A proposito del sindaco di Pescate (Lecco)…
A proposito del sindaco di Pescate (Lecco)…
di don Giorgio De Capitani
Forse, almeno finora, non ho mai trovato un sindaco che sia talmente convinto di ciò che pensa e di ciò che fa nel suo ruolo di amministratore da essere inattaccabile nella sua più genuina ingenuità, e che, nello stesso tempo, sia così ostinatamente chiuso ad ogni dubbio e ad ogni apertura al di là della sua inflessibile ideologia leghista da essere odiosamente insopportabile, oggetto delle mie più dure “offensive” critiche.
Ed è sulla parola “critiche” che scatta quell’equivoco di fondo, per cui il sindaco di Pescate si avvale di ogni presunta ragionevolezza per mettermi fuori gioco dal ragionevole convivere sociale, senza porsi nemmeno un minimo dubbio se le mie offese siano “personali” oppure non siano relative all’ideologia o al comportamento socio-politico del tizio o caio o sempronio.
Ogniqualvolta mi capita di scambiare battute su facebook, sempre naturalmente in riferimento a qualcosa riguardante il razzismo leghista, sono spontaneamente portato a pensare: “Costui è fuori di senno!”, ma anche: “Però, pensa come se fosse la cosa più naturale di questo mondo emarginare i migranti, trattandoli da straccioni!”. E m’incazzo per non essere capace di scalfirlo nella sua coscienza così inaridita.
Ed ecco che il sindaco ha sempre pronta l’arma con cui difendersi: che io sarei capace solo di insultare. E di nuovo m’incazzo al pensiero che per lui cacciare dal suo Comune i migranti non sia affatto un’offesa o un insulto o una bestemmia o un crimine contro l’umanità.
Sì, io sarei colpevole di offendere con parole chi si comporta da dis-umano, mentre il vero dis-umano può permettere anche cristianamente che anneghino persone innocenti.
No, proprio non lo capisco!
Mi direte: che cosa bisognerebbe fare per insinuare nella testa cocciuta di un leghista qualche subbio sulla sua lotta per una presunta civiltà?
Qui non è in gioco tanto il parere o un modo di fare di un comune cittadino, ma l’agire di un sindaco: in questo caso, la gravità aumenta, così la sua responsabilità di amministratore, e m’incazzo ulteriormente pensando al suo paese, che non avrà mai la possibilità, finché ci sarà quel sindaco, di entrare in crisi in quanto comunità di cittadini che non potranno a lungo dis-umanizzarsi sull’onda della ideologia leghista.
E se poi la comunità si dice cristiana, è davvero difficile accettare che essa si faccia carne unica, nel corpo di Cristo, nel più lurido razzismo che, se Cristo dovesse tornare sulla terra, bastonerebbe a sangue fino a farsi di nuovo condannare a morire sulla croce.
Non è necessario che Cristo torni: è già tornato, ed è là nel mare con i migranti che lottano per la vita.
Ma il sindaco di Pescate, morti o sul punto di morire, già comunque uccisi dalla indifferenza del popolo bue, rimane imperterrito a guardia del suo paese, sempre convinto che “prima ci sono quelli di Pescate” e poi “quelli di fuori”, “prima gli italiani e poi gli stranieri”, creando così un reticolato ideologicamente razzista attorno al suo Comune, che finirà per morire di odio e di gretto campanilismo.
Visto che si parla di fascisti, Nazisti, Americani, parliamo anche delle Foibe?
Ma che c’entra con questo articolo? Prima di commentare, cerca di leggere l’articolo in questione.
Caro Omonimo, vai sul sito http://www.le foibe.it/rassegna/magris.htm
Ne anticipo uno stralcio.
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Ho scritto più volte dei crimini delle foibe (e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata, che ha coinvolto pure persone della mia famiglia); ne ho scritto già in anni lontani, quando tanti che ora se ne sciacquano la bocca se ne infischiavano altamente. Ne ho scritto sul Corriere della Sera , giornale di una certa diffusione, e ne hanno scritto, con ben maggiore autorità, storici e studiosi, le cui opere rigorose e precise erano e sono accessibili a chiunque desideri conoscere questa verità. In quegli articoli denunciavo, come altri ben più autorevoli di me, l’oblio di quella tragedia e di quei crimini, l’indifferenza, il cinismo e l’ignoranza nei loro confronti.
Sottolineavo la viltà e il calcolo opportunista di tanta sinistra italiana, che in nome di un machiavellismo da quattro soldi, destinato a ritorcersi contro se stesso, cercava di ignorare, dimenticare e far dimenticare il dramma dell’esodo istriano, fiumano e dalmata e gli eccidi delle foibe, affinché non si parlasse di crimini commessi dal comunismo o in nome del comunismo (in quel caso, di un nazionalcomunismo). Sottolineavo altresì la pavida pigrizia diffusa a questo proposito nella classe intellettuale, ignara di quei capitoli di storia e soddisfatta della propria ignoranza. Mettevo in evidenza – come hanno fatto molti altri molto meglio di me e altrettanto ignorati – la cecità e il regressivo abuso dell’estrema destra, che coltivava il ricordo di quelle tragedie e di quei crimini non tanto per ricordare le vittime e condannare i precisi colpevoli e complici, bensì per rinfocolare inumani e generici rancori razzisti antislavi, quegli ottusi odi antislavi che sono stati in parte all’origine di quella tragedia patita dall’Italia ai suoi confini orientali, che sono in parte responsabili della perdita di quelle nostre terre, che non avremmo mai perduto se il fascismo non avesse fatto la sua guerra.
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Claudio Magris
Indifferente, cinico e ignorante non lo è forse questo sindaco?
Come può scalfire le certezze di un sindaco che vuol appendere nel suo ufficio un quadro della presidentessa croata Kolinda Grabar-Kitarović? Al sindaco suggerisca con il quadro della procace “Signora” di mettere un sottofondo musicale con il canto “Mira il tuo popolo (pescatese), o bella Signora, che pien di giubilo oggi t’onora. Anch’io (Dante de Capitani) festevole corro a’ tuoi piè …”. Per chi crede nel vangelo c’è: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio!”. Son d’accordo con chi sostiene che una “religione senza cultura” produce una “civiltà senza religione”. E i risultati si vedono a Pescate e dintorni.
Ha fatto di peggio, ha tolto la foto di Mattarella, il che meritererebe una denuncia. Pescate è un paese cimitero di buoni sentimenti.
Ma caro Don Giorgio, come può pensare di scalfire la mentalità di alcune persone? Si dimentica che i fascisti torturavano e uccidevano i loro nemici, e cosi i nazisti e cosi gli americani in Corea e Vietnam e cosi in ogni guerra. Per non parlare di come i missionari convertivano le popolazioni indigene.Se un uomo arriva a tanto e riesce anche a giustificare le sue azioni non c’è niente da fare; è solo tempo perso. Il problema è che lei Don Giorgio gioca democraticamente, usando al massimo la parola come arma di difesa, i suoi nemici no e potrebbero non accontentarsi della parola. Potrebbe in internet lanciare una petizione in sua difesa e misurerebbe quanti buoni cristiani la difenderebbero………… Se un cristiano non ha alcuna remora a votare Lega, vuol dire che la Chiesa svolge male il suo compito. Con stima.