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22 Novembre 2024
Milei censura le scrittrici argentine
che denunciano la violenza di genere:
“Corrompono i giovani”
di Adalgisa Marrocco
I libri banditi dalle scuole, giudicati “inappropriati” perché comprometterebbero “l’innocenza” degli studenti. In Argentina si verifica un reato di genere ogni 35 ore. Lettori e intellettuali si mobilitano
Quando Giorgia Meloni e Javier Milei si sono affacciati dalla storica Casa Rosada a Buenos Aires, il messaggio trasmesso è stato chiaro: l’Italia e l’Argentina si considerano nazioni “sorelle”, unite da legami culturali e una visione politica comune. Un’immagine di cordialità e cooperazione che viene ribadita proprio nelle ore in cui, in entrambi i Paesi, la polemica su come le istituzioni percepiscano e si occupino della violenza di genere si rinfocola.
Entro i nostri confini, la discussione è stata ravvivata dalle recenti dichiarazioni di Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, che ha attribuito l’aumento della violenza sessuale alla “marginalità derivante dall’immigrazione illegale”. Parole che hanno generato dibattito, anche per il tono liquidatorio con cui il ministro ha dichiarato il patriarcato “terminato nel 1975” con la riforma del diritto di famiglia. Dall’altra parte dell’oceano, l’Argentina vive una polemica ancora più complessa, che sfocia nella censura: al centro, la denuncia della Fundación Natalio Morelli, vicina al governo di Milei, contro Alberto Sileoni, direttore della Cultura e dell’Educazione per la provincia di Buenos Aires. L’accusa riguarda la distribuzione nelle scuole di testi letterari che trattano, in modo esplicito e realistico, tematiche come la violenza e l’abuso contro le donne.
Tra i libri incriminati ci sono Cometierra di Dolores Reyes, Las aventuras de la China Iron di Gabriela Cabezón Cámara, Las Primas di Aurora Venturini, Si no fuera tan niña. Memorias de la violencia di Sol Fantín: opere che affrontano realtà dure ma che vanno raccontate, in un Paese dove un reato di genere si verifica ogni 35 ore. Secondo i detrattori, questi libri comprometterebbero “l’innocenza” degli studenti e sarebbero “inappropriati”, come ha dichiarato finanche la vicepresidente Victoria Villaruel, che li ha definiti inaccettabili per le scuole superiori.
Axel Kicillof, governatore della provincia di Buenos Aires e membro dell’opposizione, ha risposto pubblicando sui social una foto in cui mostra orgogliosamente Cometierra insieme agli altri testi contestati. Un gesto che ha innescato la reazione furiosa di Villaruel, che ha accusato Kicillof di promuovere “libri che esaltano la pedofilia e la sessualizzazione dei minori”. A intervenire è stato anche Agustín Laje, fondatore del movimento di estrema destra Las fuerzas del cielo, che si definisce il “braccio armato e guardia pretoriana” di Milei. Attraverso i social, il gruppo ha diffuso accuse infondate, come la presenza di “minorenni nudi in ogni pagina” e l’obbligatorietà della lettura di questi testi per gli studenti. Affermazioni già ampiamente smentite, tanto dal buon senso quanto da Alberto Sileoni.
Ma dietro la controversia sui libri si cela un conflitto più vasto: la battaglia contro il programma Educación Sexual Integral (ESI). Introdotto per educare i giovani su contraccezione, salute sessuale, relazioni affettive e supporto per le vittime di abusi, il sistema rappresenta un pilastro della lotta contro problemi radicati come gravidanze precoci e violenza domestica. Tuttavia, è diventato uno dei bersagli principali della retorica di Milei, che vorrebbe delegare l’educazione su queste tematiche esclusivamente alle famiglie.
Ironia della sorte, il tentativo di censura ha provocato l’effetto opposto: le vendite dei libri incriminati, come Cometierra, sono schizzate alle stelle, riportandoli ai vertici delle classifiche argentine anni dopo la loro pubblicazione. Dolores Reyes, molto amata dai giovani per le sue storie ambientate nella periferia di Buenos Aires, ha ricevuto un’ondata di solidarietà dall’intera comunità letteraria.
Anche gli intellettuali argentini hanno risposto con fermezza: sabato 23 novembre, al Teatro Picadero di Buenos Aires, ottanta autori contemporanei si riuniranno per leggere pubblicamente i testi delle scrittrici nel mirino del governo. Contro ogni bavaglio, a difesa delle donne.
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