Robbiate: amministrazioni a confronto sul ”bene comune”
Martina Viganò, don Giorgio De Capitani, il sindaco di La Valletta Marco Panzeri, il vicesindaco di Viganò Renato Ghezzi, il consigliere di Robbiate Filippo Perego e il consigliere di minoranza di Cernusco Samantha Brusadelli
Robbiate: amministrazioni a confronto
sul ”bene comune”
18 novembre 2023, ore 16.00, Robbiate
INTRODUZIONE
ALL’ INCONTRO “SUL BENE COMUNE”
di Martina Viganò
Buon pomeriggio a tutti, e grazie di essere qui con noi.
Prima di tutto, a nome anche di don Giorgio, esprimo un doveroso ringraziamento al sindaco di Robbiate Marco Magni, alla vice-sindaco Antonella Cagliani, alla signora Elisabetta Cordara e a tutta l’Amministrazione, per averci aperto le porte dandoci così la possibilità di organizzare questo incontro sul “bene comune”.
Il compito che mi è stato assegnato è quello di introdurre ognuno dei quattro relatori, che ringrazio subito per aver aderito al nostro invito.
Il 18 marzo di quest’anno si era già tenuto presso il Comune di Dolzago un incontro sul “bene comune”, successivamente è nata l’idea di organizzare un altro, coinvolgendo però più relatori, ritenendo giusto e doveroso confrontarsi anche con chi vive o ha vissuto in prima persona responsabilità nel campo amministrativo.
Vorrei subito specificare che la scelta dei relatori non è stata di parte, nel senso che abbiamo invitato quelli di una certa area politica: l’unico criterio è stato quello del loro indefesso impegno e della loro competenza in vista del bene comune, quindi indipendentemente dalla loro appartenenza partitica.
Ognuno affronterà una tematica ben precisa, tenendo presente il filo conduttore, ovvero il bene comune, che è lo scopo o il fine di ogni agire politico.
Parlare di “bene comune” non è facile soprattutto oggi (sembra che ne sia scomparsa nella nebbia ogni traccia), e non basta neppure comunicarci qualche riflessione o scambiarci qualche esperienza, in qualche sporadico incontro. Insistiamo nel dire che bisogna iniziare a parlare del bene comune in modo più sistematico e continuativo, organizzando anche le cosiddette scuole socio-politiche, che un tempo erano come l’ossatura della vitalità di ogni partito politico.
Crediamo che i veri problemi del nostro Paese siano nati quando sono scesi in campo imprenditori o ancor peggio gente opportunista, digiuna di quel concetto di bene comune che sta alla base di ogni autentica democrazia.
Imprenditori, populisti, incompetenti, sembrano aver preso in mano il Paese, portandolo verso un disastro non solo economico, non solo morale, ma di quel ben-essere che non è certo un affare personale o di partito.
Mi limito a citare un antico filosofo greco, Platone: in quel libro straordinario che è la “Repubblica”, ci insegna ancora che chi si adopera per il bene comune deve lasciare tutto, sì tutto ciò che è strettamente personale, per dare spazio all’unico interesse, che è il bene dello Stato.
Ed ecco le sue parole: «Il vero governatore non è portato a badare a ciò che conviene a lui, ma a ciò che conviene a chi è governato».
Ancora: «Si può ipotizzare che, se si desse una città di uomini onesti, si farebbe a gara a fuggire il comando, esattamente come oggi si fa a gara per averlo; e in tale società sarebbe finalmente manifesto che il vero uomo di comando non è quello naturalmente portato alla ricerca del proprio tornaconto, ma quello che cerca il vantaggio di chi gli è sottoposto».
I nostri relatori:
don Giorgio, darà qualche idea di fondo sul bene comune;
Marco Panzeri, sindaco de la Valletta Brianza ci farà capire vantaggi e difficoltà della fusione tra più comuni;
Renato Ghezzi, Amministratore del Comune di Viganò ci parlerà di ieri e di oggi,
cosa è cambiato nell’amministrazione di un paese;
Filippo Perego, vostro consigliere comunale ci farà capire come farsi eleggere senza
populismo;
e poi abbiamo Samantha Brusadelli, consigliere della minoranza del comune di Cernusco Lombardone la quale ci farà capire l’importanza e strategia della minoranza/opposizione.
Passo la parola don Giorgio.
***
INTERVENTO DI DON GIORGIO
Cercherò di essere sintetico, non avendo molto tempo a disposizione. Parto subito in modo drastico, quasi brutale. Alla domanda: “Perché oggi, a partire dagli enti istituzionali per poi scendere agli stessi cittadini, tutti o quasi danno poca o quasi nessuna importanza al bene comune?”, oppure: “Perché oggi si hanno così poche ma tanto confuse idee sul bene comune?”, rispondo secco: il problema non è che tutti se ne freghino del bene comune o che abbiano poche ma tanto confuse idee, il problema è ben più radicale: nella testa degli enti istituzionali e degli stessi cittadini forse non esiste alcuna idea di bene comune. Al massimo l’espressione “bene comune” appare di prassi sui programmi durante le campagne elezioni, per poi scomparire del tutto durante i vari mandati.
Sul bene comune, usando un’antica espressione latina, c’è tabula rasa, ovvero il cervello è piatto. Noi oggi diremmo: il bene comune non esiste neppure nell’anticamera del cervello, né come idea e tanto meno il bene comune viene applicato come unico scopo nel proprio agire come amministratori e come cittadini.
Non credo di esagerare se dicessi che il bene comune dovrebbe essere una fissazione, una ossessione, che in quanto amministratore mi deve quasi perseguitare, tanto mi stimola per il meglio, pronto ad accusarmi appena scendessi a qualche compromesso.
“Bene comune”: due parole che, prese singolarmente, ognuna a se stante, hanno un loro significato su cui potremmo star qui a lungo a discutere, ma il vero problema è “come” saper mettere insieme il “bene” (sostantivo) e “comune” (aggettivo). Già dire sostantivo e aggettivo mette dei paletti: il sostantivo è la cosa più importante, può stare in piedi da solo; l’aggettivo invece dipende dal sostantivo, il che significa che “comune” è relativo al bene, non può stare a sé, potrebbe avere tanti significati quanti sono i sostantivi a cui si riferisce.
E allora poniamoci anzitutto la domanda: che cos’è il bene? Qui sono costretto a scandalizzare chi vive di carnalità o di emozioni psichiche. Già gli antichi filosofi greci parlavano dell’essere umano come composto di corpo (soma), anima (psyche) e di spirito (pneuma). Quindi, l’essere umano è tri-dimensionale. Averlo ridotto a bi-dimensionale, ovvero averlo inteso solo come corpo e come psiche, ha procurato la più grande rovina della storia e della religione. È vero: sarebbe già tanto non ridurre tutto a pura carnalità: parlare di emozioni, di sentimento è già qualcosa. Ma non basta.
Cristo stesso e poi l’apostolo Paolo parlavano di una triplice composizione dell’essere umano. La Mistica riprenderà questa tridimensionalità dell’essere umano, poi tutto sparirà, quando la Chiesa istituzionale condannerà definitivamente la Mistica speculativa (siamo verso la fine del ‘600), condannando a morte se stessa, e quando successivamente la psicanalisi di Freud e company costruiranno il loro impero anche economico sulla psiche, dimenticando o ignorando che noi siamo composti anche e soprattutto di spirito.
Allora, parlare di bene è richiamare il nostro essere interiore, il nostro spirito. Già la parola “benessere”, da ben-essere, l’essere che sta bene, dovrebbe aiutarci ad andare oltre la psiche e la carnalità. E succede che, quando nel campo socio-politico si parla di benessere, si intenda quello puramente materiale: “benessere economico”. Allucinante!
Il bene richiama il nostro essere interiore, il che significa già concretamente che gestire il bene comune esige anzitutto pensare per poi agire. Il che vuol dire: io, amministratore, io, politico, dovrò prima pensare, per poi far sì che il cittadino stia anzitutto bene nel suo essere, in quanto essere, tenendo conto, è naturale, che è anche psiche e corpo.
Certo, mancherebbe!, una amministrazione o un governo dovrà gestire al meglio anche i servizi sociali, pensare alle strade, alle tasse, agli ambienti scolastici e assistenziali, agli enti ospedalieri, ecc., ma ciò non basta se poi non si ha anzitutto di mira il far star bene il cittadino nel suo essere. Ma voi credete che le malattie mentali dipendano dal non avere cose, o non dipendano invece dal fatto che non si sta bene dentro? Pensate agli stress psicologici dovuti a desideri eccessivi per cose magari non essenziali.
Ma, ecco la domanda cruciale: quando si sta bene dentro?, e: come far star bene nel proprio essere il cittadino? Qui dovrei toccare, osando anche, argomenti di carattere filosofico, teologico, soprattutto mistico. Io sto parlando anche da prete, e contesto una chiesa, papa e vescovi, che parlano solo da specialisti in sociologia, economia, ecc.
Accenno solo. Ci sono parole, su cui gli antichi filosofi greci hanno fondato il loro pensiero, anche nel campo della politica. Pensate alla parola logos, da cui deriva in italiano la parola “logica”. Un termine difficile da cogliere subito nel suo nocciolo, perché aveva diversi significati: sì, “aveva”, in quanto il termine logos lo si trova già in Eraclito (filosofo greco vissuto nel V sec. a.C), il quale dava al logos questo significato: come la legge fondamentale – universale – della realtà delle cose.
Carlo Maria Martini, cercando di cogliere il senso più profondo contenuto nel termine “logos”, anche per capire il motivo per cui l’evangelista Giovanni nel Prologo ha chiamato Logos il Figlio di Dio che si è incarnato, dopo aver riconosciuto che è una parola “disperante”, proprio nel senso che ha più significati (può indicare la mente, la ragione, il conto della spesa, e molte altre cose estremamente disparate), dà una sua interpretazione, tenendo conto di ciò che aveva già detto il filosofo greco Eraclito: il logos è “la ragione ultima d’essere della realtà”.
In altre parole: il Creato ha un suo senso, che va colto, anche se è presente in modo talora oscuro, perché tanto profondo da richiedere il nostro intelletto più attivo. Da qui gli esempi sono molteplici anche nel campo politico: devo rispettare la natura, ovvero il creato, perché non posso venir meno o tradire il suo senso più profondo, che è lo stesso Logos, o mente ordinatrice, quella mente che ha guidato il Creatore a donarci un mondo in sé meraviglioso. Il Logos allora è la Sapienza che armonizza il tutto, e ci aiuta a cogliere, al di là dei particolari, il Tutto divino. L’uomo quando violenta la natura la violenta nella sua profonda armonia, nel suo logos, rompe l’ordine, frantuma l’unità originaria, per cui il creato è uscito dall’Uno divino e torna all’Uno divino.
C’è stato nel Medioevo (sec. XIII) un movimento femminile, di sole donne, chiamate beghine, antesignane delle future femministe e soprattutto erano attive nel campo socio-assistenziale, nel campo scolastico, ecc. La cosa che vorrei qui evidenziare era l’armonia abitativa delle loro casette. Erano convinte che l’ordine dello spazio abitativo favorisse l’ordine mentale e spirituale, senza volerlo si rifacevano alla antica concezione dell’armonia, chiamata con tanti nomi diversi: oltre al termine lògos, la parola che oggi potrebbe colpire di più è “misura”: avere la giusta misura delle cose. Misura è geometria, proporzione, giusto mezzo. Qui sarei tentato di leggervi, ma non c’è tempo, una paginetta di un opuscolo, che scritto recentemente “SO DI NON SAPERE”, in cui commento alcune antiche massime greche, tra cui una in particolare: è attribuita a un certo Cleobulo, vissuto tra il VI e il V sec. a.C; annoverato tra i Sette sapienti greci. La frase è: Mètron àriston, ovvero la “misura è la miglior cosa”.
Brevemente, passiamo all’aggettivo “comune”. Già l’ho detto: se è un aggettivo, significa che la parola “comune” è relativa al Bene. La parola “comune” mette in gioco l’individuo o singolo, nella sua essenza diciamo comunitaria o sociale. Non siamo isole, ma membri della stessa umanità. Il bene comune allora è quel bene nobile, che attinge a qualcosa di divino, che è dentro di noi, e che ci tocca in quanto esseri sociali. Il bene comune non riguarda solo il singolo cittadino, ma riguarda ogni cittadino ma che fa parte di una comunità. Per cui il bene comune riguarda ogni singolo cittadino, ma nel suo essere sociale. Se un cittadino fa una richiesta, pur lecita in sé, ma che va a danneggiare il bene comune la richiesta va rifiutata. C’è un diritto di tutti alla casa, ma il problema è dove costruirla. Danneggerà l’ambiente? Allora il tuo diritto di singolo cittadino dovrà cedere al bene ambientale.
Capite dove sta il male del cosiddetto populismo? Favorire le richieste della gente, quelle più pancesche, per ottenere voti o consenso. Mi dicono di sindaci sotto ricatti dai cittadini, per cui cedono permettendo concessioni edilizie criminali. Cedono in vista delle prossime votazioni per essere rieletti.
Vi dico chiaramente: non mi è facile parlare di bene comune in un contesto sociale come l’attuale dove a prevalere è l’egoismo più vergognoso. E questo egoismo è favorito da un becero populismo, a cui interessa solo il consenso.
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da Merateonline
Robbiate:
amministrazioni a confronto sul ”bene comune”
CRONACA DAL TERRITORIO
MARTEDÌ, 21 NOVEMBRE 2023
Robbiate
Nel pomeriggio di sabato 18 novembre le porte di Villa Concordia si sono aperte a don Giorgio De Capitani e Martina Viganò che hanno riproposto nel comune di Robbiate un incontro che avevano organizzato a marzo a Dolzago sul tema del “bene comune” per continuare a discutere in maniera sistematica e continuativa dell’argomento.
Per parlare di questo concetto, che dovrebbe essere pilastro della democrazia, sono intervenuti il sindaco di La Valletta Marco Panzeri, il vicesindaco di Viganò Renato Ghezzi, il consigliere di Robbiate Filippo Perego e il consigliere di minoranza di Cernusco Samantha Brusadelli.
Don Giorgio ha aperto il dialogo provocando sulla mancanza attuale di un concetto di bene comune nelle menti delle persone, è come se fosse stata fatta tabula rasa su una tematica che al contrario dovrebbe essere il pensiero che “tormenta” gli Amministratori. “L’essere umano è tridimensionale, composto di corpo, anima e spirito. La riduzione di queste tre parti dal 1600 ha portato alla rovina. Fare il bene significa richiamare l’essere interiore che permette di andare oltre la psiche, alla carnalità, all’egoismo che caratterizza la società odierna. Un egoismo promosso da un populismo che viene propagato continuamente dalle elezioni popolari”.
Il sindaco di La Valletta Marco Panzeri ha portato la sua esperienza governativa nella fusione dei comuni di Perego e Rovagnate, spiegando la missione intrapresa dalla sua Amministrazione comunale di costruire un nuovo comune utile al popolo. Un processo sicuramente non immediato, non solo per il lungo cammino che ha portato al referendum, ma soprattutto per la conseguente creazione di una comunità solida. “Il nostro progetto non vuole annullare le comunità di partenza, ma intraprendere un percorso differente con l’obbiettivo di migliorarle senza far perdere l’identità individuale, intessendo allo stesso tempo un tessuto di base capace di far cogliere anche all’esterno le opportunità che questa fusione può offrire”. Il primo cittadino ha sottolineato come sia però fondamentale avere un’ideologia comune, che non si basi solamente su esigenze economiche ma sulla volontà di beneficiare il popolo.
Il vicesindaco di Viganò Renato Ghezzi ha dunque delineato la sua visione dell’attività amministrativa che, da sempre, se intrapresa nella maniera corretta dovrebbe consumare totalmente e assorbire tutte le energie di un individuo. Per questo motivo è necessario permettere a menti giovani di assumere tale posizione, ereditando il vissuto di un territorio “largo”, evitando elezioni inaspettate o la proposta di personaggi aventi impieghi incongrui all’amministrazione. La mancanza attuale di luoghi di aggregazione per discutere e informarsi di politica ha portato ad un disinteresse generale che si riflette sulla bassa percentuale di votanti alle elezioni amministrative e ad uno scarso coinvolgimento dei consiglieri ai quali vengono assegnate mansioni superflue.
La parola è poi passata al consigliere di Robbiate Filippo Perego che ha fatto chiarezza sul fenomeno del populismo. Questa questione nasce dalla creazione di due fazioni che si nutrono di conflitto: le élites, che non tengono conto delle sfaccettature della società, e il popolo. Queste élites scavalcano l’interesse comune per mantenere il potere e gestire la totalità delle risorse sfruttando slogan e interventi immediati che creano reazioni e risposte istantanee per creare consenso politico. Questo modo di agire non permette di avere una visione della società a lungo termine, un prospetto temporale che nel Comune di Robbiate si è invece riusciti ad ottenere. A Robbiate dal 1992 a oggi si sono susseguiti 18 governi e tre sindaci di una sola lista civica “Continuità e Progresso” che ha permesso di non cadere in queste problematiche, in quanto le persone si sono affidate ad un progetto legato a valori volti al sostegno del benessere della comunità del territorio nel tempo, mantenendo una traiettoria e incrementando gli strumenti d’azione per raggiungere determinati obbiettivi in complicità con i cittadini.
Il consigliere di minoranza di Cernusco Samantha Brusadelli ha infine concluso la conferenza delineando l’importanza della minoranza nell’ambito dell’Amministrazione comunale. Una posizione, quella dell’opposizione, che perde già di valore nel momento del fallimento elettorale, di una sconfitta che dalla società non viene contemplata. Da quel momento la Minoranza deve farsi spazio e imporsi per vigilare sull’operato della Maggioranza, per stimolare e tutelare il bene comune, per difendere il patrimonio del paese e collaborare con enti del territorio. Questo si può ottenere solamente mantenendo una trasparenza e rispetto reciproco da entrambe le parti, per poter garantire a pieno il benessere materiale e spirituale della comunità.
Al termine dell’assemblea è stata aperta la mostra “Quando il sacro si fa arte nobile” curata da Martina Viganò che, attraverso dipinti a olio, ha rappresentato alcuni passi biblici la cui interpretazione è stata guidata dai commenti di don Giorgio, allegati ad ogni quadro. La mostra sarà visitabile martedì 21, mercoledì 22 e venerdì 24 novembre dalle ore 15.30 alle 17.00, mentre sabato 25 novembre dalle ore 9.30 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.00.
FOTO MOSTRA
QUANDO IL SACRO SI FA ARTE NOBILE
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