Il vescovo con i migranti: “Vicofaro deve evolversi. Attese dal patto con la Sds”

Il vescovo con i migranti: “Vicofaro deve evolversi. Attese dal patto con la Sds”© Fornito da La Nazione
da La Nazione

Il vescovo con i migranti:

“Vicofaro deve evolversi.

Attese dal patto con la Sds”

“Una segno tra umanità e disumanità”. Non è solo il titolo della mostra di dipinti realizzati da Ebrima Danso, migrante dell’Africa, inaugurata ieri alla parrocchia di Vicofaro. Ma anche ciò che vorrebbe essere, una mostra artistica ed educativa con la volontà di portare arricchimento per tutti, per le conoscenze e per le coscienze. Perché Ebrima, gambiano poco più che ventenne ospite di don Biancalani, nei suoi dipinti ha rappresentato quello che i suoi occhi hanno visto e il suo cuore vissuto nel viaggio per arrivare in Italia. Un messaggio di speranza e comprensione.
“La nostra storia è importante anche per il futuro – ha spiegato Ebrima –, perché vorrei trasmettere umanità. In questo mondo tutti siamo in viaggio, e siamo tutti una famiglia. Ringrazio i tanti italiani che ci aiutano. Restiamo umani”. Alla cerimonia hanno preso parte oltre all’artista e a don Biancalani, il vescovo di Pistoia e Pescia Fausto Tardelli e monsignor Pierpaolo Felicolo direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei, insieme alla direttrice regionale Sara Vatteroni e a don Petre Iancu, direttore ufficio Migrantes della Diocesi di Pistoia.
“Le migrazioni non sono un fenomeno emergenziale, ma fanno parte del nostro mondo – ha detto Tardelli –. Dobbiamo operare perché queste avvengano nel migliore dei modi e siano un’opportunità e non un danno. Il modo con cui si riesce a volte può essere difettoso o bisognoso di miglioramenti. Così come non è solo responsabilità di qualcuno, dovrebbe essere un po’ condivisa perché ognuno dovrebbe fare la sua parte. Il mio auspicio, e la mia presenza qui, non è per dire che accogliere vuol dire fare qualsiasi cosa. Ma vuol dire promuovere, proteggere, integrare. Non solo difendersi, ma cercare di dare soluzioni positive. Vicofaro, che negli ultimi mesi ho frequentato molto, va aiutato a evolversi nel migliore dei modi. Vedremo adesso con l’accordo Sds. Tutti insieme possiamo fare qualcosa. Se ognuno fa la sua parte altre cose possono venire. Se c’è volontà di dare risposte positive. Da questa mostra arriva un messaggio forte e importante – ha concluso Tardelli –: dice che i nostri fratelli migranti che vengono da noi sono portatori anche di valori, un bagaglio di capacità e umanità”. La mostra sarà visibile fino al 5 novembre nei locali della parrocchia dalle 16.30 alle 18.30.
“Esserci innanzi tutti. Noi, come Chiesa, vogliamo essere accanto a tutto il mondo della mobilità umana, siano migranti lavorativi o rifugiati, tutti – ha precisato monsignor Felicolo –. L’accoglienza non toglie a noi cose ma ce le dona. In questa complessità vogliamo porci accanto senza paura. Certo l’Unione Europea si deve prendere carico di responsabilità di questa situazione. Siamo diversi, ma ci possiamo incontrare come oggi in questa mostra di Ebrima, che oltre al percorso di fatica e sofferenza esprime arte, il sapere umano”. Tanti amici e volontari della realtà di Vicofaro hanno partecipato al taglio del nastro e apprezzato le opere del pittore migrante dall’Africa.
“Siamo contentissimi, per questo primo percorso con il giovane Ebrima – ha commentato don Biancalani –, qui a Vicofaro in questa realtà particolare, centro di accoglienza di bassissima soglia dove arrivano ragazzi senza altre possibilità di inserimento. Oltre al riparo offriamo loro servizi legali, amministrativi, sanitari. Nella nostra area da anni mettiamo una pezza, con forze di volontariato puro senza risorse istituzionali. Anzi, siamo da anni in attesa che le istituzioni si sveglino. Non possiamo noi risolvere la problematica dell’immigrazione che sarà sempre più grande, ma dobbiamo impedire che questi ragazzi finiscano ai margini della società”.
Gabriele Acerboni

Lascia un Commento

CAPTCHA
*