DON ANDREA GALLO: ovvero la Chiesa che piace

 

 

di don Giorgio De Capitani

Ho ancora vivo l’incontro che ebbi con don Andrea Gallo, il 28 aprile 2010, presso la Ditta Fomas di Osnago. Eravamo stati invitati entrambi dalla delegazione sindacale RSU-Fiom. Don Gallo era l’ospite per eccellenza, a cui venne data la parola sul tema a lui tanto caro della Resistenza. Come al solito, ne parlò con calore ed entusiasmo, anche perché l’aveva vissuta sulla propria pelle. 

La sua recente morte ha suscitato un’emozione del tutto particolare, soprattutto nel mondo più lontano dalla fede. Lui ha saputo accogliere tutti, veramente tutti, rompendo ogni schema.  

L’hanno definito in mille modi diversi: il prete degli ultimi, il prete della resistenza, il prete d’avanguardia, il prete delle frontiere, il prete della rottura, ecc. ecc. Una cosa è certa: è rimasto prete fino alla morte, e non penso che sia stato scomunicato dalla Chiesa ufficiale, da quella Chiesa che lui ha cercato in tutti i modi di scuotere per farla uscire dalla prigione, vittima della sua stessa struttura. Ha sempre lottato per toglierla da una ingessatura che, ancora oggi, proibisce agli esseri umani di essere del tutto Umani.

Non ha creato una Chiesa alternativa, ma una Chiesa “altra”: diversa da quella che si fa religione chiudendosi al mondo degli Umani.

Possiamo anche discutere su certe posizioni di don Gallo, su certe sue dichiarazioni, su certe sue scelte: ma non possiamo non riconoscergli di aver dato a migliaia di persone una nuova speranza di vita. Ma soprattutto dobbiamo a lui se la Chiesa ha compiuto qualche passo in avanti nella promozione dei diritti civili.

È vero che Papa Francesco è stato un dono dello Spirito santo. Ma non dimentichiamo che lo Spirito santo non compie mai i miracoli da solo. Ogni passo in avanti della Chiesa è merito anche e soprattutto dei profeti “scomodi”. E allora poniamoci una domanda: la Chiesa, se avesse dato più retta ai suoi profeti quando erano in vita, sarebbe ancora ingessata, così ingessata da rimanere immobile, nonostante Papa Francesco?

Fa male, veramente male assistere a chiusure mentali e pastorali di una Chiesa gerarchica che privilegia la legge, l’ordine e la disciplina, mortificando la Profezia. E la Profezia, già l’ho detto mille volte, non è anzitutto cultura, ma “intelligenza”: l’intelligenza della fede illuminata dai profeti. La gerarchia della Chiesa, purtroppo, è nelle mani di troppi colti, e di pochi “intelligenti”.

Come si può sopportare che le nostre comunità siano ancora talmente grette nella fede da non vedere oltre lo steccato di una religione ormai fallimentare?

Come si può sopportare che, in nome di una unitarietà omologante, si faccia di tutto per spegnere lo spirito di iniziativa profetica, quel voler dare un nuovo respiro di libertà, che lo stesso Spirito santo suscita nei cuori aperti, per una molteplicità “conviviale” di differenze e di carismi, indispensabili a comporre quel grande mosaico dell’Umanità, che si qualifica per i suoi multiformi colori, per le sue più variegate sfumature, per le sue più imprevedibili risorse?

E… smettiamola di dire ai preti che devono anzitutto obbedire alla gerarchia e in particolare modo al proprio vescovo. Prima c’è Cristo, poi la chiesa. Prima c’è il Vangelo, poi il vescovo. Prima c’è la Coscienza, poi la legge.

Ben vengano preti come don Gallo, don Milani, don Mazzolari. Disobbedienti alla rigida struttura, ma così innamorati dell’Umanità da richiamarci il nostro dovere di essere Umani prima che cristiani appartenenti alla religione cattolica.

La gerarchia capirà la lezione di don Gallo? Ne tesserà magari gli elogi, tanto per salvare la faccia. Ma ci vorranno tanti altri don Gallo a dare altri scossoni alla Chiesa, ma non credo che possano nascere tra un clero, quello moderno, che è figlio del suo tempo. Questi preti giovani che non sanno che cos’è la Profezia! Il loro carisma sta nell’inventare cose anche nuove, ma con lo spirito già spento. Sono intruppati, non amano i rischi, vivono all’ombra della struttura. Preferiscono la comodità dei Movimenti. Obbedienti sì, ma ciecamente, e non sanno di far male allo Spirito che rinnova la faccia della terra

 

 

15 Commenti

  1. pippo ha detto:

    @ Diogene! Il tu è impersonale!
    Non mi permetterei mai di trinciare giudizi altrimenti finirei anch’io tra gli ipocriti.

  2. Daniele ha detto:

    “Prima c’è Cristo, poi la chiesa”. Certamente: quella con la minuscola è solo un edificio…. Su quella con la maiuscola avrei qualche dubbio: Pio XII e il Vaticano II non insegnano forse che è il Corpo di Cristo?

  3. Giuseppe ha detto:

    “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna…”
    Sono fermamente convinto che un ritratto ideale di don Andrea lo si possa trovare nelle parole dell’elogio della carità al capitolo 13 della prima lettera di San Paolo ai cristiani di Corinto.

  4. Egidia Beretta ha detto:

    Grazie don Giorgio per questo scritto.
    Anch’io aspiro a una Chiesa “altra”,
    innamorata dell’Umanità.
    Egidia B.

  5. franco ha detto:

    caro don giorgio lei ha detto una cosa verissima e semplicissima, don gallo era solo un prete (come ritengo lei e tanti altri), scomodo per le gerarchie ma molto molto vicini all’insegnamento del vangelo.
    come da lei anche auspicato spero che il nuovo papa tragga insegnamenti dai veri preti, umili come lui, per portare avanti la tortuosa strada della chiesa, e non dai vari bsgnasco beretone scola ed altri cardinalotti o vescovi similari , culo e camicia con il potere, solo cosi forse si la chiesa potrà ritornare ad essere la vera chiesa fondata da gesù

  6. GIANNI ha detto:

    Sacerdoti cosiddetti ribelli pongono un tema, o meglio, una serie di temi, che potremmo sintentizzare con:
    cos’è il cattolicesimo?
    Tema NON nuovo, certo per loro che l’hanno affrontato in prima persona, e molto più modestamente per me, che sono appassionato di storia del pensiero e delle confessioni religiose.
    Su questo ho diverse volte esperesso la mia opinione.
    A mio avviso, esistono tante concezioni, tante idee, che diviene un po’ una forzatura voler sempre ridurre tutto allo stesso cappelllo, in questo caso il cattolicesimo.
    Il cattolicesimo spesso, per molti interpreti, è una sorta di etichetta contro cui si stagliano taluni, ma….
    Secondo me,no.
    Si tratta di una confessione che si basa su taluni sostanziali paradigmi, che possono essere condivisi o meno.
    Autorità e magistero, nonchè ora anche infallibilità papale.
    Il resto non è cattolicesimo, ma cristianesimo, o protestantesimo.
    Non so se don Gallo abbia in qualche modo condivis oprincipi teologici diversi dal cattolicesimo, ma se non ha fatto questo, non si è posto fuori dal cattolicesimo.
    Si è invece impegnato nella difesa di talune idee politiche, ma senza scendere direttamente nell’agone politico.
    Per certi versi, ha fatto, su posizioni politiche molto diverse, quel che già fece Gianni Badget Bozzo.
    MA, appunto, mentre Badget Bozzo si candidò, per cui venne sospeso, don Gallo no.

    Non era la sua, per quanto io possa sapere, una posizione diversa su temi come la teologia, ma semplicemente un prete scomodo, per il manifestare ed appoggiare talune posizioni avversate da parte della gerarchia.

    Forse la sua era una posizione diversa in materia di morale, ma non su questioni così rilevanti da assumere un ruolo dirompente a livello teologico.
    In questo sta la differenza con teologi come Kung, che proprio su elementi fondanti della teologia assumono ruoli dirompenti.
    Poi, il perchè taluni su certe posizioni che divergono dal magistero, siano richiamati, altri sospesi, ed altri ancora scomunicati, in teoria dovrebbe dipendere dal grado di differenza rispetto alla teologia cattolica, poi in pratica……

  7. Gio Di Nino ha detto:

    La forza di don Andrea, ed anche la tua, sta nel fatto di parlare di VERITA’, senza compromessi né col potere politico, né con quello economico. Cioè i due poteri che stanno devastando la società camminando sulla schiena della povera gente. E quello di don Andrea (che ho sempre stimato), ma anche il tuo, è il potere di dire liberamente SI, SI o NO, NO senza sotterfugi fariseici e di comodo. Grazie per questo.

  8. davide ha detto:

    Ringraziero’ sempre Don Gallo per la sua radicale adesione al Vangelo …….. cosi’ come ringraziero’ sempre lei, D. Giorgio, per lo stesso motivo ………… GRAZIE

Lascia un Commento

CAPTCHA
*