Meglio una virgola del Vangelo di tutto il Corano!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Meglio una virgola del Vangelo

di tutto il Corano!

Sono sicuro di aver detto, comunque lo penso tuttora, che non darei una sola virgola del Vangelo in cambio di tutto il Corano, e che tra la figura di Gesù Cristo e la figura di Maometto vi è un tale abisso che preferirei un ciocca di capelli di Cristo a tutto quanto ha fatto o ha detto il fondatore dell’Islam. Cristo al massimo si arrabbiava coi detentori della legge e una volta ha preso una frusta in mano contro i profanatori del tempio, ma non c’è paragone con tutto il sangue fatto versare da Maometto.
E ho anche detto che del Nuovo Testamento salverei il 90 per cento, del Vecchio forse non più del 20 per cento.
Non è questione tanto di gusti (ma anche in tal caso la mia valutazione non solo non cambierebbe, ma si rafforzerebbe), ma è questione anzitutto di Verità e di interiorità dell’essere umano.
L’essere interiore esce malconcio dopo la lettura di certi scritti dell’Antico Testamento o del Corano, mentre riprende sempre fiato, anzi respira in pienezza, dopo la lettura in particolare dei Vangeli.
Certo, non basta leggere i Vangeli, se non si usano gli occhi dello spirito. Ma lo spirito subito si spegne leggendo l’Antico Testamento o il Corano.
Altra cosa sarebbe leggere alcuni testi della spiritualità orientale, ma non vedo perché dovrei andare in India per scoprire un po’ di verità, quando mi basterebbe una frase dei Mistici medievali per cambiarmi la vita.
Una ragazza occidentale, che esibisce il Corano come se in due parole fosse contenuta una grande Scoperta di chissà quale verità, rivela tutta il vuoto di un essere che, proprio qui in Europa, potrebbe trovare la Sorgente inesauribile della Beatitudine eterna.
Forse non serve parlare di ignoranza, ma di una moda epidermica che manifesta una enorme stupidità, per di più esibita come una giustificazione opportunistica di vergognosi tradimenti.
Ma neppure di tradimenti si dovrebbe parlare, visto che tradire significa abbandonare qualcosa per un’altra cosa. Forse sarebbe più giusto, lo dico in genere, parlare di un ridicolo osceno passaggio da un vuoto ad un altro vuoto.
È questione di pelle, in tutti i sensi.
Chi ha orecchie per intendere, intenda.
Anche qui è questione di pelle: non basta avere orecchie di pelle per poter “intendere”!
E quando si tratta di pelle, i casi aumentano, si parla di massa, e non conta più nulla, perché ogni razza, ogni cultura, ogni religione, tutto insomma appartiene allo stesso calderone: cambierà qualche gusto o sapore, ma la poltiglia è la medesima, ed io sinceramente ne provo una forte nausea.
23 maggio 2020
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

3 Commenti

  1. giovanna ha detto:

    lei caro Don Giorgio e’ un saggio lungimirante…vede dove in genere brancolano i ciechi…
    Ricorda la favola dell’imperatore nudo??? esattamente l identica cosa…avercene di sacerdoti di tal fatta…invece di combattere con mediocri ipocriti truffatori della fede e della chiesa….

  2. Luigi ha detto:

    Nell’Inferno Dante mette Maometto nella bolgia dei seminatori di discordie e di scandali. La rabbia di don Giorgio è verso i superficiali come la ragazza occidentale che ostenta il Corano. Rinunciano alle profondità e alle altezze che il Vangelo offre. Quello mistico giovanneo offre la possibilità della trasformazione dell’acqua in vino. L’opposto a quello che vuol fare la ragazza: ricambiare il vino in acqua. L’esempio è nei tre stadi della formazione della farfalla o falena. Fermarsi al primo stadio si rimane bruco e si striscerà per terra. Al secondo stadio si diventa pupa, immobile, non striscerà per terra nè si volerà in cielo. Al terzo stadio farfalla o falena si volerà in cielo e ci si poserà per terra. Scegliete voi lo stadio che preferite. “E se diventi farfalla
    nessuno pensa più a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali.” (Alda Merini)

  3. Simone ha detto:

    Il vuoto è quello dei cristiani di oggi che pensano che la propria fede sia legata alla partecipazione ai riti.
    In questi giorni ne viviamo una perfetta testimonianza: viviamo la militarizzazione delle chiese in virtù dei protocolli Covid-19.
    Come puoi amare il tuo fratello se non hai fiducia in lui? Se riempi la chiesa di volontari, di bollini sulle panche e di segni perché reputi la gente ignorante.
    Tutto questo lo si fa per amore del prossimo dicono giustificandosi. Allora, dico io, se davvero mi ami cerca di avere fiducia in me. La fiducia nel prossimo oltre che segno grande di umiltà è segno di amore profondo.
    La Chiesa ha l’occasione, con piccoli gesti, di ricostruire alcuni valori. Di provare ad impostare la fase 2 sulla responsabilità, sul rispetto, sulla fiducia. Staremo a vedere.

    Non ho mai letto il Corano ma non darei nulla in cambio del quarto Vangelo. Se sapessi vivere ciò che si narra nei capitoli 13-15 sarei una persona beata, felice, piena di gioia.

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