da la Repubblica
Shock in Francia,
scandalo sessuale scuote
comunità francese l’Arche
Si tratta di Jean Vanier, stimato dai papi, cattolico devoto e fondatore di una comunità internazionale che aiuta i disabili. Ha abusato sessualmente per anni di sei donne di cui era padre spirituale
di PAOLO RODARI
22 febbraio 2020
CITTÀ DEL VATICANO – “Un’indagine promossa da L’Arche rivela gli abusi del fondatore, Jean Vanier”. Ne parla anche Vatican News, il sito della Santa Sede, a conferma della serietà della notizia. Secondo un’indagine interna promossa dalla stessa federazione internazionale l’Arche, il suo fondatore, il francese Jean Vanier, morto nel 2019, per anni di casa anche in Vaticano, devoto cattolico, stimato da tutta la Chiesa, commise in passato abusi sessuali su sei donne adulte non disabili. In una lettera inviata il 22 febbraio a tutta L’Arche, i leader della comunità hanno reso pubbliche le conclusioni dell’inchiesta da loro affidata a un organismo esterno e indipendente.
Tutti ricordano la foto di Vanier mentre nel 1998, sul sagrato di San Pietro, si inginocchia davanti a Giovanni Paolo II per abbracciarlo in occasione di un incontro con tutti i movimenti ecclesiali. È un po’ il coronamento della sua attività nella Chiesa. Prima e dopo quella data, Vanier riceve numerosi riconoscimenti tra cui la Legione d’Onore nel 2017, il titolo di “Compagnon de l’Ordre du Canada” nel 1989, il premio “Pacem in Terris” nel 2013 e il Premio Templeton nel 2015. L’Arche si struttura come una Federazione internazionale che conta 154 comunità in 38 Paesi, con circa 10mila membri con disabilità mentali o senza. In Italia, oltre al Chicco di Ciampino (a Roma) che Francesco ha visitato nell’ambito dei venerdì della Misericordia il 13 maggio del 2016, esiste un’altra Comunità dell’Arca, la Comunità l’Arcobaleno, nata nel 2001 a Quarto Inferiore, vicino Bologna. A Cagliari la Comunità La Casa nell’Albero è dal 2014 un Progetto dell’Arca.
Nonostante premi e un’attività che ha dato giovamento a numerosi disabili, le accuse su Vanier sono pesantissime e gettano un’ombra su un uomo che era al di là di ogni sospetto: “Nel corso di questa indagine – si legge nel comunicato diffuso dalla stessa L’Arche – sono state ricevute testimonianze sincere e concordanti relative al periodo 1970-2005 da sei donne adulte non disabili, che indicano che Jean Vanier ha avuto rapporti sessuali con loro, generalmente nell’ambito di un accompagnamento spirituale”.
Secondo il comunicato queste azioni indicano un dominio psicologico e spirituale di Vanier su queste donne e sottolineano la sua adesione ad alcune teorie e pratiche devianti di padre Thomas Philippe, un sacerdote domenicano, suo padre spirituale, morto nel 1993, ma già riconosciuto responsabile di abusi nel 1956. “Siamo sconvolti da queste scoperte – recita il comunicato firmato da Stephan Posner e Stacy Cates Carneye – , condanniamo senza riserve queste azioni, che sono in totale contraddizione con i valori che Vanier sosteneva”. Si tratta di azioni “incompatibili con le regole più elementari del rispetto e dell’integrità della persona e contrarie ai principi fondamentali delle nostre comunità”.
“Siamo consapevoli dello sconvolgimento e del dolore che questa informazione causerà a molti di noi, dentro L’Arche, ma anche fuori, proprio in ragione di quanto Vanier aveva ispirato in molte persone in tutto il mondo. Se il grande bene che Vanier ha fatto durante tutta la sua vita non è in discussione, dobbiamo tuttavia dare per morta una certa visione che possiamo aver avuto di lui e delle nostre origini”.
Tutta la Francia, e più in generale tutta la Chiesa, è scossa da una notizia che conferma come il problema degli abusi nella Chiesa riguardi anche persone insospettabili e come esso spesso nasca in persone lasciate libere di esercitare il proprio potere psicologico sugli altri. L’abuso sessuale, come ha spesso detto anche Francesco, nasce sempre prima da un abuso di potere, dal ritenersi superiori rispetto alle persone che si hanno vicino, portatori di una superiorità del tutto contraria al Vangelo.
Della notizia parlano anche i vescovi francesi. Affermano di aver appreso “con stupore e dolore” dell’indagine. Ringraziano le donne vittime di Vanier che hanno avuto il coraggio di parlare “di quello che hanno subito” e affermano “la loro fiducia nelle comunità de L’Arche” dove le persone disabili e gli assistenti vivono “relazioni autentiche di rispetto e aiuto reciproco”. I vescovi dicono anche che “non ci sono indicazioni che i disabili siano stati tra le vittime”.
Sollecitato da questo articolo, ho ricercato in internet alcuni interventi di questo signore. Credo i cristiani dovrebbero essere molto più prudenti, avendo ricevuto da Gesù stesso le coordinate per orientarsi… Questa ricerca di ‘conferme’ negli uomini, nei soli rotanti o nelle statuine piangenti mi appare in sé straordinariamente pericolosa.
Ci mancava pure questa.Se il celibato non fosse imposto con tanto rigore,come a salvaguardo dell’integrità del clero,forse questi orrori si potrebbero evitare.