Oggiono (Lc). Ecco come distruggere il Mistero Natalizio!

di don Giorgio De Capitani

Ho sempre sostenuto che almeno la Vigilia di Natale per un credente dovesse essere vissuta nel Silenzio di un’Attesa di fede pura, e che i bambini venissero coinvolti in tale Attesa di Silenzio.

Non sono mai mancate stupidità anche “parrocchiali” di disturbo, tra una confessione alla carlona, un intrattenimento di qualche mago precoce, per poi arrivare alla Messa vigiliare per i ragazzi, ben distratti e caricati a dovere. Con la testa ancora tra le favole!

Ora sono arrivati anche i barbari leghisti a completare l’opera, loro che se ne intendono di tradizioni religiose!

Il paese lecchese di Oggiono, governato dalla Lega, sorretta dai benpensanti con la pancia piena, ultimamente si è particolarmente distinto per la sua oscena chiusura ai migranti. Ma che importa? Il Natale è “nostro”, loro dicono, con il marchio di fabbricazione padana.

Noi sì, amministratori “cattolici”, tutti d’un pezzo (di legno forse), dobbiamo difendere il Natale dai preti troppo liberali, globalizzati a tal punto da dimenticare di essere gli inventori del Presepe “cattolico”.

Già, noi preti ci siamo dimenticati di essere “quelli di casa”! Meno male, se è vero che, come scrive Giovanni nel suo Vangelo (Prologo), proprio “quelli di casa” hanno rifiutato il Figlio di Dio, fattosi carne!  

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2 Commenti

  1. Giuseppe ha detto:

    Ma perché Natale è una festa religiosa? A me sembra piuttosto una sagra, una manifestazione commerciale di quelle buttate lì per racimolare qualche soldo in più per risollevare la situazione, ultimamente non proprio florida, degli esercizi commerciali. Un po’ come ferragosto, che è una vera e propria festa degli eccessi della tavola imbandita, presa a pretesto per cominciare a salutare l’estate che sta per concludersi. Anche se, casualmente, ricorre la solennità dell’Assunzione di Maria santissima al cielo.

  2. GIANNI ha detto:

    Uno dei tanti, evidenti segnali di laicizzazione, di secolarizzazione della società, che tende a trasformare in occasioni e festività laiche anche quelle maggiormente legate ad un’origine religiosa.
    Un bene, un male?
    Dipende da quale prospettiva guardiamo alla cosa.
    Certo, non un bene, se comunque desideriamo fare del Natale un’occasione di meditazione e silenzio, forse un bene, se la laicizzazione contribuisce ad uno spirito più distensivo nei rapporti tra culture e religioni diverse.
    Difficilmente ci si è azzuffati su feste laiche, cosa che, invece, si verifica sempre più spesso, quando di mezzo ci sono le cosiddette tradizioni religiose.
    Comunque assurdo che anche una festa eventualmente intesa laicamente debba esprimersi prevalentemente in momenti in cui far felice la pancia, e mettere a riposo la testa.
    Maggiori momenti di riflessione, anche non necessariamente religiosa, sarebbero auspicabili, per il bene di tutti, che a mio avviso parte dalla testa, non dalla pancia.

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