altro sulla sua pagina facebook (confondendo talora il bene del Comune con gli interessi di famiglia) talora mi chiedo come la gente non si ribelli, vedendo il suo sindaco che si comporta in un modo poco rispettoso della sua carica. Direi di più; un sindaco dovrebbe rinunciare ad avere una propria pagina facebook. Eviterebbe ogni equivoco.
Tornando al vero problema, che è il ruolo svolto dall’attuale sindaco di Santa Maria, torno a chiedermi fino a quando i cittadini di Santa Maria non si ribellino. Ma forse una ragione c’è, ed è atavica, pensando a tutta una pastorale parrocchiale di parroci o non parroci di un passato anche recente, che ha inciso moltissimo sulla gente, educata non alle aperture, ma a un campanilismo da far paura: chiusura di fede e campanilismo vanno di pari passo. Ora le cose non sono tanto cambiate, almeno nel senso che i preti attuali se ne stanno zitti, invece che scuotere la gente dal suo immobilismo, per togliere quella tremenda cappa di quel bieco campanilismo che blocca il vero progresso di un paese, che, pur mantenendo una propria identità, non può chiudersi come fosse un’isola, tra l’altro poco felice.
Signor Gianfranco Barbieri, l’aria a Santa Maria è irrespirabile, da troppo tempo: c’è puzza di chiuso, l’aria sa di muffa. Non la sente?
Inoltre vorrei dire che i problemi che ci sono tra i due Comuni (dovuti anche al fatto che Santa Maria, quando poteva farlo, non ha accettato di fondersi con Perego e Rovagnate: una scelta poco democratica, cioè senza interpellare la popolazione) non vanno risolti con decisioni unilaterali, con ricatti più o meno bambineschi (è nello stilo di un sindaco che fa i capricci come un bambino viziato dell’asilo), sempre a danno dell’Unione, ma anche con l’intento di colpire il Comune de La Valletta Brianza, ora in buone mani, il che fa ancor più arrabbiare il complessato sindaco di Santa Maria (complessato come sindaco!).
Credo che la scelta ora, per controbattere le decisioni scriteriate del sindaco di Santa Maria, sia nelle mani dei cittadini più aperti, ma ho forti dubbi che si ribellino, visto l’andamento generale che denota o menefreghismo o scoraggiamento generale. E c’è anche un dato di fatto, ovvero che a Santa Maria non c’è neppure una minoranza, anche se nel passato la minoranza contava come una cicca. È vero che anche a La Valletta Brianza non vi è la minoranza/opposizione, ma qui l’amministrazione comunale è un’altra cosa.
In ogni caso, senza entrare nell’autonomia di un Comune che non è il proprio, permettendo anche di suicidarsi, il mio dovere di cittadino è sempre lo stesso: salvaguardare il bene comune, e sul bene comune non transigo, tanto più se ho del bene comune un concetto alto, che è quel bene che sta sopra ad ogni campanilismo, perché punta al meglio, per non dire al massimo di quel progresso che, oltre a ciò che è materiale, è anche e soprattutto “spirituale”, ovvero riguarda l’“ssere” del cittadino, che non è solo corpo e psiche, ma anche e soprattutto spirito.
Quando assisto a una caotica scriteriata girandola di ripicche, piccinerie, grettezze, cretinerie di comportamento da parte di un sindaco, allora entro in crisi, perché mi sento quasi impotente.
Con le persone “intelligenti” non si lotta, ma si dialoga: c’è una dialettica costruttiva in vista del bene comune.
Con gli imbecilli non rimane che lottare a oltranza, fino a quando democraticamente la gente non spedirà a casa il proprio sindaco.
E vorrei dire infine al sindaco di La Valletta Brianza, Marco Panzeri, che non dovrebbe più cedere neppure di un millimetro: metta il sindaco di Santa Maria con le spalle al muro, così che assuma davanti a tutti ogni responsabilità dei danni che cadranno sull’Unione dei Comuni Lombarda della Valletta.
Se il rischio c’è che salti l’Unione, che salti! Ma occorre chiarezza, dicendo basta ai sotterfugi, alle ripicche, alle vendette di un sindaco oramai in balìa del proprio delirio di onnipotenza. Basta poco per buttarlo giù dal trono: smerdarlo davanti a tutti!
Signor Gianfranco Barbieri, se ci tiene proprio al suo paese, faccia qualcosa, smuova le acque stagnanti, pungoli la gente, convinca gli assessori ad aprire gli occhi: se il sindaco resterà solo, prima o poi crollerà, lasciando via libera a una nuova amministrazione con la testa sulle spalle e aperta ad ogni collaborazione per quel bene comune, che attualmente è nelle cattive mani di un sindaco che sembra prendersi gioco anche del proprio paese, lasciato in un immobilismo e in una chiusura che prima o poi farà sentire i suoi effetti deleteri.
Signor Gianfranco Barbieri, batta più colpi, e qualcosa di nuovo succederà.
NOTABENE
Ero tentato di aggiungere altro. Di cose da dire sarebbero tantissime, tra cui una in particolare: certo qualcosa di buono per il suo paese lo fa anche il sindaco di Santa Maria, ma sembra con l’intento più o meno inconscio di fare qualcosa di campanilistico in contrapposizione a quanto di autenticamente buono si fa nel Comune de La Valletta Brianza. Ho detto “sembra”.
Vorrei aggiungere quanto riguarda l’aspetto culturale, che a Santa Maria mi sembra zero da parte di un Comune che pensa solo a “qualcosa di pragmatico” da realizzare. Non mi riferisco alla cultura dei cittadini, ma alla priorità che la cultura, nei suoi vari aspetti, dovrebbe ispirare il da fare amministrativo. Cultura è quel nobile Pensiero che ispira ogni agire, ma anche da tradurre in qualche ottima iniziativa diciamo culturale. A Santa Maria siamo nell’anno zero. Certo, non è di stimolo culturale vedere sempre foto di un sindaco davanti a un ricco piatto e a una caraffa di birra. Che esempio può dare l’immagine di un sindaco ossessivamente culinario?

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